Storia della letteratura italiana, Volume 1

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F. Le Monnier, 1855
 

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Page 124 - E misimi a leggere quello, non conosciuto da molti, libro di Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato s'avea.
Page 205 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 219 - De' nostri successor parte sedesse, Parte dall'altra del popol cristiano. Nè che le Chiavi, che mi fur concesse, Divenisser segnacolo in vessillo Che contra i battezzati combattesse. Nè ch' io fossi figura di sigillo A' privilegi venduti e mendaci, Ond' io sovente arrosso e disfavillo.
Page 184 - ... li tredici canti , li quali alla divina Commedia mancavano, e da loro non saputi trovare. Raccontava uno valente uomo ravegnano, il cui nome fu Piero Giardino, lungamente discepolo stato di Dante, che dopo l'ottavo mese dal dì della morte del suo maestro , era una notte , vicino all...
Page 178 - Vieni a veder la gente quanto s' ama ; E se nulla di noi pietà ti muove, A vergognar ti vien della tua fama. E se licito m' è, o sommo Giove, Che fosti in terra per noi crocifisso, Son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? O è preparazion , che nell' abisso Del tuo consìglio fai per alcun bene , In tutto dall'accorger nostro scisso?
Page 204 - Aquila che lasciò le penne al Carro, Perchè divenne mostro e poscia preda; Ch' io veggio certamente, e però il narro, 40 A darne tempo già stelle propinque, Sicuro d'ogni intoppo e d'ogni sbarro; Nel quale un Cinquecento Dieci e Cinque, Messo di Dio, anciderà la fuia, E quel Gigante che con lei delinque. 45 E forse che la mia narrazion buia, Qual Temi e Sfinge, men ti persuade, Perch...
Page 421 - E che parlassi col suo Crocifisso. O dolce fine, o anima ben nata, O santo vecchio, o ben nel mondo visso! E finalmente la testa inclinata, Prese la terra, come gli fu detto, E l'anima spirò del casto petto. Ma prima il corpo compose alla spada, Le braccia in croce, e '1 petto al pome fitto...
Page 219 - Homa e l' ardua su' opra Stupefacensi, quando Laterano Alle cose morali andò di sopra; lo, che al divino dall' umano, All'eterno dal tempo era venuto, E di Fiorenza in popol giusto e sano. Di che stupor doveva esser compiuto ! Certo, tra esso e il gaudio, mi facea Libito non udire, e starmi muto.
Page 81 - Di qua dal dolce stil nuovo ch' i' odo. Io veggio ben come le vostre penne Diretro al dittator sen vanno strette, Che delle nostre certo non avvenne. E qual più a guardar oltre si mette, Non vede più dall' uno all' altro stilo ; E quasi contentato si tacette.
Page 233 - I was on the spot there was no reason why they should not be married if the queen pleased.' 293. Cf. Purgatorio, V, 133: 'Ricorditi di me, che son la Pia; 'Siena mi fe', disfecemi Maremma.

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