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20.

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Sembianze femmi perchè io spandessi L'acqua, di fuor, del mio interno fonte. La Grazia che mi dà ch'io mi confessi (Comincia' io) dall'alto primipilo, Faccia i miei concetti esser espressi. 21. E seguitai: Come 'I verace stilo Ne scrisse, padre, del tuo caro frate, Che mise Roma teco nel buon filo; 22. Fede è sustanzia di cose sperate, E argomento delle non parventi. E questa pare a me sua quidditate. 23. Allora udii: Dirittamente senti Se bene intendi perchè la ripose Tra le sustanze, e poi tra gli argomenti. 24. Ed io appresso: Le profonde cose Che mi largiscon qui la lor parvenza, Agli occhi di laggiù son si nascose 25. Che l'esser loro v'è in sola credenza, Sovra la qual si fonda l'alta spene: E però di sustanzia prende intenza.

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18. (SL) CHE È? Som.: Considerandum est quid sit. (F) FEDE. Som., 2, 2, quæst. 1, 3, 4, 5. FRONTE. Dice l'altera umiltà ed il coraggio con cui dee l'uomo vero professare le credenze proprie, e tutte le proprie opinioni e sentimenti, che in uomo costante a sè stesso s'attengono alla credenza. 19. (L) SEMBIANZE: cenni dei viso. parlassi.

SPANDESSI:

(SL) VOLSI. Par., XX1, t. 1.- INTERNO. Par., XVII, t. 5: Manda fuor la vampa Del tuo disio... si ch'ell'esca Segnala bene dell'interna stampa.

20. (L) PRIMIPILO: condottiero.

(SL) PRIMIPILO. Imagine di battaglia. Par., XXIX, t, 58: Pugnar per accender la fede. E XII, t. 13.

(F) GRAZIA. La grazia dà la fede, dà le opportunità di professarla, dà il lume e la forza dell' esprimerla degnamente. Som. La gražia dello Spirito Santo data per la fede.

21. (L) FRATE: Paolo. del vero.

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(F) Acquista. Som.: Alcuna scienza acquisita è circa a cose divine, come la metafisica. Le cose che per la scienza generansi in hoi son piuttosto acquisite che infuse. Verità triplice, della cognizione naturale, infusa, acquisita. Bart.: Gran senno per natura e per prudenza d'acquisto.

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28. (L) È TRASCORSA : è veduta.

(SL) SPIRÒ. Sopra, t. 18: Onde spirava questo. AMORE. Par., XIX, t. 7: Di molti amori Usciva solo un suon. TRASCORSA. Comune delle monete; passare. (F) LEGA. Inf., XXX, t. 25: Falsai la lega suggellata. Soggiunge il peso, ch'è altro modo di falsare, poi il conio, che, se non è bello e ben rilevato, lascia dubbia l'imagine; e l'ambiguità è cagione a più d'una falsità. Non basta l'intrinseco valore e la quantità debita della materia: vuolsi anco la forma a piena certezza. 29. (L) HAI NELLA TUA BORSA: hài fatta tua per meditazione. TONDA: intera. NULLA MI S'INFORSA: non ci ho dubbio.

(SL) BORSA. Spiega quel dell' XI dell' Inferno, t. 18: Fidanza non imborsa. Ma qui almeno parlasi di moneta e più volte nel Vangelo è similitudine tale. INFORSA. Petr., son, CXIX; Ogni mio stato inforsa. (F) L' no. La verità è la più intima proprietà. 30. (L) GIOIA: fede.

(SL) PROFONDA. In quella luce che prende si poca parte entro alla luce del pianeta, questa parola la intravedere e percorrere immensurabile profondità.

(F) OGNI. Ad Hebr., XI, 6: Sine fide... impossibile est placere Deo, Marc., XVI, 16: Qui crediderit, el baptizatus fuerit, salvus erit.

