Commedia di Dante Allighieri: Paradiso

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F. Pagnoni, 1869 - 493 pages
 

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Page 184 - Ciò che non muore e ciò che può morire Non è se non splendor di quella idea Che partorisce . amando, il nostro sire...
Page 70 - Donna mia vid' io sì lieta, Come nel lume di quel ciel si mise, Che più lucente se ne fe
Page 28 - Quell' esser parte, per diverse essenze Da lui distinte e da lui contenute. Gli altri giron per varie differenze Le distinzion, che dentro da se hanno, Dispongono a lor fini e lor semenze. Questi organi del mondo così vanno, Come tu vedi omai di grado in grado, Che di su prendono, e di sotto fanno. Riguarda bene a me sì com' io vado Per questo loco al ver, che tu disiri, Sì che poi sappi sol tener lo guado. Lo moto e la virtù de' santi giri, Come dal fabbro 1' arte del martello , Da' beati motor...
Page 123 - E stanco chi il pesasse ad oncia ad oncia, Che donerà questo prete cortese, Per mostrarsi di parte; e cotai doni Conformi fieno al viver del paese.
Page 173 - E tosto s' avvedrà della ricolta Della mala coltura, quando il loglio Si lagnerà che l' arca li sia tolta. Ben dico, chi cercasse a foglio a foglio Nostro volume , ancor troveria carta U' leggerebbe : i' mi son quel ch
Page 488 - Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che '1 parlar nostro ch'a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio.
Page 86 - E dentro a la presente margarita luce la luce di Romeo, di cui fu l'ovra grande e bella mal gradita.
Page 489 - Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna; sustanze e accidenti e lor costume, quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch'i
Page 327 - O gloriose stelle, o lume pregno Di gran virtù, dal quale io riconosco Tutto, qual che si sia, il mio ingegno, Con voi nasceva, e s'ascondeva vosco Quegli ch'è padre d'ogni mortai vita, Quand'io senti...
Page 23 - Beatrice in suso, ed io in lei guardava ; E forse in tanto, in quanto un quadrel posa E vola e dalla noce si dischiava, Giunto mi vidi ove mirabil cosa Mi torse il viso a sè ; e però quella, Cui non potea mia opra essere ascosa, Volta ver me sì lieta come bella : Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n' ha congiunti con la prima stella.

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