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CANTO XXV.

Argomento.

Domanda come possano patir di magrezza corpi che non hanno bisogno di cibo. Stazio dichiara la natura del corpo senziente nella vita terrestre, e la natura di quello che pena nell' altra vita. Arida esposizione, ma sparsa di lumi poetici con espressioni polenti, e con filosofia qua e là più vera che sul primo non pare. Salgono all'ultimo giro, della lussuria. Canti di preghiera: gridi che dicono esempi di purità, o di lascivia punila. Callisto, e Maria.

Dieci in questo Canto le similitudini: belle le più, nuove quasi tutte: molti traslati ardimentosi, ma non tutti felici

1.

Nota le terzine 1; 3 alla 6; 8, 9, 13, 19, 20, 24, 25, 26; 28 alla 34; 38 alla 45.

Ora

ra era onde 'l salir non volea storpio, Chè'l sole avea lo cerchio di merigge Lasciato al Tauro, e la notte allo Scorpio. 2. Perché, come fa l'uom che non s'affigge, Ma vassi alla via sua, checchè gli appaia, Se di bisogno stimolo il trafigge; 3. Cosi entrammo noi per la callaia Uno innanzi altro, prendendo la scala Che per artezza i salitor' dispaia. 4. E quale il cicoguin che leva l'ala

Per voglia di volare, e non s'attenta
D'abbandonar lo nido, e giù la cala;

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(F) SOLE. Il viaggio è nel principio d' aprile, quando il sole è nei primi gradi d'Ariete. Or se il Toro, segno che vien dopo l'Ariete, è nel mezzo del cielo, dunque son passate due ore dopo mezzo giorno, e siamo all'ora ottava; poichè il trascorrere di ciascun segno dello Zodiaco per un punto fisso porta due ore. Or se il sole è in Ariete, la notte è in Libra (Purg., II, t. 2); e se il Toro occupa il mezzo del cielo, dalla parte opposta l'occuperà lo Scorpione, che segue alla Libra, come il Toro all' Ariete.

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ATTO

5. (L) SPENTA da tema d'essere grave loro. delle labbra. A DICER S'ARGOMENTA: si dispone a parlare.

6. (L) SCOCCA e'arco del dir: parla.

(SL) ARCO. Jer., IX,3: Tesero la lingua com' arco. Orazio, del verso e dell'ingegno: Nec semper feriet, quodcumque minabitur, arcus (De Arte poet., 350). FERRO. Il ferro è la punta dello strale; e quando l'arco sta per essere scoccato, la parte ferrata dello strale già tocca il sommo dell'arco. Æn., XI: Manibus jam tangeret æquis, Læva aciem ferri, dextra nervoque papillam. 7. (L) Si può l'uomo. Uopo: bisogno. 8. (L) AMMENTASSI: rammentassi. a intendere.

AGRO: difficile

(SL) MELEAGRO. Figlio di Eneo, re 'di Calidonia (Ovid. Met., VIII). Uccise il cinghiale mandato per ira di Diana, e ne donò ad Atalanta la testa. Gli zii di lui n'ebber ira, presero quel teschio ed egli li uccise. Onde Altea madre di lui, per vendetta de' proprii fratelli, pose al fuoco il tizzo fatato delle Parche col quale doveva spegnersi la sua vita; tizzo ch' ella aveva già ritirato per pietà del figliuolo. — Tizzo, Fior. d'Italia: Tizzone nel quale era fatata la vita di Meleagro. Ovid. Met.,

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(SL) GUIZZA. Som.: Imago hominis resultat in speculo. SPECCHIO. Di questo tocca nel Canto III, t. 10 del Purgatorio, e Virgilio si confessò insufficiente spiegare la cosa. DURO. Inf., III, t. 4: Il senso for m'è duro. Ma il traslato con vizzo è troppo continuato. (F) IMAGE. Som.: Si nigromantes virtute dæmonum spiritus alligant imaginibus, multo strictius divina virtute spiritus corporeo aeri alligantur. 10. (L) ADAGE nel vero profondo. PLAGE. L'orrore è piaga.

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(SL) ADAGE Par., IV, t. 43: Posasi in esso (nel vero). PREGO. Notisi la cortese maniera verso il poeta minore, ma anima più pura. PIAGE. Som : Vulnus ignorantiæ. Greg. Ev., Hom. XXVI: Vulnera ignorantiæ.

(F) STAZIO. Virgilio, poeta razionale, commette la spiegazione a Stazio, poeta più delle cose fisiche che delle intellettuali. Altri dice che Stazio cristiano meglio poteva conoscere la cosa: altri, che Virgilio credendo le anime tornare alle stelle e dalle stelle venire, non poteva, come errante, insegnargli il vero.

