Alessandro Manzoni: reminiscenze, Volumes 1-2Treves, 1882 |
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Adelchi affatto alcuni Alessandro Alessandro Manzoni allora amici ammirava avea Beccaria bella bisogno Brusuglio buon CANTÙ cara Carmagnola casa cercare Cesare Beccaria chè Chiesa Cinque Maggio colla conoscere credo cristianesimo cuore D'Azeglio d'Italia diceva dire disapprovava esclamò Fauriel fece fede figlio figliuoli filosofia francese frasi Gaetano Filangeri giorno Giudici Giulia Giulia Beccaria Göthe Governo gran Grossi idee italiana jeri l'uomo lascia lavoro leggi lettera lettere libro lingua lodi Lombardia Longobardi mandò Manzoni Massimo D'Azeglio mente migliori Milano mostra nobile nuovo padre panteismo Parigi parlare parole passato passioni pensare pensiero piacere poco poesia poeta politica popolo possa poteva principio Promessi Sposi publico pure ragione regno d'Italia religione rivoluzione romanzo Rosmini sapere scritto scrittori scriveva secolo sentimenti signor società stile storia storico Toscana toscano troppo trova umano uomo varj vedere Vercurago verità vero verso vizj voleva vulgo Walter Scott zione
Popular passages
Page 276 - E con questo le ho implicitamente confessato ch'io sono in quella scomunicata, derisa, compatita opinione, che la lingua italiana è in Firenze, come la lingua latina era in Roma, come la francese è in Parigi...
Page 317 - Speriamo che il Signore la voglia conservare ancora tra noi, e darle tempo di condurre a termine tante belle opere che ha cominciate, la sua presenza tra noi è troppo necessaria.
Page 35 - ... sentimenti puri e giusti, che debbo e sento per detta mia erede, per la costante e virtuosa amicizia a me professata; dalla quale riporto non solo una compita soddisfazione degli anni con lei passati, ma un'intima persuasione di dovere alla di lei virtù e vero disinteressato attaccamento quella tranquillità d'animo e felicità, che mi accompagnerà...
Page 337 - ... figliuoli, non si saprebbe intendere, se non si sapesse che fu rassegnazione: quel dono che, nell'ingiustizia degli uomini, fa veder la giustizia di Dio, e nelle pene, qualunque siano, la caparra, non solo del perdono, ma del premio. L'uno e l'altro non cessaron di dire, fino all'ultimo, fin sulla rota, che accettavan la morte in pena de' peccati che avevan commessi davvero.
Page 194 - Te sollevi il povero al ciel, ch'è suo, le ciglia, volga i lamenti in giubilo, pensando a Cui somiglia: cui fu donato in copia, doni con volto amico, con quel tacer pudico, che accetto il don ti fa. Spira de...
Page 273 - A corruptissimo quoque poetarum figuras seu translationes mutuamur, turn demum ingeniosi scilicet, si ad intelligendos nos opus sit ingenio. Atqui satis aperte Cicero praeceperat, in dicendo vitium vel maximum esse a vulgari genere orationis atque a consuetudine communis sensus abhorrere.
Page 112 - ... Per l'inno al Redentore. Tu sapevi già tutto ab eterno, ma permetti all'immaginazione umana che noi ti consideriamo come più intimo testimonio delle nostre miserie. Tu hai provata questa vita nostra, tu ne hai assaporato il nulla, tu hai sentito il dolore e l'infelicità dell'esser nostro ec.
Page 64 - Persuaso che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti, e una festa per alcuni, ma per tutti un impiego, del quale ognuno renderà conto, cominciò da fanciullo a pensare come potesse render la sua utile e santa.
Page 214 - Questa voce mi anima a proseguire lietamente in questi studj, confermandomi nell'idea che per compire il meno male un'opera d'ingegno, il mezzo migliore è di fermarsi nella viva e tranquilla contemplazione dell'argomento che si tratta, senza tener conto delle norme convenzionali, e dei desiderj per lo più temporanei della maggior parte dei lettori.
Page 238 - E non mi fa meno stupore il sentire in bocca de' contadini e della plebe minuta parole che noi non usiamo nel favellare per fuggire l'affettazione, stimandole proprie dei soli scrittori, come mentovato, ingombro, recare , ragionare ed altre molte, ed alcune anche più singolari, di cui non mi sovviene.