Storia della poesia in Italia, Volume 2

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G. Silvestri, 1857
 

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Popular passages

Page 84 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovile, ov' io dormii agnello Nimico a' lupi, che gli danno guerra; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò '1 cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L'anime a Dio, quiv
Page 107 - ... mi cadevano dalle mani per la languidezza, trivialità, e prolissità dei modi e del verso, senza parlare poi della snervatezza dei pensieri. Tra le men cattive lessi e postillai le quattro traduzioni del Paradisi dal francese, e la Mcrope originale del Maffei.
Page 269 - Forse tu fra' plebei tumuli guardi, vagolando, ove dorma il sacro capo del tuo Parini ? A lui non ombre pose tra le sue mura la città, lasciva d'evirati cantori allettatrice, non pietra, non parola; e forse l'ossa col mozzo capo gl'insanguina il ladro che lasciò sul patibolo i delitti.
Page 265 - Vedrò redrò da le mal nate fonti , Che di zolfo e d'impura Fiamma e di nebbia oscura Scendon l'Italia ad infettar da i monti; Vedrò la gioventude I labbri torcer disdegnosi e schivi E ai limpidi tornar di Grecia rivi, Onde natura schiude Almo sapor, che a sé contrario il folle Secol non gusta, e pur con laudi estolle. Questi é il Genio- dell...
Page 243 - Sogni e favole io fingo; e pure in carte Mentre favole e sogni orno e disegno, In lor, folle ch'io son, prendo tal parte, Che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Page 254 - Quando poi d'età carco il bisogno lo stringe, chiede opportuno e parco con fronte liberai che l'alma pinge; % e se i duri mortali a lui voltano il tergo, ei si fa, contro ai mali, de la costanza sua scudo ed usbergo. Né si abbassa per duolo, né s'alza per orgoglio >. E ciò dicendo, solo lascio il mio appoggio; e bieco indi mi loglio. Così, grato ai soccorsi, ho il consiglio a dispetto; e, privo di rimorsi, col dubitante pie torno al mio tetto.
Page 269 - Nume, fra queste piante ov'io siedo e sospiro 11 mio tetto materno. E tu venivi e sorridevi a lui sotto quel tiglio ch'or con dimesse frondi va fremendo perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio cui già di calma era cortese e d'ombre.
Page 269 - Pur nuova legge impone oggi i sepolcri Fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti Contende. E senza tomba giace il tuo Sacerdote, o Talia, che a te cantando Nel suo povero tetto educò un lauro Con lungo amore, e t' appendca corone ; E tu gli ornavi del tuo riso i canti Che il lombardo pungean Sardanapalo, Cui solo è dolce il muggito de' buoi Che dagli antri abduàni e dal Ticino Lo fan d
Page 148 - Ah, padre mio, fatemi imparare la filosofia dell'uomo, la buona morale, la fisica sperimentale. — Su via, su via, come sei venuto qua? — Per mare. — Con chi? — Con una compagnia di comici. — Di comici ? — Padre mio, son gente di garbo. — Come...
Page 80 - Catone, ed altre, sino a quattro e cinque volte le rilessi con un tale trasporto di grida, di pianti , e di furori pur anche, che chi fosse stato a sentirmi nella camera vicina mi avrebbe certamente tenuto per impazzato.

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