120 Far sotto noi un orribile stroscio; Perchè con gli occhi in giù la testa sporgo. Perocch' io vidi fuochi, e senti pianti; 119. STROSCIO, suono del cadimento no far distinguere l'una persona dall'ald'acqua. Barg. tra ec. Gli spagnuoli, i provenzali e i 121. Scoscio, precipizio, il Lombar- francesi antichi fecero il simigliante: verdi, il Venturi e il Volpi; discesa, l'Alfie- bigrazia, Spagn. yo senti, dormi ec. per io sentii, dormii ec.; Provenz. ieu auzi, ri; Che per guardar giù s'era piegalo e quasi scosciato, il Tommaseo; allenla- io udii; Antic. Franc. Je toli, rendi, io mento delle cosce, il Bianchi. Hanno tolsi, io resi (da tolir, rendir). stoscio, cioè ruina, caduta, colpo del Tali uscite oggi ne paiono fuori regocadimento l'ediz. di Mantova 1472, quel- la; ma non pertanto, se vogliamo restiluila di Foligno 1472, il cod. vaticano (n. re molti luoghi di Dante alla lettera ge3199) detto del Boccaccio, e il cod. Fi- nuina, bisognerà stare alla consuetudine lippino della biblioteca de' Padri dell'O- antica e scrivere ad esempio: ratorio (quondam) in Napoli, del secolo Inf. XXVI, 90: Gittò voci di fuori, e disse: quando XIV (De Batines n.407), inedito. Se do Mi diparti da Circé. vesse leggersi scoscio, questa voce a Purg. XVII, 67: vrebbe, secondo che a noi pare, il signi Sentimi presso quasi un mover d'ala. ficalo di costa, balza, scoscesa, rupe; 0 Parad. III, 103: dal gr. zoos, cavitas che ha molta ana- Dal mondo, per seguirla, giovinetta logia con chaos ec. con l'aggiunta del Fuggimi. l'esse per vezzo di pronunzia: o la radi E così senti per sentii ec. Purgat. ce del vocabolo sarebbe cos, saxum a- XXIV, 148, 149, 151 e XXXII, 37°ec. sperum alque abruptum, qual'era appun- Non è dunque senti, fuggi ec. apocope to la stagliata rocca del burrato (v.134): di sentii, fuggii ec. nè si debbe apostromolto più che l's spesso si mulò in sc fare quando vi s' unisce l' aslisso e scritanto in fine, quanto nel mezzo delle pa- vere senti’mi, fuggi'mi come hanno le role: come basiare,basciare per bacia- moderne edizioni; e molto meno per mi re cc. Ma veggano i linguisti di levar le sentii, mi fuggii ec., sentimmi e fugcontroversie su questo luogo di Dante, gimmi che sono terze persone singolari spianando con l'etimologia e l'origine di del passato perfetto (Vedi il Nan. An. questo vocabolo e la germana significan- crit. Cap. I, S III, pay. 156 e seg.) ma za che dee legarvisi. Sentimi, Fuggimi siccome negli alle122. La prima persona singolare del gati luoghi di Dante e in moltissimi altri perfetto dimostrativo nella terza coniuga- rebbe: non potendosi dire nè sentiimi, . zione si termina in due ii come senlii, nè senti'mi (a), e nè sentimmi ec. cotedipartii, fuggii, udii ec. e pare che ta- slo sentimi,fuggimi ec, non si confondele terminazione sia venuta dalla cadenza rà con l'imperativo? - -È latina in ivi, lasciato fuori il v. Gli anti- rebbe via ogni confusione proferendo l'i vero; ma si torchi però tolsero il solo vi e fecero inve- finale del verbo con una certa pausa, che ce senti, diparli, fuggi, udi ec, senza somigliasse meno all'accento, che alla pure nè segnare, nè proferire accentuata quantità lunga de' latini; di tal che quell'ultima