Studi vari sulla Divina Commedia

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S. Lapi, 1888 - 151 pages
 

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Popular passages

Page 17 - Tuttavia, dopo alquanto tempo, la mia mente, che s'argomentava di sanare, provvide (poiché né il mio, né l'altrui consolare valea) ritornare al modo che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi. E misimi a leggere quello, non conosciuto da molti, libro di Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato s'avea.
Page 39 - Fuor delle braccia del suo dolce amico: Di gemme la sua fronte era lucente, Poste in figura del freddo animale, Che con la coda percuote la gente: E la Notte de...
Page 9 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 32 - Tu 1 sai che non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La veste ch
Page 142 - Da tema e da vergogna voglio che tu ornai ti disviluppe, sì che non parli più com'om che sogna. Sappi che '1 vaso che '1 serpente ruppe fu e non è; ma chi n'ha colpa, creda che vendetta di Dio non teme suppe.
Page 145 - Non sarà tutto tempo senza reda L'aquila che lasciò le penne al carro, Perché divenne mostro e poscia preda; Ch'io veggio certamente, e però...
Page 120 - Vuoisi cosi colà, dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare.
Page 145 - L' Aquila che lasciò le penne al Carro, Perchè divenne mostro e poscia preda; Ch' io veggio certamente, e però il narro, 40 A darne tempo già stelle propinque, Sicuro d'ogni intoppo e d'ogni sbarro; Nel quale un Cinquecento Dieci e Cinque, Messo di Dio, anciderà la fuia, E quel Gigante che con lei delinque. 45 E forse che la mia narrazion buia, Qual Temi e Sfinge, men ti persuade, Perch...
Page 34 - Io son fatta da Dio, sua mercé, tale, Che la vostra miseria non mi tange, Né fiamma d' esto incendio non m' assale. Donna è gentil nel Ciel, che si compiange Di questo impedimento, ov' io ti mando, Sì che duro giudicio lassù frange.
Page 120 - Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo, Gridando : Guai a voi, anime prave ! Non isperate mai veder lo Cielo : 85 Io vegno per menarvi all' altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo. E tu che se' costi, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.

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