Benvenuto Rambaldi da Imola illustrato nella vita e nelle opere e di lui Commento latino sulla Divina commedia di Dante Allighieri, Volume 1Galeati, 1855 - 866 pages |
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Acheronte alcuni Alichino allora altra Anfiarao anime Aristotile Assalonne avea barattieri bolgia canto canto XVI Capaneo Cartagine castigo cerchio Cesare ch'io chè chiama ciascun cielo città colla colpa colui COMMENTO DI BENVENUTO corpo costui Cristo Dante demoni dice dire divina dolore duca ebbe Enea Eneide erano Eteocle fama fece ferito fiamma fiera figlio filosofo finge fiorentini Fiorenza fiume Flegetonte frode fuggire fuoco furono gente Gerione Ghibellini gran grida guerra Guido imperocchè Inferno l'altro l'anima l'autore luogo lussuria maestro Malacoda maraviglia mare mente mezzo misero mondo monte morte mostra Nembroth nemici niuno nobile nome occhi Omero Ovidio padre Paradiso parla passo patria pece pena piedi Pistoia poco poeti ponte poscia poteva prese puniti Purgatorio ragione RAMBALDI regno rispose riva romani sangue selva serpente superbia Tebe terra testa Tideo tormento tosto traditori Ulisse uomo valle Vanni Fucci vedi vidi Virgilio virtù vizi volgare volse
Popular passages
Page 60 - Lucevan li occhi suoi più che la stella; e cominciommi a dir soave e piana, con angelica voce, in sua favella...
Page 21 - I' non so ben ridir com'io v'entrai: Tant'era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai. Ma poi ch'io fui appiè d'un colle giunto, Là ove terminava quella valle Che m'avea di paura il cor compunto. Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta Che mena dritto altrui per ogni calle.
Page 788 - La bocca sollevò dal fiero pasto Quel peccator, forbendola a' capelli Del capo ch'egli avea diretro guasto: Poi cominciò : tu vnoi ch' io rinnovelli Disperato dolor, che '1 cuor mi preme, Già pur pensando, pria ch'io ne favelli. Ma se le mie. parole esser den seme , Che frutti infamia al traditor ch'io rodo, Parlare e lagrimar vedrai insieme.
Page 82 - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto Fattore; fecemi la divina Potestate, la somma Sapienza e il primo Amore. Dinanzi a me non fur cose create, se non eterne, ed io eterno duro: lasciate ogni speranza, voi eh' entrate." Queste parole di colore oscuro vid' io scritte al sommo d' una porta; per eh' io: "Maestro, il senso lor m
Page 21 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 142 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai: Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 630 - S' io credessi che mia risposta fosse A persona che mai tornasse al mondo, Questa fiamma staria senza più scosse : Ma perciocchè giammai di questo fondo Non tornò vivo alcun, s' i' odo il vero, Senza tema d
Page 84 - Acheronte. Allor con gli occhi vergognosi e bassi, Temendo no 'l mio dir gli fusse grave , 80 Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo , Gridando: Guai a voi anime prave: Non isperate mai veder lo cielo. 85 I' vegno per menarvi all' altra riva , Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Page 366 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Page 24 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.