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31. Onde ti venne? Ed io: La larga ploia Dello Spirito Santo, ch'è diffusa

In su le vecchie e 'n su le nuove cuoia, 32. È sillogismo che la mi ha conchiusa

Acutamente, si che 'nverso d'ella, Ogni dimostrazion mi pare ottusa. 33. Io udi' poi: L'antica e la novella Proposizione che si ti conchiude, Perché l'hai tu per divina favella? 34. Ed io - La pruova che 'l ver mi dischiude, Son l'opere seguite, a che Natura Non scaldo ferro mai nė battè ancude.

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Di', chi ti assicura Che quell'opere fosser? Quel medesmo Che vuol provarsi: non altri 'l ti giura.· 36. Se 'I mondo si rivolse al cristianesmo

(Diss' io) senza miracoli, quest' uno

È tal, che gli altri non sono 'l centesmo.

31. (L) PLOIA dello Spirito SANTO...: la pioggia caduta sulle pergamene del vecchio e del nuovo Testamento, mel prova.

(SL) PLOIA. Par., XIV, t. 9. VECCHIE. Par., V, t. 26: Avete 'l vecchio e 'l nuovo Testamento... Questo vi basli. CUOIA. Rammenta il vello di Gedeone. (F) DIFFUSA. Ad Rom., V, 5: Per lo Spirito Santo è diffusa la grazia ne' cuori nostri. Som.: La legge nuova che principólmente consiste nella spirituale grazia, infusa ne' cuori, dicesi legge d'amore.

32. (L) CONCHIUSA: fatto conchiudere. - ELLA : l'autorità m'è ragione fortissima.

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(SL) CH. Altri legge: Chi l'assecura Che quell'opere fosser quel medesmo Che tu argomenti ? cioè che fossero miracoli? Non hai prove. Punteggiando a quest' altro modo, spiegasi: Chi t'assicura che que' miracoli sieno veramente stati? La tua argomentazione l'afferma, e l'è una petizione di principio. Il senso è più pieno e calzante, la dizione meno languida. — GIURA. Ogni affermazione asseverante tiene del giuramento: Affermar che fu credere altrui (Purg., XXVI, t. 35). 36. (L) CENTESMO di maraviglia.

(SL) RIVOLSE. Traduce la voce solenne del Cristianesimo conversione e ne dimostra l'affinità con rivoluzione.

(F) SE. Aug., de Civ. Dei, XXI, 7; XXII, 5: Se non credono fatti dagli apostoli que' miracoli perchè fosse creduto ad essi, questo a noi basta unico grande miracolo, che il mondo ha credule tali cose senza miracolo alcuno. Bossuet, Disc., p. II, c. 20: Si ce monde a vu des miracles, Dieu s'est mêlé visiblement dans cet ouvrage ; et s'il se pouvait faire qu'il n'en cût pas vu,

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ne serait-ce pas un nouveau miracle plus grand et plus incroyable que ceux qu'on ne veut pas croire, d'avoir converti le monde sans miracles, d'avoir fait entrer tant d'ignorants dans des mystères si hauts, d'avoir inspiré à tant de savants une humble soumission, et d'avoir persuadé tant de choses incroyables à des incredules? Mais le miracle des miracles, si je puis parler de la sort, c'est qu'avec la foi des mystères, les vertus les plus éminentes se sont répandues par toute la terre.

37. (L) Tu, Pietro. LA BUONA PIANTA: la Chiesa. (SL) POVERO. Par., XXI, t. 45: Venne Cephas... VITE. Par., XII, t. 29: La vigna Che tosto imbianca se 'l vignaio è reo.

(F) CHE. Dà per sovrana ragione del maraviglioso mutare del mondo la povertà degli amici di Gesù: chè sublime.

38. (L) MELODE : melodia.

(SL) FINITO. Ov. Met., II: Finierat monitus. Dio. Te Deum. Purg., IX, t. 47. MELODE. Par., XIV, 1. 41. CANTA. Purg., XXXII, t. 24: Nè quaggiù si canta, L'inno che quella gente allor cantaro. 39. (L) QUEL BARON: Pietro. ALL' ULTIME FRONDE: alla fine.

