Saggio di proverbi triestiniColombo Coen, 1860 - 107 pages |
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Agamennon alcuni allora altrui Ambra amici amigo amor anca anco anzi aqua Ariosto aver azioni Bater belle bezzi bisogna boca buon casa cerca certe chè ciapa Ciaro colla compagnia conoscere cotali d'ogni Dante debito detto diavolo dice pure Dicesi pure dire dolze domestica donna ecco effetti Esopo faccia famiglia fanno fare fato fogo fortuna galina ghe xe gioventù gninte gran guadagni Guadagnoli Idio Iliade indove Inferno intel L'omo l'ozio l'uomo ladro lassar lavoro leggitrici loda magna male male operato manigo Mejo Metastasio Meter morte nassi occi Ognidun Omero Orlando Furioso padrone parla paron persone piova popolo portanza proprio Prov PROVERBI TRIESTINI ragazzi ridi SAGGIO DI PROVERBI Salom Santa Luzia scherzando sciuppano senso sentenza sentire sepultura sieno Simonide sociale società sorte star taluno trova tuto uomini uomo Vale varda vedere veggono vero virtù viver vizina vizio vogliono vuol zogo
Popular passages
Page 85 - Intra due cibi, distanti e moventi d'un modo, prima si morria di fame, che liber...
Page 45 - Maestro accorto lo sospinse, dicendo : Via costà con gli altri cani. Lo collo poi con le braccia mi cinse; baciommi in volto, e disse: Alma sdegnosa, benedetta colei che in te s'incinse.
Page 39 - Si vedria che i lor nemici hanno in seno; e si riduce nel parere a noi felici ogni lor felicità.
Page 6 - L'umana compagnia, Tutti fra se confederati estima Gli uomini, e tutti abbraccia Con vero amor, porgendo Valida e pronta ed aspettando aita Negli alterni perigli e nelle angosce Della guerra comune.
Page 32 - Le man stese, e dolente alla diletta Madre pregando, Oh madre! è questo, disse, Questo è l'onor che darmi il gran Tonante A conforto dovea del viver breve A cui mi partoristi? Ecco, ei mi lascia Spregiato in tutto : il re superbo Atride Agamenndn mi disonora; il meglio De' miei premii rapisce, e sei possiede.
Page 46 - Se pur nel nostro secolo si danno ) Che, la toga indossando e le brachesse, Voglion parlar di quello che non sanno; E. spiattellando errori madornali, Brillar si credon fra le loro eguali. Diran che un architetto era Piatone, Puffendorf un pittor, Locke un castello, E maestro di musica Bacone, E imperator di Roma il Mongibello, E Stoa una Dama, e che Peripatetico Un filosofo fu di setta eretico.
Page 62 - Né luogo ebbero i finti svenimenti, Le convulsioni, ei colpi di riserva Che in oggi molte donne adoprar sogliono, E ottengon dai mariti quel che vogliono. Sul primo fece un poco la smorfiosa; Ma veduto che Gosto colle buone La prendeva, e che ciò ben altra cosa Era, che il suon di ruvido bastone, E ben, ci sto : ella disse : quindi presero II lume, e quieti in letto si distesero.
Page 46 - Sanza la qual chi sua vita consuma Cotal vestigio in terra di se lascia...
Page 47 - La circular natura, ch' è suggello Alla cera mortai, fa ben sua arte, Ma non distingue l'un dall'altro ostello. Quinci addivien ch' Esaù si diparte Per seme da Jacob. e vien Quirino Da sì vii padre che si rende a Marte. Natura generata il suo cammino Simil farebbe sempre ai generanti, Se non vincesse il provveder divino.
Page 37 - Morte né danno né ignominia ria. Chi nuoce altrui, tardi o per tempo cade II debito a scontar, che non s