vocale. Veramente queste voci .si sarebbero potute confondere con la (a) L'i nondimeno si toglie (e la voce s'aposeconda singolare dell'imperativo e con strofa) quando nel perfetto è preceduta da vola terza singolare del perfetto, che anli- cale diversa ; onde si dirà rende'le (Dante Inf. camente si pronunziava con l'accento e XX11 , 43); fumi (id. 90) ec. ec. chè male vi si XIV, 3); rife'mi (Purg. XII, 7); pente' mi (ivi questo non si segnava nella scrittura; ma raddoppierebbe la consonante dell'affisso, diveil rispettivo soggetto cd il senso poleva- nendo allora terza persona quella ch'era prima. 125 Ond' io tremando tutto mi raccoscio. Lo scendere e 'l girar, per li gran mali Che s' appressavan da diversi canti. Che, senza veder logoro o uccello Fa dire al falconiere: oime tu cali; Per cento ruote, e da lungi si pone 130 li due ii che usiamo oggi, parrebbero to il timoniere, che sedeva al governo contratti in un solo nella forma antica d'una nave trojana ec. ec. seguita dal nostro Poeta. Fello, qui è ben come dice il BianDella quale non si scandolezzeranno i chi, tristo, di mal talento, corrucciato. graromatici, se ricorderanno che anche Fra Guittone: da honoravit, regnavit ec. si disse ono- Perch'io non m'oso allegrar nè star fello. ra, regna ec. per onorò, regnò ec, di Semprebene da Bologna: Diventa fello e pieno di pesanza. eui infiniti esempi si trovano nel Dittamondo, nel Frezzi, nel Bojardo, nel Pe cioè malinconico e annoiato. trarca ec. ed in prosa tra le scritture di Questa voce ha molli e svariati sensi, Malteo Spinello e di altri antichi. che qui giova notare,dacchè lo stesso Dan te non l'adopera sempre nella medesima 123. Mi raccoscio. Il s'accoscia (Inf. accellazione, e sono: malvagio, empio, XVIII, 132) spiegano i comentatori: si scellerato, feroce, fiero, crudele, duro, posa sulle cosce; ora questo raccosciar- inumano, violento, brutale, corrucciasi qui del Poeta non è egli il tornar di to, sdegnoso, iralo, tristo. Così dove il nuovo ad accosciarsi come stava nella nostro Poeta (Inf. XXI, 70 seg.) dice: primjera posizione? Dante dice che s'as- Usciron quei di sotto il ponticello, seltò sulle spallacce della Frode (v. 91) E volser contra lui tutt'i roncigli: il raccosciarsi fu dunque piuttosto un Ma ei gridò: Nessun di voi sia fello. rannicchiarsi stringendo le cosce a sè, tale, ardito di offendere ec. Il Petrarca Fello vale: inumano, violento, bruche non già: Mi ristringo con le cosce l'usa in sentimento di crudele, fiero, duserrate più forte addosso alla mia ca ro. Canz. 34, 2: valcatura, come col Venturi ci danno ad S'il dissi, e cielo e terra, uomini e Dei intendere gli altri: chè a Dante bastò es- Mi sien contrari, ed essa ognor più fella. ser sostenuto da Virgilio sulla malvagia Ed il Buonarr. rim. 25: bestia ; la quale non era ronzin da ma- O donna, sovra l'altre belle bella, neggio, su cui da cavaliere il nostro poe Come può chi t'onora, adora e serve Farti schiva, fugace, altera e fella? ta salisse e ne inforcasse gli arcioni. 