Commedia di Dante Allighieri, Volume 2 |
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Popular passages
Page 8 - Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, che spande di parlar si largo fiume?, risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, vagliami il lungo studio e il grande amore, che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 3 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 223 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 306 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza ; e parvemi alta tanto. Quanto veduta non n' aveva alcuna. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Ché dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe girar con tutte l'acque ; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che '1 mar fu sopra noi richiuso.
Page 117 - Non ti rimembra di quelle parole, Con le quai la tua Etica pertratta Le tre disposizion, che '1 Ciel non vuole : Incontinenza, malizia, e la matta Bestialitade? e come incontinenza Men dio offende, e men biasimo accatta?
Page 118 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 107 - Restato m' era, non mutò aspetto. Nè mosse collo, nè piegò sua costa. E se, continuando al primo detto, S' egli han quell' arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della donna che qui regge, Che tu saprai quanto quell
Page 108 - Quando s'appressano o son, tutto è vano nostro intelletto; e s'altri non ci apporta, nulla sapem di vostro stato umano. 105 Però comprender puoi che tutta morta fia nostra conoscenza da quel punto che del futuro fia chiusa la porta».
Page 353 - Troian che tutto ardiva, sì che 'nsieme col regno il re fu casso, Ecuba, trista misera e cattiva, poscia che vide Polissena morta, e del suo Polidoro in su la riva del mar si fu la dolorosa accorta, forsennata latrò sì come cane; tanto il dolor le fé
Page 143 - Quando si parte l' anima feroce Dal corpo ond' ella stessa s' è disvelta, Minos la manda alla settima foce. Cade in la selva e non l' è parte scelta, Ma là dove fortuna la balestra, Quivi germoglia come gran di spelta ; Surge in vermena ed in pianta silvestra ; L' arpie pascendo poi delle sue foglie, Fanno dolore ed al dolor finestra. Come l' altre verrem per nostre spoglie , Ma non però ch' alcuna sen rivesta ; Che non è giusto aver ciò ch