I sette cerchi del Purgatorio de Dante: saggio di studi

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Libreria alla Minerva editrice, 1867 - 279 pages
 

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Page 135 - E qual soffrisse di starla a vedere Diverria nobil cosa, o si morria: E quando trova alcun che degno sia Di veder lei, quei prova sua virtute; Che gli avvien ciò che gli dona salute, E si l'umilia, che ogni offesa oblia.
Page 151 - Ma picciol tempo, che poca è l'offesa Fatta per esser con invidia volti. Troppa è più la paura, ond'è sospesa L'anima mia, del tormento di sotto, Che già lo incarco di laggiù mi pesa. Ed ella a me: Chi t'ha dunque condotto Quassù tra noi, se giù ritornar credi? Ed io: Costui eh...
Page 45 - Là dove più ch' a mezzo muore il lembo. 25 Oro ed argento fino e cocco e biacca , Indico legno lucido e sereno, Fresco smeraldo in l'ora che si fiacca, 26 Dall'erba e dalli fior dentro a quel seno Posti , ciascun saria di color vinto , Come dal suo maggiore è vinto il meno. 27 Non avea pur natura ivi dipinto , Ma di soavità di mille odori Vi faceva un incognito indistinto. 28 Salve Regina in sul verde e in su' fiori Quindi seder cantando anime vidi , Che per la valle non parean di fuori.
Page 152 - Lucano ornai là dove tocca del misero Sabello e di Nassidio; e attenda a udir quel ch'or si scocca. Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio; che se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio; che due nature mai a fronte a fronte non trasmutò, si ch'amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte.
Page 190 - Quando con vece assidua Cadde, risorse, e giacque, Di mille voci al sonito Mista la sua non ha : Vergin di servo encomio E di codardo oltraggio Sorge or commosso al subito Sparir di tanto raggio, E scioglie all, urna un cantico, Che forse non morrà.
Page 195 - ... vuole avvisarci che eziandio il lungo salmeggiare è accidia, se il corpo ne trae allettamenti al suo agio, e l'anima è lontana dai pensieri di Dio; onde poi gli accenti indivoti e l'agiato sedere è forza scontare col silenzio della pia meditazione e col disagio del correre senza riposo (3). Se si noti che gli accidiosi dell...
Page 194 - Forse l'interdetta dolcezza dell' alzare a Dio anche colle labbra la preghiera è acerba, ricordanza e pena per anime , che un giorno al pregare furono troppo restie, e che or debbono intendere meglio che mai come la preghiera è il più sublime tra i privilegi degli uomini, quello che loro permette d'avvicinarsi e parlare a Dio. Forse il continuo raccoglimento nell' orazione mentale, e il pianto misto con essa (cfr. v. 99), tien luogo d' orazione vocale per gente, che dee rammentarsi e piangere...
Page 267 - Mentre ch' egli è ne' primi ben diretto, E ne' secondi sè stesso misura, Esser non può cagion di mal diletto ; Ma, quando al mal si torce, o con più cura, O con men che non dee, corre nel bene, Contra il fattore adopra sua fattura. Quinci comprender puoi ch...
Page 122 - L' angel che venne in terra col decre'to della molt' anni lagrimata pace, che aperse il ciel dal suo lungo divieto, dinanzi a noi pareva si verace quivi intagliato in un atto soave, che non sembiava imagine che tace. Giurato si saria ch' ei dicesse; Ave, pero che ivi era imaginata quella, che ad aprir l
Page 65 - A così riposato, a così bello Viver di cittadini, a così fida Cittadinanza, a così dolce ostello Maria mi diè, chiamata in alte grida ; E nell'antico vostro batisteo Insieme fui cristiano e Cacciaguida.

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