11 Bojardo: baitaglia fella, cioè dura 128. Logoro, richiamo, il quale è fiera, crudele, feroce. Francesco Barbefatto di penne e di coramé a modo che rini usa Fegli per Felli in accezione di ala, Bargigi. tristi, catlivi, maliziosi. Bonagg. Urbiciani: 132. MAESTRO qui è il falconiere. Il Che stendive la mano per pigliare Tasso (Gerus. Liber.): E lo foco lo (zitello) 'ncende e fallo fello. Come leon, ch'anzi l'orribil coma cioè: corrucciato, irato, sdegnoso. Con muggito scotea superbo e fero, Semprebene, che fiorì verso il 1250, Se vede il suo maestro, onde fu doma La natia ferità del core altero ec. nella sua Canz.: Virgilio Eclog. III, 101: Come lo giorno, quando è dal mattino Chiaro e sereno; elli è bello a vedere Idem amor exitium pecori,pecorisque magistro. E gli augеlletti fanno lor latino Ancora, Aen. I, 115. Magister é del- Cantar si fino, -- ch'è dolce ad udire; Così ne pose al fondo Gerione A piede a piè della stagliata rocca, E, discarcate le nostre persone, 135 CANTO XVIII. Seconda bolgia: gli Adulatori. Tutto di pietra di color ferrigno, e a piè si dice nella direzione della lun. ghezza, come dell'altezza. Per la speranza di quel giorno bello, 136. Cocca è cruna della saella nelDiventa fello, e pieno di pesanza. la quale entra la corda dell'arco; e vien Fello, cioè, afflillo, mesto. I provenz. presa la parte pel tutto. Il Falcone che cor fel. cala volteggiando, senza richiamo e senIl Du-Cange fa dal sass. Faelen o Fe za preda, è acconcia similitudine della len, teut. Faelen, delinquere, errare, Frode; la quale questa volta si cruccia, cadere, discendere la voce Fellon pro- che il divino Poeta, a merito e non a pepriamente chi viola la fede giurata al suo na,discarca nel fondo dell'ottavo cerchio. Signore, e per estensione, inumano, cru 1. Fu detto (canto XI) che si può fare dele, feroce, corrucciato, iniquo ec. ec. ingiuria con forza, o con frode. I violen134. A PIEDE A PIÈ. Il Parenti vorreb son posti nel VII cerchio scompartito be si leggesse A PIE A PIÈ; e tale vera- in fosso di sangue, selva de' pruni, e sabmente è la lettera del testo Bargigiano. bione. Se n'è trattato dal canto XII al È chi chiosa A PIEDE A PIÈ:a piè appun- XVII inclusivo. I frodolenti han luogo to; altri intenderebbe: MI POSE A PIEDE, nel VIII cerchio e nel IX. L'VIII dello mi scavalcò a piè della stagliala rocca. Malebolge va distinto in dieci bolge, val Scagliata e non slagliala legge il Bar- li, o fossi, secondo le diverse specie di gigi. Stagliata è grossamenle tagliata; frode che si può fare a chi non abbia posta e il Biagioli rocca e roccia dice esser qui fidanza nel fraudolento.Il Poeta ne fa sogtutt'uno. Ma il Poeta forse intese per sla getto di tredici canti, nel seguente ordine. gliata rocca non l' alla ripa dura, ma sì Malebolge distinto in dieci valli (Inf. XVIII, 9) ed assomigliato (ivi 10-15) a un castello: la voce stagliata si spiega 1 Seduzione } 18 per quelle altre recidean (ivi v. 17), i 2 Adulazione 3 Simonia 19 tronca (ivi v. 18), che proprio è ciò che Afatturamento 20 vuol dire stagliare. Il Poeta vide appena 5 Baratteria 21 e 22 la proda del burrato e dipoi dismontò a Ipocrisia . 23 7 cavalcioni sulla Frode, senz'altro vedere Ladroneccio. 