11. (L) VENDETTA ETERNA: pena posta dall'Eterno a' corpi dannati o purganti. DISLEGO: apro. SIE: sii, sei. NON POTERT'IO FAR NIEGO: lo fo per ubidirti., (SL) DISLEGO. Æn., VI: Aperit... futura. Georg., IV: Fatis ora resolvit.

12. (L) DIE: dici.

(SL) RICEVE. Æn., VI: Cape dicta. - III: Accipite... animis, atque hæc mea figite dicta. Eccli., XXXII, 18: Excipiet doctrinam. Som, Ratio accipit at vera. 13. (L) SANGUE: sperma. NON SI BEVE: va in

sangue.

(SL) BEVE. Æn., XI: Hasta... bibit cruorem.

(F) SANGUE. Ott. Cominciasi Istazio dalla ingenerazione della creatura, e procede per tutti li suoi ali... acciocchè compiutamente mostri, onde procede la magrezza nel corpo umano, e per conseguente il termine della vita. E dando il modo della ingenerazione, apparirà come la magrezza, della quale tratta qui, puote apparire; perciocchè questo si manifesterà, che virtudi rimangano nell'anima, delle quali si possa alcuna somiglianza fare, ed in quali, e come l'anima partita del corpo opera. Dove è da intendere, che secondo il Filosofo, al quale s'appoggia l'autore, il sangue riceve perfetta generazione di sè nel cuore; e cotale sangue non

44. Prende nel cuore a tutte membra umane Virtute informativa, come quello Ch'a farsi quelle per le vene vȧnc. 15. Ancor, digesto, scende ov'è più bello Tacer che dire; e quindi poscia geme Sovr' altrui sangue in natural vasello,

solamente non s' ingenera, acciocch'elli sia materia di nutrimento, ma eziandio per essere materia d'ingenerazione. E però essendo tanto del sangue, che possa nutricare l'uomo, ne ingenerò la natura tanto più che ne avanzasse per la generazione... Questo sangue nel cuore dell' uomo, cosi in quello della femmina, riceve dispo sizione, secondo la quale è la materia di tutti li membri, passiva dalla parte della femmina, e attiva dalla parte dell'uomo; e questo è, perocchè questo cotale sangue si dispone principalmente nel cuore,-perocchè nel cuore principalmente è l'anima. Siccome l'anima per la sua virtude contiene tutto il corpo, siccome il principe contiene la cittade; così il cuore colla sua virtude contiene tutti li membri: onde il sangue riceve dal cuore la po tenza di tutti li membri... Questo sangue si manda per le vene alla concavitade della matrice, alla quale si gella lo spermo, lo quale dalla matrice ricevuto ed attratto, siccome il ferro dalla calamita, si conserva. Vico: La sostanza nervea spermale chiamavano sangue, come la frase poetica lo dimostra: sanguine cretus per generato, e con giusto senso ancora, perchè tale sostanza è il fiore del sangue. Cresc. (II,8): Benchè lo sperma manifesto sia operatore, il quale siccome artefice muove e forma il parto, nondimeno perchè il sangue mestruo è tratto in nutrimento del parto. Conv. IV, 21: Quando l'umano seme cade nel suo recettacolo, cioè nella matrice, esso porta seco la virtù dell'anima generativa, e la virtù del Cielo, e la virtù degli elementi legata, cioè la complessione matura, e dispone la materia alla virtù formativa....... prepara gli organi alla virtù celestiale che produce della potenzia del seme l'anima in vita: la quale, incontanente prodotta, riceve dalla virtù del Motore lo intelletto possibile... Poichè Iddio vede apparecchiata la sua creatura a ricevere del suo beneficio, tanto largamente in quella ne mette, quanto apparecchiata è a ricevere. → PERFETTO. Pitagora dice il seme umano essere la schiuma del sangue più pura; Democrito, sostanza munta da tutto il corpo; Epicuro, un estratto dell'anima e del corpo; Aristotele, con Dante, un escremento dell' alimento del sangue.

14. (L) A FARSI QUELLE..... VANE: va a mutarsi in quelle membra.

