'eccellenza del libro ch'io presento all' Italia voltato, in miglior guisa, nella patria favella, e vestito di tutta quella eleganza di cui gli odierni tipi sono capaci, è tale e si universalmente conosciuta, ch'io era certo di aver meco i voti e gli augurii di tutti i buoni, allorchè accingevami, con non lieve dispendio, a cotesta illustre pubblicazione. L'accurato studio da me posto onde asseguire che la mia edizione corrispondesse in tutto alla nobiltà del testo ed all'omaggio ch'io intendeva rendere ad uno de' più grandi intelletti dell'epoca, dammi fiducia che ogni aspettazione troverassi, anche per tale rispetto, colmata, ed io lusingomi, quindi, che il dolce. suffragio de' miei concittadini, mentre coronerà le mie fatiche presenti, mi porgerà lena ed animo ad assumere nuovi e non ingloriosi lavori. E poichè, malgrado qualche invido sibilo, il bello ed utile. innesto dei clichets nelle pagine stampate prosiegue a tenersi, anche fra noi, in altissimo favore, io colgo volontieri quest'occasione onde eccitare i valorosi artisti nostrani a coltivare di proposito siffatto genere d'intaglio, la cui passata trascuranza fu cagione che l'italica tipografia si facesse, in certo modo, suddita della Francia, e si dovessero cercare oltremonte quegli aiuti, che facilmente e meglio sarebbersi fra di noi potuti trovare. Il che quanto brutto e disdicevole sia per un paese uso, da secoli, ad insegnare anzichè apprendere, non è certamente mestieri di dirlo. Nè, se all'umile ma caldo desiderio ch'io qui esprimo, presterassi benigna udienza, mancheranno per fermo utili e solenni argomenti, in cui la pittura e la tipografia, insieme congiunte dall' italico Genio, possano fare di sè degna prova. Chè vasto e nobilissimo campo offrirebbero, a cagion d'esempio, i sommi Epici nostri, le cui pagine sono una inesausta sorgente di pittoriche imagini, le quali, espresse dall'intaglio e collocate, come conviensi, al loco loro nel testo, crescerebbero luce infinita a volumi già di per sè tanto splendidi e grati. Ai quali potrebbero aggiungersi e i Novellieri, e gli Storici, e cento altri libri consimili, la cui illustrazione tornerebbe a sommo diletto e vantaggio d'ogni ordine di lettori. Ma per avverare questi lieti ed onesti proposti, uopo è, ripeto, che i disegnatori e gli incisori miei compaesani, esercitandosi in quella special guisa d' intaglio che dicesi a tratto sporgente e che può, sola, associarsi alla tipografica impressione, mi pongano in grado di far calcolo sulla loro desideratissima cooperazione; e se nessuno entrò, finora, in tal via, spero aver dritto ad ogni più ampia scusa dell'essermi rivolto all'estero onde ottenere gli artistici rabbellimenti che fregiano molte tra le opere da me date in luce. |
