Giornale arcadico di scienze, lettere ed arti

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Page 190 - Ond' ella toglie ancora e terza e nona, Si stava in pace, sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura Che fosse a veder più che la persona. Non faceva, nascendo, ancor paura La figlia al padre, chè il tempo e la dote Non fuggian quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote; Non v' era giunto ancor Sardanapalo A.
Page 191 - Quell'anima gentil fu così presta, Sol per lo dolce suon della sua terra, Di fare al cittadin suo quivi festa ; Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi, e 1' un 1' altro si rode Di quei eh' un muro ed una fossa serra. Cerca, misera, intorno dalle prode Le tue marine, e poi ti guarda in seno, S' alcuna parte in te di pace gode.
Page 191 - Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell...
Page 97 - Ma quell' ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico , E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico: Ed è ragion ; chè tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi , Gente avara, invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Page 195 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Page 97 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 195 - Dispensatore dello universo, che la cagione della mia scusa mai non fosse stata! Che né. altri contro me avria fallato; né io sofferto avrei pena ingiustamente. Pena, dico, d'esilio e di povertà.1 Poiché fu piacere de...
Page 99 - Vien dietro a me, e lascia dir le genti: * Sta come torre ferma , che non crolla Giammai la cima per soffiar de...
Page 97 - ... in una valle, avanti che l'età mia fosse piena. Pur ier mattina le volsi le spalle: questi m'apparve, tornand'io in quella, e reducemi a ca per questo calle.» Ed elli a me: «Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto, se ben m'accorsi nella vita bella; e s'io non fossi sì per tempo morto, veggendo il ciclo a te così benigno, dato t'avrei all'opera conforto.
Page 190 - Che pria li padri e le madri trastulla; L'altra, traendo alla rocca la chioma, Favoleggiava con la sua famiglia De' Troiani, di Fiesole e di Roma.

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