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(SL) BARON. Bocc., VI, 10: Baron messer santo Antonio. RAMO. Sta bene allo svolgere delle questioni filosofiche; e noi l'abbiamo torto in branca. Ma il Barone ci ha poco che fare co' rami. - ESAMINANDO. Som.: Simplices examinantur de minimis articulis fidei. FRONDE. Georg., II: Robora comprendit, frondesque elapsus in altas.

40. (L) CHE DONNEA: che vagheggia. E grazia e non merito tuo che ti fa credente.

(SL) APERSE. Psal., L, 16: Aprirai le mie labbra e la mia bocca annunzierà la tua lode.

(F) DONNÉA. Corrispondenza d'amore tra la grazia e lo spirito. In questa voce è tutta la soavità della Cantica. Par., XXVII, t. 50. Dionigi: Aversos et resilientes a se amatorie sequitur. 41. (L) EMERSE di bocca tua. ONDE per che via. (SL) EMERSE. Non pare della solita proprietà. 42. (L) Si: con tal fede. PIEDI: di Giovanni. (SL) VEDI. PAR., II, t. 15: Li si vedrà ciò che tenem per fede. Joan., XX, 29: Perchè m' hai visto hai creduto. A conforto dei retori, vindici del buon gusto, che temono come delitto obbrobrioso la ripetizione delle

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43. (Comincia' io); tu vuoi ch'io manifesti La forma qui del pronto creder mio; E anche la cagion di lui chiedesti. 44. E io rispondo: Credo in uno Dio

Solo, ed eterno, che tutto 'l ciel muove, Non moto, con amore e con disio. 45. Ed a tal creder non ho io pur pruove Fisice e metafisice, ma dálmi Anche la verità che quinci piove 46. Per Moisè, per Profeti, e per Salmi, Per l'Evangelio, e per voi che scriveste, Poi che l'ardente Spirto vi fece almi.

parole, noterò che in questo Canto le voci credere e credenza son ripetute undici volte, gran due, bellezza due, benedetto due, spiro tre, fonte tre, cose tre, bene tre, caro, buono, amore, mente, alto due.

(F) GIOVANI. Entrò prima di Giovanni che pur l'aveva preceduto al sepolcro di Cristo. Nella Monarchia (III) accenna a questo. Joan., XX, 5-6: Correvano i duo insieme; e quell'altro discepolo corse innanzi a Pietro e venne per primo al sepolcro ; e chinatosi, vide le lenzuola giacere; ma non entrò. Or venne Simon Pietro dietrogli, ed entrò nel sepolcro. Ambr.: Fedele divenne Pietro dappoichè pianse dell' avere perduta la fede. CREDESTI. Quando dicesti: Tu es Christus filius Dei vivi (Matth., XVI, 16).

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44. (L) MOTO: mossó.

(SL) MOTO. Purg., XXIII, t. 7.

(F) Disío. Il primo mobile è mosso da Dio, e gli altri cieli desiderano unirsi al moto del primo mobile, però corrono armonizzando con quello. Conv., II, 4. Par., I, t. 26: La ruota che tu sempiterni Desiderato. - XXXIII, t. 49: L'amor che muove il sole e l'altre stelle. Amore è la forza movente; desio, l'effetto di quella nell'ente mosso. Inf., V, t. 28: Dal desio chiamate.... dal voler portate.

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DALMI: mel dà a credere.

(SL) FISICE, biece e simili (Par., V, t. 22, e VI, t. 46). Dunque non per la rima. PIOVE. Terz. 31: Ploia, Par., XXV, t. 26: Tu mi stillasti. 46. (L) Voi: Apostoli. — ALMI: animatori della fede nel mondo.