(F) CUORE. Come la mente dell'artefice informa in sè lo strumento innanzi di farlo. Così Pietro, e soggiunge: Però dice il Filosofo che la forma della cosa per azione dell'agente si trac dalla potenza della materia; e l'uomo fa l'uomo, l'ulivo fa l'ulivo, e l'artefice dà al coltello la forma che aveva in animo, del coltello; e l'imagine del coltello gli riman tuttavia nella mente. Così nella generazione scende un cert idolo che regola e conduce la forma e la specie simile al generatore : sebbene Avicenna dica che l'agente inferiore trasmuta la materia, e così la prepara alla nuova forma, la quale vien ministrata da una separata intelligenza, ch'è piena di forme, secondo che le virtù inferiori hanno più o men disposta a ciò la materia. INFORMATIVA. Come l'ovo della gallina, dice il Postillatore Caetano. 15. (L) ANCOR: poi. — Ov' È PIÙ Bello tacer CHE DIRE: a' testicoli. · QUINDI : di qui. ALTRUI: della donna. VASELLO: natura.

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16. Ivi s'accoglie l'uno e l'altro insieme, L'un dispostò a patire, e l'altro a fare, Per lo perfetto luogo onde si preme. 47. E, giunto li, comincia ad operare,

Coagulando prima; e poi avviva Ciò che, per sua materia, fe' constare. 18. Anima fatta la virtute attiva,

Qual d'una pianta, in tanto differente Che quest' è 'n via, e quella è già a riva, 19. Tanto ovra poi, che già si muove e sente, Come fungo marino: quivi imprende Ad organar le posse ond'è semente.

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LO PERFETTO LUOGO: il cuore. (F) INSIEME. Lactant., Opif. Dei: Eorum semen sanguine esse purgatum. Quod si recte cum virili mixtum sit, utraque concreta et simul coagulata informari: primum quidem cor hominis confingi, quod in eo sit et vita hominis et sapientia. · PATIRE. Som. La perfezione del sesso maschile è l'imperfezione del muliebre. 17. (L) COAGULANDO gli umori. FE CONSTARE: apprese.

(SL) PER. Vale come. Purg., XXIX, t. 12: 'L dolce suon per canto era già 'nteso.

(F) OPERARE. Arist., de Gen. anim., I, 6: Degli animuli ch'hanno sangue si fa prima il cuore. COAGULANDO. Col sangue mestruo: così Pietro. Aristotele, nel libro della Generazione degli animali, dice che il seme del maschio è l'agente, della femmina il paziente. Sap., VII, 1-3: Sum quidem, et ego mortalis homo... et in ventre matris figuratus sum caro,decem mensium tempore coagulatus sum in sanguine, ex semine hominis... Et ego natus accepi communem aerom, — CONSTARE. Gli antichi: Coagulatio est constantia quædam humidi... coagulare est facere ut liquida constent. Olt. Coagulando e meglio digestendo, siccome fa il presame il latte, ed induce nella parte di quello sangue più puro, ed imprime la forma di quello membro, nel quale quello cotale sangue fatto spermo era essuto principalmente generato, e nel quale primamente è l'anima: e però prima genera il cuore, secondo la mente del Filosofo; poi vuole il Filosofo che, generato il cuore, immantenente se ne produca l'anima, e il cuore già animato; poi per virtude dell'anima produce li altri organi e membri, operando nelle parti della materia a lui più prossimana.

18. (L) ATTIVA del seme paterno. - QUEST' (dell'uomo) 'N VIA: non è perfetto. QUELLA della pianta.

(F) ATTIVA. Arist., de Gen. anim., II, 3: Non si fa insieme animale e uomo. I Tomisti ammettono che l'anima vegetativa, prima nel feto, cessi al prodursi dell'anima sensitiva, e questa all'entrare della intellettiva: sebbene altri dottori antichi affermassero che sola l'anima intellettiva sia in tutti i corpi avvivatrice del feto. Dante non dice che l'anima sensitiva diventi intellettiva; dice che uno spirito nuovo viene inspirato da Dio per infondervi l'intelletto. PIANTA. L'anima accrescitiva o vegetativa nella pianta è perfetta; nell'uomo, no; nella pianta è a riva, cioè a fine, non può perfezionarsi più oltre. Nel Convivio dice che l'anima delle piante è potenza vegetativa e sensitiva; dell'uomo, vegetativa e sensitiva e razionale.

19. (L) OVRA: opera.

POSSE forze vitali.

(F) FUNGO. Stimavansi i funghi marini mossi da anima più che vegetativa; e i moderni però li chiamano piante animali o zoofiti. Il fungo marino, spiegano gli

20. Or si piega, figliuolo, or si distende

La virtù ch'è dal cuor del generante, Dove Natura a tutte membra intende. 21. Ma come d'animal diverga fante,

Non vedi tu ancor: quest' è tal punto, Che più savio di te già fece errante, 22. Si, che per sua dottrina fe' disgiunto Dall'anima il possibile intelletto, Perchè da lui non vide organo assunto.

