Opere di Shakspeare, tr. di G. Carcano, Volumes 3-4 |
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Achille Addio Affè Agamenn Agamennone Ajace Alcibiade alcun amanti amico amore Ansaldo Antonio Apem Apemanto Bassanio bella Benvoglio buon Calcante Cappelletti ch'è ch'egli ch'io chè cielo compagno costui cotesto Cressida d'amore Demetrio dice dimmi Diomede dite dolce donna dramma Duca Ecco Elena Enea Entra Ermia Ettore Farfarello fate figlia figliuola Filostrato Flavio frate Lorenzo fuggir garzone gentil Giove giovine Giulia Giulietta giuro Graziano Greci Jessica lagrime Lancil Lancilotto lascia Lesto Lisan Lisandro Lucietta madonna Marcuccio Menelao messer Giannetto messere Ansaldo Montecchi morte Nerissa Nestore notte novella Nutrice Oberone occhi Orsù padre Pandaro Paride parla Patroclo Piramo poeta Porzia prego prence pria Priamo Proteo ragione Romeo Salarino sangue sarà SCENA Senat Servo SHAK Shakspeare Shylock signor Silfo Silvia spergiuro spirto Spola sposa Tebaldo Tersite Teseo Timone Tisbe Titania Troilo Troja Trojani Tubal Turio Ulisse uomo Valentino vedi veggo viene vorrei
Popular passages
Page 378 - E qui le raccontò, come Pietro la sua non vera morte per vera gli disse; onde, credendola morta, aveva, per farle morendo compagnia, ivi presso lei tolto il veleno, il quale, come acutissimo, sentia che per tutte le membra la morte gli cominciava mandare.
Page 379 - Lorenzo, inteso come e quando la giovane la polvere bevuta avesse, e che per morta era stata seppellita, e sapendo il termine esser giunto nel quale la detta polvere la sua virtù finiva, preso un suo fidato compagno, forse un'ora innanzi giorno all'arca ne venne.
Page 380 - Padre, altro non vi domando che questa grazia, la quale per lo amore che voi alla felice memoria di costui portaste (e mostrògli Romeo) mi farete volentieri ; e questo fia, di non far mai palese la nostra morte...
Page 399 - ... v' era venuto un giudice da Bologna, che diterminerebbe ogni quistione. Per che messer Giannetto disse al Giudeo : Andiamo a questo giudice. Disse il Giudeo: Andiamo; ma venga chi vuole, che a ragione io n' ho a fare quanto dice la carta.
Page 380 - Dio rinserrate il sepolcro, ed andatevene in guisa che io qui muoia; ovvero porgetemi un coltello, ch'io nel mio petto ferendo di doglia mi tragga. O padre mio! o padre mio ! ben mandaste la lettera ! ben sarò io maritata ! ben mi guiderete a Romeo! Vedetelo qui nel mio grembo già morto.
Page 403 - ... egli aveva detto al giudice, e come ella era stata quel giudice, e in che modo glielo diede. Onde messer Giannetto di questo si fece la maggior maraviglia del mondo; e veggendo ch', egli era pur vero, ne cominciò a fare gran festa. E uscito fùor di camera lo disse con alcuno de' suoi baroni e compagni, e per questo crebbe e moltiplicò l
Page 363 - Montecchi non m' ama, perciocché per la nimistà che ha co' miei, altro che la mia vergogna non può cercare ; e posto che per isposa egli me volesse, il padre mio di darmegli non consentirebbe giammai.
Page 373 - ... che poveri frati sono : e così parlando , se ne vennero a casa loro . Già era dopo questa confessione fatta tutta allegra la Giulietta , in modo che Messer Antonio e Madonna Giovanna ogni sospetto...
Page 390 - E' si levò un vento in contrario in un gomito di mare, che menò la nave mia a piombo a ferire in uno scoglio...
Page 375 - Così essendo da alcuna donna sollevata, e sopra il suo letto posta, e da altre con assai parole confortata, non restava di piagnere e di dolersi.