(SL) ALMI. Fest.: Almus, sanctus, sive pulcher. Georg., 1: Alma Ceres. Æn., I. Lucan., XI: Latonia virgo. Almo quasi animatore. Psal. CIII, 30: Manderai il tuo spirito e creerà. Petr.: Vergine sacra ed alma. (F) MOISE. Luc., XXIV, 27: Cominciando da Mosè e da tutti i profeti interpretava loro in tutte le Scritture le cose che erano dette di lui. Aug., XXII, v. 11, t. 4: Per Moysem legem dedit. PROFETI. Ad Eph., III, 5: Fu rivelato agli apostoli e a' profeti il mistero di Cristo. Som.: S'appoggia la fede nostra nella rivelazione fatta agli apostoli ed a' profeti. SALMI. Luc., XXIV, 44: Tutte le cose che sono scritte in Mosè e ne' Profeti e ne' Salmi di me. Vol. Som. Per

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gli Apostoli a noi pervenne la Fede di Cristo. - ARDENTE. La Chiesa : Creator Spiritus... ignis, charitas. SPIRITO. Ad Corinth., II, IV, 15: Habentes... cundem spiritum fidei... credimus, propter quod et loquimur. Som. Lo Spirito ammaestrò gli Apostoli d'ogni verità che appartiene a necessità di salute quanto al credere e all'operare, ma non gli ammaestrò di tutti gli avvenimenti futuri.

47. (L) SOFFERA CONGIUNTO SUNT ET ESTE: soffre l'uno e il più nel suo nome.

(SL) SOFFERA. E simili per soffra anche in prosa. 48. (L) CONDIZION: natura. Mo: ora. - MI SIGILLA me l'imprime.

(SL) Tocco. Purg., XXII, t. 27: La parola tua sopra toccata. Ma il toccare la condizione divina non pare conveniente. SIGILLA. Purg., XXXIII, t. 27: Si come cera da suggello, Che la figura impressa non trasmuta, Segnalo è or da voi lo mio cervello, Inf., XIX, t. 7: E questo fia suggel ch'ogni uomo sganni.

(F) L' EVANGELICA DOTTRINA. Som. La verità dell' evangelica dottrina.

49. (L) FIAMMA di fede amorosa.

(SL) FAVILLA. Par., I, t. 12: Poca favilla gran fiamma seconda. VIVACE. Par., II, t. 37: Luce sì vivace. STELLA. Dalla favilla passare alla stella non sarebbe improprio ancorché la dottrina evangelica anco nel principio sia meglio che favilla. Ma questo lume che scintilla in lui come stella in cielo, pare che rimpiccolisca sproporzionatamente l'idea.

(F) PRINCIPIO. Aug. in Psal. CXVIII, serm. 18: La fede stessa lo risana acciocch' egli intenda cose ancora maggiori. Se non ci fossero cose che noi non possiamo intendere, senza credere prima, non direbbe il profeta: Se non crederete non verrete ad intendere. 50. (L) QUEL CHE PIACE: nuova che gli piace. - DA INDI: da poi. GRATULANDO: Congratulandosi seco e con lui. EL: il servo.

(SL) PIACE. Sottinteso gli, alla latina, come nella prima terzina del Poema.

51. (L) L'APOSTOLICO LUME: Pietro.

(SL) GINSE. Con corona di luce, come Gabriello Maria. Par., XXIII, t. 32,

La Fede.

Raffaello nella Disputa del sacramento colloca tra' teologi Dante e n'era degno più per l'intima dottrina penetrante per tutto quanto il poema, che non per alcune argomentazioni più nudamente scientifiche, quali quelle de' tre Canti che trattano la fede, la speranza e la carità. E qui pure abbiamo qua e là lumi poetici segnatamente di stile; ma nè la poesia nè la scienza stessa è qui, come altrove, nuova e potente; e pare che l'alto ingegno soffermatosi nella stella natale, riposi un poco, per poi rilevarsi. Meritavano certamente le tre virtù, che sono il fondamento del Cristianesimo e la sua rivelazione e creazione, tre Canti. La vecchia legge aveva già detto: Temete Dio, credete, sperate in esso, amatelo (1); ma quanta distanza da questo precetto alla dottrina e alla pratica cristiana delle virtù dette teologiche per le quali la ragione e la volontà s'ordinano verso Dio (2). Fede, dice Tommaso, di ciò che non si vede, speranza di ciò che non s'ha (3). — La visione corrisponde alla fede, la comprensione alla speranza, la fruizione all' amore (4).