Posse.

antichi commentatori, è simile ad ostrica. Nelle parti del seme paterno son varie virtù destinate a formare i varii organi. Ma di queste posse una sola è il germe. Ott.: È come una ostrica di mare, che ha sentimento e movimento non processivo; perocchè non nuota come gli altri pesci, ma ha movimento di dilatarsi e di strignersi, come il lombrico. Ma poi l'anima, o la virtù dell'anima, ch'è nel cuore, dilata le membra ed istrigne; e questo fa, acciocchè le potenze dell'anima abbiano gli organi suoi; delle quali potenze essa anima si è seme e fondamento.

20. (L) OR si piega... or si dISTENDE per formare le membra del feto. A formare. (F) INTENDE. Som.: Anima intendit conservure corpus. Ott. La virtù, che procede dal cuore del generante, si spande sopra tutti quanti li membri; e dal cuore procede, nel quale, come nel primo fondamento dell'anima, è la virtù generativa di tutti i membri. Vico, Antiqu. Ital. Sap., IV: Forse perchè, il cuore, primo di tutte le membra, nella generazione dell' animale risaltare e balzare, ultimo nella morte mancar di moto e di calore oss ́rvavano.

21. (L) FANTE: uomo.

Più: nom più.

(SL) FANTE. Purg., XI, t. 22. Da for, parlare e ragionare.

(F) ANIMAL. Conv. IV, 8: Siccome levando l'ultimo canto del pentagono, rimane quadrangolo; così lcvando l'ultima potenza dell'anima, cioè la ragione, non rimane più uomo, ma cosa con anima sensitiva solamente, cioè animale bruto. La similitudine è tolta da Aristotele (De An., II, 3).

22. (SL) ASSUNTO. Som.: Materia corporis assumpta de fœmina.

(F) Possibile. Aristotele (De Anim., III) e Averroe, combattuti da Agostino, da Tommaso e da Scoto. Averroe dice che l' anima nostra intelligente non s' unisce al corpo come forma; e che l' intelletto possibile è cosa separata da noi. E Aristotele lo dice insieme distinto dall'esser nostro e congiunto; e dice che noi per esso operiamo e intendiamo. Averroe faceva distinto il possibile intelletto dall' anima, perchè, dicev' egli, non è forma del corpo ciò che non è corpo nè virtù corporale. Diceva inoltre: L'intelletto riceve in sè tutte le forme materiali; ora il continente dev'esser diverso dalla natura del contenuto. Nè l'intelletto possibile si può attribuire a parte veruna del corpo, perchè non atto del corpo; nè l' intendere è operazione d'organo corporeo nessuno. S. Tommaso (Cont. Gentes, lib. II) confuta siffatti argomenti. Se l'intelletto possibile, dic'egli, fosse separato dall'anima, l'uomo non intenderebbe, ma sarebbe inteso da cotesto separato intelletto. E l'intelletto possibile è già nell'uomo fin dal principio; senza che mancherebbe la capacità dell' intendere, la ragione. Non è dunque l' intelletto possibile un che comune a tutti gli uomini che furono, sono e saranno, come Averroe vuole nel terzo dell'Anima. E l'intelletto e unito al corpo come forma, poichè sempre una forma dev'essere unita con la mate

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ria. Ne riparla poi nella Somma, e dice che l' anima è la forma essenziale del corpo. Intelletto possibile era la facoltà d' intendere, facoltà dagli antichi negata all'intelletto agente. Scoto (in IV, dist. 45, qu. 1): Nullus intellectus intelligit, nisi intellectus possibilis, quia agens non intelligit. L'intelletto agente traeva dalle materiali le spirituali specie; il possibile le intendeva. [Averroe sosteneva, secondo il Daniello, che nell' uomo non sia proprio e particolare intelletto, ma che sia un intelletto universale estrinseco, il quale s' intenda in tutti gli uomini, non altrimenti che faccia il sole per tutte le parti del mondo: opinione, sotto l'espressione d'impersonalità della ragione, insegnata oggi nella scuola di M. Cousin. ]

23. (L) ARTICOLAR DEL CEREBRO: gli organi tutti. 24. (L) LO MOTOR PRIMO: Dio. REPLETO: pieno. (SL) REPLETO. Som.: Munere gratiæ repleta. (F) LIETO. Perchè vidit..... quod esset bonum (Gen., I, 10). Psal., CIII, 31: Lætabitur Dominus in operibus suis. Nel XVI, t, 30 del Purgatorio: L'anima... mossa da lieto Fattore. SPIRA. Cic., Tusc.: Humanus animus excerptus ex mente divina. Meglio la Sapienza (XV, 11): Inspiravit illi animam quæ operatur, et insufflavit ei spiritum vitalem.

