Bellezze della Divina commedia di Dante Alighieri, Volume 1Tip. di G. Silvestri, 1845 |
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alcun altra altresì anime anzi appunto assai avea aver bellezza bello bocca buon Canto capo caso cerchio certo ch'io ciascuno colla colore colui concetto conta credo Dante dice diletto dire disse dolore Dottore Duca ecco erano esempi essendo esso eziandio facendo fare fece fondo forma forte forza furono gente gran guarda innanzi intendere l'altro l'uno lascia legge letto lettore levar lingua lungo luogo Maestro maggior male mano maraviglia medesimo meglio mente mette mezzo mondo morte natura nome notare nulla nuovo occhi pare parlare parole passo pena pensando persona piacere piedi piglia poco Poeta ponte porta possa posta potuto preso proprio punto ragione ROSA sapere sarà Segue senso sentire somma spiega terra testa tocca TOREL torna tratto troppo trovato uomo vale veder vedere veggo venire verbo vero verso vidi Virgilio vivo voglia volte vuol
Popular passages
Page 92 - Questi si percotean, non pur con mano, Ma con la testa, e col petto, e co' piedi, Troncandosi co
Page 16 - Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume? Risposi lui, con vergognosa fronte: Oh. degli altri poeti onore e lume, Vagliami '1 lungo studio, e '1 grande amore, Che m' han fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 359 - Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto: che della nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé...
Page 10 - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Page 16 - Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che...
Page 70 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 436 - Mi sembri veramente, quand' io t' odo. Tu dei saper ch' io fui Conte Ugolino, E questi è l'Arcivescovo Ruggieri: Or ti dirò perch' io son tal vicino. Che per l' effetto de' suo' ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri.
Page 10 - ... raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m' era durata la notte, ch' i
Page 81 - Vuoisi così colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare.
Page 55 - Genti v' eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne' lor sembianti: Parlavan rado, con voci soavi.