Chi accede a Dio conviene che creda (5): e però Dante, dopo veduto, quasi saggio di più alta visione, il trionfo della madre di Cristo, e veduta la luce riflessa della luce di Cristo, chiamato a dire l'oggetto della fede sua e la materia e le ragioni; dacchè senza fede è impossibile piacere a Dio (6). A quest'alto luogo è serbato questo ragionamento, perchè nulla cade sotto la fede se non in ordine a Dio (7). A noi rivelò Dio pel suo spirito cose che nessuno de' grandi di questo secolo ha conosciute (8). Crede l'uomo indotto a ciò dall'autorità della divina dottrina pe' miracoli (9) confermata, e, che è più, per l'interiore istinto di Dio invitante (10). ·Credere in quel che è sottoposto all'umana potestà non è la virtù della fede (11). Questo prepara a meglio intendere la sublime definizione di Paolo, letteralmente tradotta da Dante Fede è sustanzia di cose sperate E argomento delle non parventi; senonchè sperandarum dice più che sperate, dice il dovere e la possibi

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(1) Eccli., II, 8, 9, 10.—(2) Som., 2, 1, 62. — (3) Som, 1. c. - (4) Som., 1, 4, 12; Dell'ordine delle tre virtù. Som., 1, 2, 62. - (5) Ad Hebr., II. Som., 2, 2, 1, 101: La fede è fondamento d' ogni virtù in quanto per essa è il primo accesso a Dio. — (6) Ad Hebr., XI, 6. - Si nel dir gli piacqui (v. ult.). — (7) Som.,2,2,1. — (8) Ad Cor., I, II, 8. Se quantunque s'acquista Giù per dottrina, fosse cosi'nteso; Non v'avria luogo ingegno di sofista (t. 27). — (9) La pruova che'l ver mi dischiude, Son l'opere seguite, a che Natura Non scaldò ferro maí (t. 34). — (10) Som., 2, 2, 2. (11) Som., 2, 1, 62.

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lità; due idee che paiono lontanissime, e che pure in modo mirabile si congiungono, dimostrando come l'obbligazione diventi impulso alla libertà umana; e col farlesi limite e meta, le si faccia insieme via; e come la potenza delle facoltà sia al dovere e strumento ed insieme elemento. Spieghiamo la definizione, che merita, più per minuto. • Fede è sustanzia di cose sperate. » — In ciò che è detta sostanza di cose da sperare distinguesi la virtù della fede dalla fede comunemente intesa che non è ordinata alla sperala beatitudine (1). La fede è principalmente delle cose che speransi conoscere nella patria (2). Quel che non veggiamo speriamo (3).

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E argomento delle non parventi. » - L'argomento fa manifesta la cosa che prima non era manifesta (4). Argomento prendesi per l'effetto dell'argomento; che per l'argomento l'intelletto s'induce a aderire a qualche vero; onde l'adesione ferma dell' intelletto alla non apparente verità della fede è chiamata argomento. Onde un'altra sposizione invece di argomento ha convinzione (5). La fede, dicendosi argomento, distinguesi dall'opinione, dal sospetto e dal dubbio, ne' quali non è ferma adesione dell' intelletto alla cosa (6). Delle non parventi. » La fede è certezza delle cose invisibili (7). La verità prima è l'oggetto della fede in quant'è non veduta (8). Dicesi apparente quello di che è manifesta la verità (9). Nelle cose che appaiono non è fede ma agnizione (10). L'argomento che prendesi dai principii propri della cosa fa quella essere apparente: ma l'argomento che prendesi dall'autorità divina può rendere la cosa apparente in sè stessa (11).

