Prose letterarie di Terenzio Mamiani

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Barbèra, 1867 - 564 pages
 

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Page 245 - Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte, e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono; che quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de' vostri avi illustri il ceppo vecchio.
Page 333 - Deh, ballatetta, dille sospirando, quando le se' presente: - Questa vostra servente vien per istar con vui, partita da colui che fu servo d'Amore. Tu, voce sbigottita e deboletta ch'esci piangendo de lo cor dolente, coll'anima e con questa ballatetta va' ragionando della strutta mente.
Page 352 - S' arrestaron nel fosso a riguardarmi, Per maraviglia obliando il martiro. Or di'a Fra Dolcin dunque che s'armi, Tu che forse vedrai il sole in breve, S' egli non vuol qui tosto seguitarmi, Si di vivanda, che stretta di neve Non rechi la vittoria al Noarese, Ch' altrimenti acquistar non saria lieve.
Page 332 - Che certo per la mia disavventura Tu saresti contesa, Tanto da lei ripresa, Che mi sarebbe angoscia ; Dopo la morte poscia Pianto, e novel dolore. Tu senti , Ballatetta , che la morte Mi stringe sì, che vita m'abbandona; E senti come '1 cor si sbatte forte Per quel, che ciascun spirito ragiona: Tant' è distrutta già la mia persona , Ch'i...
Page 445 - Quando si parte l' anima feroce Dal corpo ond' ella stessa s' è disvelta, Minos la manda alla settima foce. Cade in la selva e non l' è parte scelta, Ma là dove fortuna la balestra, Quivi germoglia come gran di spelta ; Surge in vermena ed in pianta silvestra ; L' arpie pascendo poi delle sue foglie, Fanno dolore ed al dolor finestra. Come l' altre verrem per nostre spoglie , Ma non però ch' alcuna sen rivesta ; Che non è giusto aver ciò ch
Page 347 - Onde io poi ripensando, propuosi di scrivere per rima a lo mio primo amico, tacendomi certe parole le quali pareano da tacere, credendo io che ancora lo suo cuore mirasse la bieltade di questa Primavera gentile; e dissi questo sonetto, lo quale comincia : Io mi sentì svegliar.
Page 332 - Donna mia, Che per sua cortesia Ti farà molto onore . Tu porterai novelle di sospiri Piene di doglia, e di molta paura: Ma guarda, che persona non ti miri, Che sia...
Page 323 - Sol vostra figura; Chi voi non vede, mai non può valere . In questo mondo non ha creatura Sì piena di beltà...
Page 92 - ... fu forza ai nostri di cedere e di ritrarsi da tutte le parti, ricoverandosene buona porzione dentro Novara stessa. In quel punto riarse l'ira pertinace ed arcana de' nostri destini. In parecchie ordinanze entrò lo scompiglio, in alcune lo sgomento, in altre l'indisciplina, nell'esercito intero la certezza e lo sconforto della disfatta. Prima una lunga fila di feriti e fuggiaschi, mista di cavalli, d'artiglierie, di carriaggi, si rimpiattava in città e propagava intorno mestizia e paura. Seguivano...
Page 313 - Perocchè quand'io guardo verso lei, Drizzami gli occhi dello suo disdegno Sì fieramente, che distrugge il core: Allor si parte ogni vertù da' miei; II cor si ferma pel veduto segno, Dove si lancia crudeltà d'Amore.

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