Rivista di filologia e d'istruzione classica, Volume 51E. Loescher, 1923 |
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Popular passages
Page 36 - Dio è salito perché ha sentito che " una comune legge di Giustizia per l'ampio dominio dell'aria, senza intervalli, si estende e per le sterminate regioni della luce...
Page 345 - MEPHITIN mephitis proprie est terrae putor, qui de aquis nascitur sulphuratis, et est in nemoribus gravior ex densitate silvamm.
Page 325 - Che ti giova ora aver gli altrui paesi domato e posto 'l freno a genti strane, s' oggi con teco ogni tua gloria è morta? Mercè, Dio! chè' miei giorni ho male spesi in trattar leggi tutte ingiuste e vane senza la tua che scritta in cor si porta.
Page 403 - Sulle tracce di un'estetica dell'intuizione presso gli antichi, in " Atene e Roma „, NS I (1920), pp.
Page 86 - In versu quidem theatra tota exclamant, si fuit una syllaba brevior, aut longior. Nec vero multitude pedes novit, nec ullos numeros tenet : nec illud, quod offendit, aut cur, aut in quo offendat, intelligit : et tamen omnium loogitudinum et brevitatum in sonis, sicut acutarum graviumque vocum, judicium ipsa qatura in auribus nostris collocavit.
Page 106 - A. Delatte. Essai sur la politique pythagoricienne. Bibliothèque de la Faculté de Philosophie et Lettres de l'Université de Liège.
Page 311 - Trasimaco, che poneva il giusto nell'utile del più forte ; ma invece mira ad un principio sentimentale, onde vorrebbe che a nessuno, e tanto meno ai più deboli e onesti, venisse danno.
Page 37 - Sua testa e suo volto, magnifico, è il cielo fulgente, a cui d'intorno chiome dorate di rotile stelle meravigliosamente oscillano ; omeri e sterno e largo dorso del Dio è l'aria ampiopossente; ali gli sono germogliate al dorso con le quali per tutto trasvola ; santo suo grembo è la terra, di tutto madre, con l'aspre giogaie dei monti; son l'anche formate dalla gonfia distesa del mare altisonante; estremità inferiori l'interne radici del suolo, il tenebroso Tartaro e gli ultimi confini della Terra...
Page 245 - Tu igitur qui nunc contum gladiumque sollicitus pertimescis, si vitae huius callem vacuus viator intrasses, coram latrone cantares.