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Chi rettamente consideri, tutte le note secondo le quali la fede si può definire toccansi nella predetta descrizione, sebbene le parole non siano sotto forma di definizione ordinata (12). Quel che dice Dionigi, che la fede è stabile fondamento de' credenti, collocante quelli nella verità, e dimostrante ad essi la verità; è il medesimo che dire sostanza di cose da operarsi (13). La fede è virtù per cui credonsi cose non vedute (14). Fede è consenso inquisitivo (15). Fede è certezza d'animo sopra l'opinione e sotto la scienza.

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(1) Som., 2, 2, 4. (2) Som., 2, 2, 2. (5) Ad Rom., VIII, 24. -(4) Som., 2, 2, 4. L'argomento talvolta è nel linguaggio sacro il contrapposto alla fede. Ambr., de Fide, I: Tolle argumenta ubi Fides queritur, — (5) Som., 2,2, 4. - (6) Som., 1. c. (7) Glos. ad Gal., V. (8) Som., 2, 2, 4.- (9) Som., 1. c. - (10) Greg. Hom. XXVI-(44) Som., 2, 2, 4. (12) Som., I. c. - (13) Som.,

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Siaci lecito notare la sapienza della voce argomento, che inchiude la illazione dal visibile all'invisibile, ma molto più quella dall' invisibile al visibile, come dal più al meno; e notare non essere a caso la parola di Beatrice a Pietro: S'egli ama bene e bene spera e crede, il qual pare comprenda nella fede la speranza e l'amore, perch' essa è la gioia Sovra la quale ogni virtù si fonda, e perché nella definizione stessa di lei contengonsi le cose da sperare, che non si spererebbero se non si amassero; e allo stesso argomentar della fede è fatta acuta l'anima dall' amore.

Sebbene non basti sola la confessione della fede (1), che n'è l'esteriore atto (2); e però comandata così come la negazione vietatane (3), ed è nelle Scritture lodata come proprietà d'essa virtù (4); giacchè col cuore si crede per essere giusti, colla bocca si confessa per essere salvi (5). E Dante qui non solo professa la materia della credenza e l'oggetto, ma la cagione eziandio, che comprende e la ragione ideale e il morale motivo, secondo quel di Pietro: Parati (6) semper ad satisfactionem omni poscenti vos rationem de ea, quæ in vobis est, spe (7). Parte della scienza del credere è, oltre al saper le cose da credersi, il sapere manifestare la fede e persuaderla ad altrui (8). La fede nelle cose non apparenti non perde suo merito per ragioni umane che la confermino (9). Per scientiam roboratur fides (10).

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Venendo ai punti della credenza, incomincia dall'unità di Dio ch'è nella fede il più principale (14); perchè nessuna moltiplicilà può essere nella sostanza divina (12). Poi professa l'eternità, dalle quali due idee d'unità e d'eternità consegue che Dio, principio unico del moto, cioè della creazione, non può essere soggetto a moto (13). La immobilità comprende la immutabilità, e Dio è immutabile perchè semplice atto (14). L'eternità è al tempo come l'immoto al mobile (15). Increatus, immobilis, et incorporeus (16). — Semper agens et semper quietus (17).

