La Divina commedia di Dante Alighieri, Volume 4 |
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Alberico alcun Alighieri allora altra altre amor anime antichi appresso assai avea aver Beatrice bella buon canto capo cerchio certo ch'i chiama chiaro ciascun Ciel colla color colui Comentatori cominciò convien credo Dante dice dire disse divina Divina Commedia dolce donna duca Edizione eran esso eterno fece figlio forma fosse gente gran gridò guarda Inferno l'altro lascia legge lettera lezione Lombardi luce lume Luna lungo luogo maestro maggior mano medesimo mente mezzo mondo monte morte natura nome nota note nuovo occhi opera padre Paradiso pare parlar parole passi Pensa Pietro poco Poeta porta Poscia possa posto poteva prese presso PURG quei quivi quod ragione salire santa sarà scritto segno seguito senti sovra spirito terra testo torna tosto tratto trova veder vedere veggio venir vero verso vidi visione viso vista viva voce voglia volte
Popular passages
Page 89 - Ti scaldi, s' i' vo' credere a' sembianti, Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia di trarreti avanti, Diss' io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo, che perdette La madre lei, ed ella primavera. Come si volge, con le piante strette A terra ed intra se, donna che balli, E piede innanzi piede a pena mette, Volsesi in su
Page 74 - Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 80 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi ch' entrate .' Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta : Perch' io : Maestro, il senso lor m
Page 75 - Sol nel mondo uscio. Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso ; Ambo le mani per dolor mi morsi. E quei, pensando ch...
Page 76 - Avesse di veder s' altri era meco; Ma poi che il suspicar fu tutto spento, Piangendo disse: Se per questo cieco Carcere vai per altezza d' ingegno, Mio figlio ov' è, e perchè non è teco? Ed io a lui : Da me stesso non vegno : Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno. Le sue parole e il modo della pena M' avevan di costui già letto il nome : Però fu la risposta cosi piena.
Page 74 - A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi : al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri...
Page 91 - Per entro il Cielo scese una facella, « Formata in cerchio a guisa di corona, « E cinsela, e girossi intorno ad Ella.
Page 89 - Ond' era pinta tutta la sua via. Deh, bella Donna, ch' ai raggi d
Page 74 - Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 65 - Ed io vi giuro, s'io di sopra vada, Che vostra gente onrata non si sfregia Del pregio della borsa e della spada. Uso e natura sì la privilegia, Che, perchè il capo reo lo mondo torca, Sola va dritta, e il mal cammin dispregia.