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47. Ma non eran da ciò le proprie penne: Se non che la mia mente fu percossa Da un fulgore, in che sua voglia venne. 48. All'alta fantasia qui manco possa.

Ma già volgeva il mio disiro e 'l velle, Si come ruota che igualmente è mossa, 49. L'Amor che muove il sole e l'altre stelle.

47. (L) PROPRIE PENNE: del mio pensiero. SUA VOGLIA VENNE : quel ch'ella voleva vedere.

- IN CHE

(SL) VOGLIA. Purg., IV, t. 6: Qui è vostro dimando. Conosce l'unione dell'umana alla divina natura, e in questa visione finisce.

(F) NON. Bolland., 196: Videbam amorem qui veniebat versus me; et videbam principium et non videbam finem. FULGORE. Aug. Conf., IX: Noi intendiamo e con ratto pensiero raggiungiamo la sapienza eterna che sovra tutte le cose sta.

48. (L) MA già volgeva il mio disiro e 'l velle : Dio girava in libera pace, soddisfatto il mio desiderio e l'amore. - IGUALMENTE. Ugualmente.

(F) FANTASIA. La visione delle cose celesti spegne e rende inutile la fantasia, che fa luogo al puro intelletto. 1 VELLE. Ad Eph., II, 5: Siamo vissuti ne' desiderii della carne nostra, facendo la volontà della carne; hai qui accoppiate le due voci: Desiderio è la pendenza; Volontà, il pensiero deliberato. L' Apostolo altrove ha velle a modo scolastico (Ad Philip., II, 13): Operatur in vobis et velle, et percifere. Desiderio, dice Pietro, da parte dell'oggetto, velle da parte di lui. Aug. Conf., VIII: Velle meum tenebat inimicus. Lettera a Cane Ritrovato quello che è primo, cioè Dio, nulla v'è da cercare più oltre, dacchè egli è Alfa ed Omega, cioè principio e fine. [Dante, Salmi: Che non seguendo te, ma lo suo velle.]

49. (F) AMOR. Joan., I. Ep. IV, 8: Dio è carità,

L'intuito supremo.

Il primo adempimento dell' insaziabile desiderio umano in quella perfezione dinanzi a cui ogni altro bene è difetto, adempimento nel quale consiste quello che i filosofi cristiani chiamano beatitudine, ch'è ben altra cosa da ciò che intendevano per questo nome i Pagani; la visione di quella Verità che sola è sostanziale e intende ed ama sè stessa con amore perfetto; la visione di quel trino valore in sostanza una, dal qual procede la virtù redentrice; è il soggetto dell' ultimo Canto a cui tutto il resto è preparazione, e dove queste altissime cose sono piuttosto adombrate che svolte, con modestia che viene dalla sapienza della meditazione e dell'affetto, anziché da arte di scuola, onde il Canto di Dante, per questo che più breve, è qui più vero che quelli del Milton e del Klopstock, i quali dissertando ed amplificando, si dimostrano e meno filosofi e men poeti. Scorriamo per ordine d'idee i sommi capi toccati:

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L'ul

(1) Aug., de Contin. Par., XI, t. 4: Oh insensata cura de' mortali, Quanto son difettivi sillogismi Quei che ti fanno in basso batter l'ali! (2) Som., 1, 2, 1. Par., XXII, t. 22: Ivi è perfetta, matura ed intera Ciascuna disïanza. - (3) Aug., de Trin., è Som., 1, 2, 10. - Al fine di tutti i disii M'appropinquava (l. 16).— (4) Som., 1. 1, 5. (5) Som., 1, 2, 3. - Possa con gli occhi levarsi Più alto verso l'ultima salute... (t. 9). Ogni nube gli disleghi Di sua mortalità (t. 11).

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I beni che

Virtutes sunt perfectiones: vitia vero amotio- chiunque ha la visione di Dio, dalla visione delnes (1). Il male non ha causa perfetta, ma da l'essenza divina può formare in sè similitudine singolari difetti procede: il buono esiste da una delle cose nell'essenza divina vedute (1). causa perfetta (2). Dio è sommamente semplice (2). La perfezione dell'uomo in comparazione a Dio trovasi difettiva (3). · Ogni sono divisi e moltiplici nelle creature, in Dio sono cognizione che è secondo il modo della sostanza semplici e uniti (3). Quanto è in Dio è Dio (4). creata vien meno (deficit) alla cognizione dell' es-In solo Dio la beatitudine è l'essere stesso (5). senza divina, che eccede in infinito ogni sostanza La forma semplice qual è Dio non può esser – creata (4). soggetto, però non può avere accidenti (6). — L' essere non è accidente in Dio ma verità sussistente (7).

