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Or le bagna la pioggia, e muove 'l vento
Di fuor del regno, quasi lungo 'l Verde,
Ove le trasmutò a lume spento.

Per lor maladizion sì non si perde,

Che non possa tornar l'eterno amore,
Mentre che la speranza ha fior del verde.
Ver' è, che quale in contumacia muore

Di Santa Chiesa, ancor ch' al fin si penta,
Star gli convien da questa ripa in fuore
Per ogni tempo, ch' egli è stato, trenta,
In sua presunzïon, se tal decreto

Più corto per buon prieghi non diventa.

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Vedi oramai se tu mi puoi far lieto,

Rivelando alla mia buona Gostanza

Come m' hai visto, ed anco esto divieto; Chè qui per quei di là molto s' avanza.

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145. Per quei di là, per le pre- – s'avanza, si guadagna abbreghiere di quei che son nel mondo viando il tempo dei tormenti.

FINE DEL CANTO TERZO

CANTO IV

ARGOMENTO

Stanco per lo salir sul poggio siede
Dante, ed ammira li rai rilucenti
Del Sol, che quivi da sinistra il fiede.
E colà trova che de' negligenti

Si purga il vizio, e Belacqua conosce,
Che là sen giace fra gli spirti lenti,
E orazion desira alle sue angosce.

Quando per dilettanze, ovver per doglie,

Che alcuna virtù nostra comprenda,
L'anima bene ad essa si raccoglie,
Par ch'a nulla potenzia più intenda :

E questo è contra quello error che crede
Ch' un' anima sopr' altra in noi s'accenda.

1-4. Quando ec. Quando l'anima si concentra in alcuna sua virtù o potenza, preoccupata da diletto o da dolore, pare ch' essa anima non intenda più a nessuna altra virtù o potenza sua.

5-6. E questo è contra quello error ec. Platone opinò che nell'uomo fossero tre anime. La vegetativa nel fegato, per la quale

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l'uomo crescesse, si nutricasse e ricevesse alimento. La sensitiva nel cuore, la quale sopravvenisse nel feto quando è nel ventre della madre, tosto ch'egli è organizzato. L'intellettiva nel cerebro, la quale sopravvenisse all' uomo quand' è in età d' intendere e di conoscere. Questa Platonica dottrina venne poi rinovata da alcuni Eretici.

E però, quando s'ode cosa o vede,
Che tenga forte a sè l' anima volta,
Vassene 'l tempo, e l'uom non se n'avvede ;,
Ch' altra potenzia è quella che l'ascolta,

Ed altra è quella ch' ha l'anima intera:
Questa è quasi legata, e quella è sciolta.
Di ciò ebb' io esperienzia vera,

Udendo quello spirto ed ammirando;
Chè ben cinquanta gradi salit' era
Lo Sole, ed io non m'era accorto, quando
Venimmo dove quell' anime ad una
Gridaro a noi: qui è vostro dimando.
Maggiore aperta molte volte impruna
Con una forcatella di sue spine

L'uom della villa, quando l'uva imbruna,
Che non era lo calle, onde saline
Lo Duca mio ed io appresso soli,

:

10-12. Ch' altra ec. Rende il Poeta ragione perchè nel detto caso operi solamente la potenza uditiva o visiva, e non insieme operi la riflessiva, avvertendo al trapassar del tempo e dice avvenir ciò perchè, tenendo la cosa fortemente a se l'anima volta, applicata, la sola potenza, per cui la cosa volge a sè l'anima, trovasi libera al suo esercizio; ed ogni altra potenza, che l' anima ha intera, cioè intatta, ossia non toccata dal medesimo movente obbietto, ne viene quasi legata, impedita, ad esercitarsi.

17. Ad una, ad una voce, cioè

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gridarono tutte insieme.
18. Vostro dimando, la via di sa-
lire che voi cercate.

19--21. Aperta per apertura impruna da imprunare, che vale serrare co' pruni - forcatella, diminutivo di forcata, che appellasi quella quantità di paglia, fieno, spine ec., che con un forcone si piglia; e serve tal diminutivo ad indicare vie più piccola quella fessura nel monte, per cui dovevano salire.

22. Saline invece di ne sali. Cosi poco dopo partine invece di ne parti.

Come da noi la schiera si partìne. Vassi in Sanleo, e discendesi in Noli, Montasi su Bismantova in cacume

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Con esso i piè; ma qui convien ch' uom voli; 27 Dico con l' ali snelle e con le piume

Del gran disio,

disio, diretro a quel condotto
Che speranza mi dava, e facea lume.
Noi salevam per entro 'l sasso rotto,
E d'ogni lato ne stringea lo stremo
E piedi e man voleva 'l suol di sotto.
Quando noi fummo in su l'orlo supremo
Dell' alta ripa, alla scoperta piaggia,
Maestro mio, diss' io, che via faremo?
Ed egli a me: nessun tuo passo caggia;
Pur suso al monte dietro a me acquista,
Fin che n' appaia alcuna scorta saggia.
Lo sommo er' alto che vincea la vista,

25—27. Vassi in Sanleo ec. Reca esempio di alcune delle più scoscese vie; di quelle cioè che salgono in Sanleo, città nel Ducato d'Urbino, ed in Bismantova, monte altissimo nel territorio di Reggio in Lombardia; e di quella che dagli Apennini scende in Noli, città e porto tra Finale e Savona nel Genovesato: e dice che in tutti questi luoghi può l' uomo andare valendosi de' soli piedi, ma qui invece bisognerebbero l' ali.

29. Diretro a quel, cioè, dietro a Virgilio.

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lo stremo: l'estremità, le sponde di quell' incavo, pel poco intervallo dall' una all'altra, ne strin➡ gevano a destra e a sinistra - E piedi e man ec. L'erto suolo sopra del quale camminavamo, ci obbligava a camminar carpone, a guisa d'animali quadrupedi.

37. Nessun tuo passo caggia, non mover passo allo íngiù.

39. Saggia, che sappia guidarci. 40. Lo sommo, la sommità, la cima del monte- alto che val quanto alto talmente che vincea la vista, estendevasi più in alto che

-

32-33. D'ogni lato ne stringea non arrivasse la vista.

DANTE V. II

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