(1) Som., 2, 1, 107. Confessione dicesi e professione; onde tutti que' che confessano il vero, partecipano al merito del martirio con quel che soffrono e con quel che sono disposti a soffrire, dacchè il desiderio del bene fa reale all' anima fin l'ultima possibilità! - La grazia che mi dà ch' io mi confessi.... Faccia li miei concetti essere espressi (t. 20). - (2) Som., 2, 2, 5. (3) Som., 2, 1, 108. (4) Som., 2, 2, 3. - (5) Ad Rom.; X, 9. — (6) M' armava ïo d'ogni ragione... per esser presto A tal querente e à tal professione (t. 17).— (7) Petr. Epist., I, 3, 15: Tenta costui de' punti lievi e gravi..... intorno della fede (t. 13). A glorïarla Di lei parlare è buon ch'a lui arrivi (t. 15). — (8) Som., 2, 2, 9. -- (9) Som., 2, 2, 2. (10) Aug., de Trin., I, 14. - (11) Som., 2, 2, 10. Dell' unità, 1, 1, 11. (12) Som, 1, 1, 14. (15) De Mon.: Il primo motore che è Dio. Rime: Chi mosse l'universo. − (14) Som., 4, 1, 9. (15) Som., 1, 79. — 16) Som., 5, 1. — (47) Aug. Conf., I. Altrove: Chi tutto

La filosofia pagana aveva chiaramente posto questo stesso princípio, che dev'essere tradizione de' primi tempi, e si trova nell' analogia de' linguaggi, ove le idee di muovere e di operare commutansi di frequente. Platone ogni operazione chiama moto, e afferma che il primo movente muove sé stesso. Aristotele: Tutti coloro che della natura alcuna cosa ragionano, affermano il moto essere, si perchè pongono il mondo, si perchè tutta la contemplazione è intorno alla generazione e alla morte, che non possono essere se non ci sia moto (1). Niente si muove da sẻ. Quel che muove, ed è mosso da altro esso stesso, non può andare così in infinito, che allora non ci sarebbe un primo movente. Dio è movente immobile. Quel che muove è in atto. Il primo movente dee essere sempiterno e infinito. Il moto è una vita di tutte

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le cose che sono in natura. Il moto locale è più perfetto che il moto d'aumento e di decremento. - Il tempo è un' affezione del moto. Edificatio motus est quidam (2). Intendere e volere è una maniera di moto (3). Avere il bene perfetto senza moto verso quello si conviene a solo chi l'ha naturalmente in se; ed avere la beatitudine è di solo Dio, il quale solo per operazione precedente non si muove ad esso (4).

Ora per segnare l'ordine dell'intero ragionamento, rifacciamoci un po' addietro. Definita la fede, Pietro domanda innanzi ancora che gli oggetti di lei, la fonte ond'essa venne al Poeta; e questi risponde: l'autorità delle Scritture, e i miracoli; i quali se non fossero, sarebbe il miracolo massimo l'essersi senza miracoli propagata fede si ardua all'umana debolezza, da uomini poveri ed astinenți. E qui un cenno ai preti degenerati, dopo il quale subito i beati cantano, Te Deum laudamus, non escludendo certamente dalla precedente professione di fede l'ultimo rimprovero che l'è quasi sigillo. Poi Pietro domanda delle cose che crede il Poeta, e delle ragioni del credere; e quegli risponde: l'unità, eternità, immutabilità di Dio, dimostrategli da prove fisiche e metafisiche e dalle Scritture sante. La fede gli

muove, nè egli è mosso. Boet,: Stabilisque manens, das cuncta moveri. Dante aggiunge al lume filosofico un lume poetico Tutto 'l ciel muove, Non moto, con amore e con disio (t. 44).

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(1) Arist. Phys., VIII. (2) Arist. Phys., III. (5) Aris., de An.. IJI. (4) Tom. cont. gent.: Ogni moto da principio immobile. Som., 1, 1, 2: Ènecessario venire ad un primo movente che non sia mosso da altri. 1, 1, 18: Moto imperfetto è di cosa che esiste in potenmolo in comune abbraccia anco il più perfetto, come quando dicesi che l'intendere è un muoversi (Arist., de An., III). - 1, 1, 14: L'intelligenza è una specie di moto nelle creature: or il moto è dell'ente imperfetto. 1, 1, 2: La prima e più manifesta via di provare che Dio è, togliesi dalla ragione del moto. Muovere non è altro che dedurre alcune cose di potenza in alto.

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