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25. (SL) [E FASSI UN ALMA SOLA, CHE VIVE E SENTE, e sÈ in sÈ rigirRA. Espressione che brevemente rende un pensiero difficilissimo. Il Tasso, in un sonetto: Come vento che in sè respirí e torni Or rientra in sè stessa, or le nodose Rote distende, e sè dopo sè tira V. Purg., XXXIII, t. 39.]

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(F) Arrivo. L' anima sensitiva ha luogo, dice Pietro, nella prima massa carnale, la quale comincia ad aver vita: quindi si forma il core, il fegato, il cerebro: e organizzato l'embrione, l'anima razionale è infusa da Dio; e d' animale vegetante diventa animal ragionevole. SOLA. L'intellettiva, la vegetativa e la sensitiva. Lo spirito intelligente tira a sè l'anima sensitiva. RIGIRA. Ott. Nulla virtude sensitiva è reflessiva sopra sè medesima; perocchè è virtù affissa ad organo. Solo la virtù che reflette sè sopra sè medesima, è la virtù che non è legata da organo, ch'è solo lo intelletto: onde dice il Filosofo, nel Cap. XXX dell'Anima, che lo intelletto.... ha ragione d' intendente, e ragione d'inteso; onde in sua opera è principio e fine. Ecosi pare, ch'egli si abbia a modo d'uno giro... quando uno medesimo è il principio e la fine, secondo la sentenza di coloro che pongono nel composito una sola forma.

26. (L) LA PAROLA: il detto mio. GIUNTO: Congiunto.

(SL) [CALOR. Cicerone, dell'uomo: Quæ et succo terræ et calore solis augescens, primo est peracerba gustatu, deinde maturata dulcescit (De Senectute). ]

(F) VINO. Redi: Si bel sangue è un raggio acceso

27. E quando Lachesis non ha più lino, Solvesi dalla carne, ed in virtute

Seco ne porta e l'umano e 'l divino. 28. L'altre potenzie tutte quante mute:

Memoria, intelligenzia, e volontade, In atto, molto più che prima, acute. 29. Senza restarsi, per sè stessa cade Mirabilmente all'una delle rive: Quivi conosce prima le sue strade. 30. Tosto che luogo li la circonscrive, La virtù formativa raggia intorno Così e quanto nelle membra vive. 31. E come l'aere, quand'è ben piorno, Per l'altrui raggio che 'n sè si riflette, Di diversi color' si mostra adorno; 32. Così l'aer vicin quivi si mette

In quella forma che in lui suggella
Virtualmente l'alma che ristette.

33. E simigliante poi alla fiammella

Che segue 'l fuoco là 'vunque si muta,
Segue allo spirto sua forma novella.

Di quel sol che in ciel vedete. Or come il sole coll'umor della vite si fa vino, così, dice Stazio, lo spirito ispirato da Dio coll'anima sensitiva si fa intelligenza. Ott : Cosi fa la virtù dell'anima intellettiva, di convertire la potenza vegetabile e la sensitiva, e unirle a sè.

27. (L) QUANDO LACHESIS NON HA PIÙ LINO: quando si muore. SOLVESI 'anima. L'UMANO E'L DIVINO: la virtù senziente e l'intelligente.

(SL) LACHESÍS. Cloto è nominata nel XXI, t. 9 del Purgatorio, Atropós nel XXXIII, t. 42 dell'Inferno. Ott. Cioè quando l' umido radicale è tutto consumato, SOLVESI. En., IV: Luctantem animam, nexosque resolveret artus. Un inno: Soluta sunt jam vincula Tui sacrati corporis. VIRTUTE. Tornerà in atto l' umano quando piglierà corpo aereo.

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(SL) PIORNO. Da pluvia, come giorno da dies. (F) AERE. Giasone Ebreo colloca le anime nell'aria, e, dopo morte, colà le rimanda, 32. (L) FORMA di corpo.

(F) VIRTUALMENTE. Non perch' abbia in sè colal forma, ma perchè ha virtù d'operare. Così pensarono i Padri seguaci delle idee platoniche, Origene, Clemente: Agostino ne dubita (De Civ. Dei, XXI, 10).

33. (L) LÀ 'VUNQUE: là dovunque. SI MUTA: Va.

(F) FIAMMELLA. Il Maestro delle Sentenze: Si viventis hominis corporeus spiritus tenetur in corpore, cur non post mortem etiam corporco igne teneatur? Æn., VI: Igneus est ollis vigor et cælestis origo Seminibus (Veggasi tutto il passo, v. 730-745).

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