24 e 25 8 Fraudolento consiglio 26 e 27 innanzi che si avvicinasse al fondo : qui Seminamento di scandalo 28 Malebolge gli parve di pietra, come la 10 Falsità o tradimento (a) 29 e 30 cerchia che avea veduto lunghesso il sabbione, nè può giudicare stagliata o La frode commessa contro chi ebbe grossamente tagliata la parte concava del fede nel frandolento, è punita nel IX cd burrato. La stagliata rocca che il Poela ultimo cerchio, e se ne tratta dal XXXI vide nel dismontare, l'accenna egli in fi- al XXXIV canto dell'Inferno. ne di questo canto, e la descrive felice (a) S'intende quello che si fa a chi fidanza mente, nel cominciar dell'altro che sc non imborsa. BOLGE SPECIE DI FRODE CANTI 5 Come la cerchia che d'intorno il volge. Vaneggia un pozzo assai largo e profondo, Di cui suo loco dicerò l'ordigno. Tra 'l pozzo e 'l piè dell' alta ripa dura, Ed ha distinto in dieci valli il fondo. Più e più fossi cingon li castelli, 10 3. Cerchia sinonimo di Cerchio noto bione sta così tra la riva del Burrato e la il Lombardi. È anzi tutt'uno, conside- ghirlanda de' pruni (Inf. XV, 14-15), rando che gli antichi a moltissimi nomi come qui Malebolge tra il piè della ripa dicdero la finale a ed o (V.Inf. XII, 122, del Burrato e il pozzo tondo nel dritto not.) Dante poi scrive nel Convito: E di- mezzo. Cinghio per Cinghia e questa co cerchio largamente ogni ritondo, o per fascia, zona, superficie della forma corpo, o superficie (a). Dunque pare per ch'è detto. (V. not. 3). cerchia qui intendersi lutta la parte con- 10-12. Rende figura contro la lez. cava del Burrato che circonda Malebol- della Crusca: ge. Così (Parad. XV, 97): La parte dov'ei son rendon sicura. Fiorenza dentro della cerchia antica. hanno il Codice di S. Croce, che si crecerchia antica, giro o circuito delle an- de scritto di mano di Filippo Villani, tiche mura. quello dello di Fr. Stefano, i Pucciani 4. NEL DRITTO MEZZO. Dritto e dritlu- i, 7, 8, 9 il Tempiano, il Magliabechiara dissero gli antichi per giusto e giu- no, il Bartoliniano, il Cassinese, il MS. slizia. Drillo mezzo, giusto mezzo e NEL Poggiali, i quattro Patavini, tutti quelli DRITTO MEZZO vale nel cenlro. Dritto veduti dal Cesari, cinque della Riccarbene il Lombardi prende adiettivamen- diana 1004, 1010, 1011, 1017, 1024, te; chè sebbene in sentenza stia il dire: ei migliori della bibliot. Estense ec. La diriltamente o appunto nel mezzo; il sentenza è, come G. B. Niccolini spone: Poeta qui non usò la voce come avverbio; Qual figura presenta agli occhi de' riperocchè mal costrutta saria stata la fra- guardanti quel circondario di terreno se: Nel driltamente mezzo. ove sono i fossi che racchiudono i ca6. SUO LOCO DICERÒ, cioè a suo luogo: stelli ; tale immagine offrivano quei altri cod. hanno suo loco dicerà (b) e al- valli. Sconveniente crede il Monti altra cuno conterà (c). lezione da questa (V. la proposta, alla ORDIGNO, l'ordine e la forma, il con- voc. Rendere). La Frase render figura gegno e la disposizione ond'è falto. usa più volte il Poeta, come nel Convito 7. Cinghio è TONDO come una zona tratt. 