Gli Studi in Italia: periodico didattico, scientifico e letterario, Volume 4

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1881
 

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Popular passages

Page 337 - L' articolar del cerebro è perfetto, Lo Motor primo a lui si volge lieto, Sovra tanta arte di natura, e spira Spirito nuovo di virtù repleto, Che ciò, che truova attivo quivi, tira In sua sustanzia, e fassi un' alma sola, Che vive, e sente, e sé in sé rigira.
Page 336 - Anima fatta la virtute attiva qual d'una pianta, in tanto differente, che questa è in via e quella è già a riva...
Page 403 - Il naturale e il carattere di mia moglie, e il naturale e carattere mio sono diversi, quanto sono distanti fra loro il ciclo e la terra. Chi ha moglie conosce il valore di questa circostanza, e chi non l'ha non si curi di sperimentarlo...
Page 334 - E de'primi appetibili l' affetto, Che sono in voi si come studio in ape Di far lo mele; e questa prima voglia Merto di lode o di biasmo non cape. Or, perchè a questa ogni altra si raccoglia, Innata v...
Page 21 - Io credo tutti i miracoli che riconosce la Chiesa, dubito di alcuni altri, e ricuso fede a tutti quelli che sento operati ai giorni miei.
Page 318 - Quaggiù, dove 1' affetto nostro langue, Mirabil cosa non mi sarà mai, Che là, dove appetito non si torce, Dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se' tu manto che tosto raccorce, Sì che, se non s
Page 473 - ... preziosa. Si può esser libero, anzi deve esserlo chi non è vile, ma le basi ei confini della vera libertà sono la fede di Gesù Cristo e la fedeltà al Sovrano legittimo.
Page 8 - Quella foggia di vestire dignitoso che assunsi non so se per orgoglio, per riflessione, o per capriccio, mi riuscì utile assai perché mi impose un contegno conveniente ; mi liberò da molte spese, e mi conciliò il rispetto del popolo. Per educazione e per natura fui sempre alieno dall...
Page 546 - Fiant luminaria in firmamento caeli, et dividant diem ac noctem, et sint in signa et tempera, et dies et annos : ut luceant in firmamento caeli, et illuminent terram.
Page 389 - Tutto il mondo corse a vederlo. Io non lo vidi, perché quantunque stessi sul suo passaggio nel palazzo comunale, non volli affacciarmi alla finestra giudicando non doversi a quel tristo l'onore che un galantuomo si alzasse per vederlo...

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