L'epigramma italiano dal risorgimento delle lettere ai tempi moderni: con cenni storici, biografie e note bibliografiche; opera dilettevole che forma la "Storia dell' epigramma in Italia" e "Supplemento alle attuali storie letterarie" ...

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U. Hoepli, 1918 - 495 pages
 

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Page 38 - 1 danno e la vergogna dura, Non veder non sentir m' è gran ventura ; Però non mi destar : deh parla basso.
Page 9 - Est brevitate opus, ut currat sententia neu se Impediat verbis lassas...
Page 28 - Natura, si vede ciascun tempo al mondo errante. Ogni cosa è fugace e poco dura, tanto Fortuna al mondo è mal costante; sola sta ferma e sempre dura Morte.
Page 222 - Mi trovan duro? Anch'io lo so: pensar li fo. Taccia ho d'oscuro? Mi schiarirà poi libertà.
Page 74 - Chi volesse saper di ch' è il vestito, che già quattordici anni ei porta sotto, non troveria del primo drappo un dito. Ei mangia pan bollito e talora un quattrin di calde arrosto e il Natale e la Pasqua un uovo tosto.
Page 329 - Il fare un libro è meno che niente, Se il libro fatto non rifà la gente.
Page 268 - A. LINAKER, La vita ei tempi di Enrico Mayer, Firenze, Barbèra, 1898, II, pagg.
Page 29 - Chi vuol esser lieto, sia: Di doman non c'è certezza. Donne e giovanetti amanti, Viva Bacco e viva Amore ! Ciascun suoni, balli e canti ! Arda di dolcezza il core ! Non fatica, non dolore ! Quel c'ha esser, convien sia. Chi vuol esser lieto, sia: Di doman non c'è certezza.
Page 39 - l primo pianto Picciol tempo il Sol vider gli occhi miei. Qui son per sempre ; nè per men vorrei, S'i' resto vivo in quel che m'amò tanto.

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