3. Nevato è, sicchè tulto cuopre che rimane tra due cerchi concentrici di la neve, e rende una figura in ogni raggi sufficientemente disuguali. Il Sab- parte. V. Purgat. IX, 142 ec. RENDERE FIGURA, porgere figura, a(a) Ven. 1758, Zatta. Tom. IV, pag. 110. (b) i codici Pucciani 1, 4, 7, 8, 9, 10, il Tem- spetto, imagine di checchessia, parere, piano, i Riccardiani 1004, 1024, 1026, i MSS. sembrare ec. Frullani c Poggiali, il Bartoliniano, il Patavino Guido Guinicelli, Sonett.: Lo vostro 67 e l'Angelico. bel salulo... (c) Dicerà meglio che conterà piacque a G.B. Rimagno come statua d'ottono, Nicolini, a Cino Capponi, a G. Borghi e a Frutt. Ove spirto nè vita non ricorre, Becchi, come già al Monti; cui non parve bel modo: un luogo che conti l'ordigno di un pozzo. Se non che la figura d'uomo rende. V. Div. Com. giusta il testo Bartolin. V. 1, Così, Sonelt.: Dolente, lasso... Apparve luce che rendė splendore... pag. 155. 15 Tale imagine quivi facean quelli: E come a tai fortezze da' lor sogli Alla ripa di fuor son ponticelli; Movien, che ricidean gli argini e i fossi Infino al pozzo, che i tronca e raccogli. Di Gerion, trovammoci: e il poeta Tenne a sinistra, ed io dietro mi mossi. 20 e 133 seg.): E sonelt.: Vedutho la lucente... Nannucci, Fir.Felice Le Monn. 1843,pag. Ch'appare anzi che 'l giorno renda albore. 788 segg. Li raccoglie perchè condove Rendere e Dare fanno lo stesso uf vengono 'alla circonferenza del pozzo, inficio; come nell'altro verso: vece che nel centro a un medesimo Sovra ogni altra mi par che dea (dia) splendore. punto. 16. Sogli è lo stesso che soglie. Si TRONGA E RACCOGLI. Li taglia e finidisse antic. soglio e soglia per lo soglia- sce, sicchè più oltra non è ponle alcure o la porla. V. not. 3, 7 ed Inf. XII, no. Bargigi. 122. (Sogli. Vive in Corsica». Tom 19. Di Licago ferito d'un dardo vibramaseo. to da Enea, così Virgilio (En. X, 590): 17. MOVIEN O MOVÈN, muovevan: così Excussus curru moribundus volvitur arvis. (v. 37) facen per facean' ec. (V. Inf. Del misero fratello che di sul cocchio XVII, 47 not.). Muovere per prendere discese ralto, implorando mercè dall'Eorigine, parlirsi ec. V. Inf. II, 67 not. roe, perchè nol finisse (e che invece ne Qui v. 114 parea mosso. (Inf. XXIII, fu morto anch'egli), dice il Poeta: Frater tendebat inermes Infelic palmas, curru delapsus eodem. Or come Virgilio disse pel primo, Ex- chio ve'l precipitava ; e pel secondo, la proprietà delle voci ne fa accorti, che 18. I TRONCA, gli, li tronca (Inf. V, dosi nella schiena, si sgravo della soma Gerione, quando a lui parve, scuotendo78 not.), cioè melton capo alla ripa cir- de' due poeti, senza che questi se ne foscolare del pozzo, e giuntivi non van più sero quasi addati: il che vien significato in là, come farebbero se si prolungasse- dal vocabolo: trovammoci ec. ro dalla circonferenza al centro. Raccogli gli raccò. Raccò per Racco- 22. Pieta, maniera indultiva di pieglie è dal verbo raccoere o raccoire di tà. Barg. - Dolore, il Tommaseo. Arantica configurazione. E così da coere o FANNO il Lombardi. Asfanno, pena, comcoire per cogliere o corre vennero accò, passione in diversi luoghi. V. Inf. I, 21. ricò per accoglie, ricoglie. Il Varchi Pièta e Podèsta ec. per Pielà, PodeCons. Boez, 5, 3: stà ec. Il trasponimento dell'accento Pielà, udiamo Dante spianare il senso di questa voce: E non è pietà quella, E Mona Nanna: ricovisi lino? che crede la volgare gente, cioè dolerVedi Anal. crit. de' Verbi ital. del si dell' allrui male; anzi è questo un |