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Al bene perfetto s'oppone quel bene che fuori di se attende la propria perfezione (5). Quanto di perfezione è in qualsiasi creatura, tutto preesiste e contiensi in Dio per modo d'eccellenza (6). Non habet quo perficiatur perfectus, non habet unde deficiat æternus (7). — Tutte le cose tendendo alle proprie perfezioni, tendono a Dio stesso in quanto le perfezioni di tutte le cose sono certe similitudini dell' essere divino (8). L'essenza di Dio contiene le specie o idee di tutte le cose (9).

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(1) Aug., de Trin. - (2) Dion., Div. nom., IV; Aug., Ench., XI. (3) Som., 2, 2, 161 e 1, 1, 12. - 'L ben ch'è del volere obbietto, Tutto s'accoglie là; e fuor di quella È difettivo ciò ch'è lì perfetto (t. 35). (4) Som., 1, 2, 5.-'L parlar nostro ch'a tal vista cede; E cede la memoria a tanto oltraggio (t. 19). · (5) Som., 1, 2, 1. (6) Som., 1, 1, 14. Par., V, t. 4: E s' altra cosa vostro amor seduce, Non è se non di quella alcun vestigio, Mal conosciuto, che quivi traluce. (7) Aug., in Psal. XXX. (8) Som., 1, 6. Par., XXXII, t. 31: Nè mi mostrò di Dio tanto sembiante. - VII, t. 25: Chè l'ardor santo ch' ogni cosa raggia Nella più simigliante è più vivacé. · (9) Som., 1, 1, 14. Par., XXVI, t. 56: Che fa di sè paregli l'altre cose. - XIII, t. 18: Ciò che non muore e ciò che può morire Non è se non splendor di quella Idea. (10) Som., 2, 1, 107: 'L sommo piacer gli si dispieghi (t. 11). — (11) Som., 2, 2, 5. Par., XXI, t. 29: Mi leva sopra me tanto ch'io veggio La somma Essenzia. — (12) Som., 1, 2, 5. - Volgeva il mio disiro e 'l velle Si come ruota che igualmente è mossa, L'Amor che muove il sole (t.48).—(15) Som., 3, 4.- Giunsi L'aspetto mio col valore infinito (t. 27). (14) Som., 3, 2. Par., XXVIII, t. 24: Cerchio che più ama e che più sape. - (15) Som., 3, 9. (16) A quella luce cotal si diventa, Che volgersi da lei per altro aspetto È impossibil che mai si consenta ( t. 34 ). — (17) Som., 1, 2, 4. - All' alta fantasia qui mancò possa (t. 48).

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Nelle cose composte di materia e di forma sono accidenti che non appartengono alla ragione della specie (8). Accidente è quel che può essere e non essere nella cosa senza corruzione del soggetto (9).

Sotto gli accidenti si nasconde la natura sostanziale della cosa (10). Sostanza dicesi la prima incoazione di ciascheduna cosa, e massimamente quando tutto ciò che della cosa siegue, ė contenuto nel primo principio (11). La sostanza distinguesi dall' accidente per affermazione e nega zione, cioè per essere o per non essere nel soggello (12). Alla sostanza appartiene quant'è essenziale alla cosa; non tutto quello che è fuori dell'essenza può dirsi accidente, ma solo quello che non è causato da principii essenziali alla specie(13). - Dicesi accidenti in due sensi: nell' uno, quel che è nella cosa, come la bianchezza è accidente dell' uomo; nell'altro, perchè è colla cosa nel medesimo soggetto; come la bianchezza accidente di tale o tal corpo (14). — Sostanza ha due sensi di natura o essenza, e di sottostante od ipostasi(15). - L'operazione dell'anima non è nel genere della sostanza; ma in solo Dio l'operazione è la soslanza sua stessa (16).

L'intelligenza e l'amore supremo.

Dio è prima e somma verità. - Dio è da se (17). Quella somma deilade che se sola compiutamente Conovede (18).- Trinitas sibi soli nota est (19).· scere l'ente sussistente è connaturale a solo l'intelletto divino, perchè nessuna creatura è l'essere suo

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(1) Som., 1, 1, 12.- Un semplice sembiante Fosse nel vivo lume... Una sola parvenza... a me si travagliava (t. 37, 38). (2) Som., 1, 1, 6 e 1, 2, 102. - Ciò ch' io' dico è un semplice lume (t. 30). (3) Som., 1, 1, 14. La forma universal di questo nodo (t. 31). - In un volume Ciò che per l'universo si squaderna (t.29). - (4) Som., 3, 2. (5) Som., 1, 2, 3. (6) Som., 1, 1, 3. - Sostanza Tutti conflati insieme (t, 30). (8) Som., 3, 2. (9) Som., 3,2. Nella Vita Nuova dice che molti accidenti parlano, come se fossero sostanzia ed uomini.(10) Som., 2, 2, 8. - (11) Som., 2, 2, 4. (12) Som., 1, 77. (13) Arist. - (14) Som., 1, 2, 7. — (15) Som., 3, 2. (16) Som., 1, 77. —(17) Som, 1, 1, 16. - Dall'alta luce che da se è vera (t. 18). -- (18) Conv. — (19) Isid., de sum. bon., 1, 3.

