Antologia: giornale di scienze, lettere e arti, Volume 45

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Gian Pietro Vieusseux
G. P. Vieusseux, 1832
 

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Page 71 - E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Page 91 - Italia. Questo Dante per lo suo savere fu alquanto presuntuoso e schifo e isdegnoso, e quasi a guisa di filosafo mal grazioso non bene sapea conversare co' laici; ma per l'altre sue virtudi e scienza e valore di tanto cittadino, ne pare che si convenga di dargli perpetua memoria in questa nostra cronica, con tutto che le sue nobili opere lasciateci in iscrittura facciano di Ini vero testimonio e onorabile fama alla nostra cittade.
Page 90 - Questi fu grande letterato quasi in ogni scienza, tutto fosse laico; fu sommo poeta e filosafo, e rettorico perfetto tanto in dittare e versificare, come in aringa parlare nobilissimo dicitore, in rima sommo, col più pulito e bello stile che mai fosse in nostra lingua infino al suo tempo e più innanzi.
Page 117 - D'abbom inando aspetto Sol dall'uman pericolo Acuto ebber diletto; E dai gradi e dai circoli, Co' moti e con le voci Di già maschili, applausero Ai duellanti atroci: Creando a sè delizia E delle membra sparte E degli estremi aneliti E del morir con arte.
Page 74 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Che questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : E ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Page 71 - Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente.
Page 159 - Lucevan li occhi suoi più che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, con angelica voce, in sua favella...
Page 44 - Quivi con risa e con dolci parole, con lieti motti e con ragionamenti parentevoli assai, si come suole farsi talvolta tra congiunte genti, si Stette alquanto come quei che vuole al suo proposto, con nuovi argomenti, venir, se el potrà, e nel bel viso cominciò forte a riguardarla fiso.
Page 68 - Sicchè quasi dire si può dello Imperadore, volendo il suo ufficio figurare con una immagine, che elli sia il cavalcatore della umana volontà, lo qual cavallo come vada sanza il cavalcatore per lo campo assai è manifesto, e spezialmente nella misera Italia che sanza mezzo alcuno alla sua governazione è rimasa.
Page 61 - Dio, a' fianchi, voi che le verghe de' reggimenti d' Italia prese avete — e dico a voi, Carlo e Federigo regi, ea voi altri principi e tiranni ; — e guardate chi a lato vi siede per consiglio, e annumerate quante volte lo die questo fine de l'umana vita per li vostri consiglieri v...

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