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proprio, ma essere partecipato (1). La concezione dell'intelletto è similitudine della cosa intelletta ed esistente nella stessa natura, perchè in Dio l'intendere e l'essere è uno (2). Dio intende sè per sè stesso. In lui l'intelletto e l'oggetto è tutt'uno (3); egli è la sua propria perfezione e l'intelletto suo proprio (4). — In Dio l'intelletto, l'oggetto inteso, l'atto dell' intendere, sono una cosa (5). - Dio non conoscerebbe perfettamente sè stesso se non conoscesse in che modo è partecipabile ad altri la sua perfezione (6). Dio vedendo l'essenza propria vede tutte le cose (7).

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Dio intende e ama sè stesso (8). Dio fruisce di sè (9). L'amor di Dio è la sua essenza (10). Siccome Iddio intende le cose altre da sè, intendendo l'intelligenza propria, cosi vuole le cose altre da sè volendo la propria bontà (11). Ami tutte le cose che sono, o Signore, che ami le anime (12). Più alta è la beatitudine di Dio vedente e comprendente la propria essenza, che dell'uomo e dell'angelo i quali veggono quelle e non le comprendono(13). La sostanza o essenza. dell'anima conosce e ama sè stessa (14). Dio con una e semplice operazione gode e così senza passione ama (15).

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(1) Som., 1, 1, 12. - Sola in te sidi (t. 42).—(2) Som., 1, 27. (3) Sola l'intendi, e da te intelletta, E intendente te (t. 42).— (4) Som., 1, 1, 14. e Arist. Met., XII. - (5) Som., 1, 1, 18. — (6) Som., 1, 1, 14. — - (7) Som. Sup., 71.- (8) Som., 1, 1, 9. - Ami ed arridi (t. 42).– (9) Som., 1, 2, 5. (10) Som., 1, 1, 20. - L'amor che muove il sole (t. 49). — (11) Som., 1, 1, 19. (12) Sap., XI. (13) Som., 1, 2, 3. — (14) Som., 1, 77. — (15) Arist. Eth., IV. — (16) Som., 3, 3. - Nella profonda e chiara sussistenza Dell' allo lume parvemi tre giri Di tre colori e d'una contenenză (t. 39). (17) Som., 2, 2, 1. (18) Som., 1, 1, 27. - Come lume reflesso (t. 43). (19) Som., 3, 3. Quella circulazion che si concetta Pareva in te (t. 43). — (20) Som., 5, 3, e 2, 2, 1, e 2, 1, 105. Fuoco Che quinci e quindi igualmente si spiri ( t. 40). — (21) Conc. Calc.

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S'unirono le due nature nella persona di Cristo in modo che la proprietà di ciascheduna natura rimase inconfusa. Onde l'increato rimase increato, e il creato restò tra i limiti della creatura (4). In Cristo due nature, una ipostasi (5). L'unione fu fatta nella persona del Verbo, non nella natura (6). Per l'incarnazione non si dice che l'umana natura partecipasse alcuna somiglianza della divina natura, ma dicesi esser congiunta a essa divina natura la persona del figlio. Or più è la cosa stessa che la similitudine parlecipata (7). - L'umana natura è congiunta alla personalità divina, sicchè la persona divina sussiste nell'umana natura (8).· Impossibile trovare imagine che rappresenti con piena similitudine il mistero della deità e dell'incarnazione (9).

Mentre il Poeta riguarda nel giro circolare, che procede dal primo e rappresenta il Verbo splendore del Padre, un'effigie umana dipinta dello stesso colore, e mentre ricerca come s' adatti al circolo quell' effigie e sia insieme unita e distinta ; un fulgore gli penetra gli occhi e rivela la verità, e a quel fulgore il lume dell'imaginazione si spegne, e il desiderio pienamente adeguandosi col volere, si fa un effetto unico che gira sopra sè come ruota mossa da ugualissimo movimento. Questa illuminazione dell' intelletto, questo dileguarsi di tutti i fantasmi corporei, questo pareggiarsi in sè stesse delle morali potenze per modo che il desiderio sia nell'atto medesimo e acquietato, e sempre acceso per sempre ritrovarsi contento, è la più alta idea che possa formarsi della beatitudine l' umana mente. Ed è conchiusione degna del Poema e del Cielo il concetto che questo essere beato dell'anima gli venga da quell'amore che con una medesima legge contempera i giri profondi dello spirito umano e le splendide armonie dell'immenso universo.

(1) Conc. Eph., can. 2. Del suo colore stesso, Mi parve pinta della nostra effige (t. 44). (2) Som., 1, 2, 102. (3) Conc. Calc. - Come si convenne L'imago al cerchio (t. 46). (4) Som., 3, 10. — (5) Damasc., III. (6) Som., 3, 2. Nestorio distingueva due persone. (7) Som., 3, 2. III. - Ma non eran

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