PurgatorioU. Hoepli, 1888 |
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allor ancor anima anime Aragonia autor Beatrice buon CANTO caufa celum ch'io Chè che di ciel ciò Cofi color colui come cominciò comparationem Dantes defcribit Deus dicens dicit dietro diffe dixit dolce Donna Duca Ed io effe effer effet eius eſt facere facit fcilicet fece fecit fecunda pars femper fenza fibi ficut fignificat fole forfe fotto frate fuam fubdit funt fuoi fupra fuum gente ideft ideo ideſt ifta iftam ifte ifti iftius ifto iftud iftum inferno innanzi ipfe ipfum ipſum iſta l'altro nifi noftra notandum nunc nunquam occhi oftendit ogni omnibus parole pena perchè petitio più poco Pofcia poft ponit poteft pria primo propter purgatorium quafi dicat qualiter quefta Quivi refpondit Statius terra theologia tofto tunc tutto ufque unam unum veder vedi venit verfus vicia vicio vicium vidi Virgilio Virgilius virtù vult
Popular passages
Page 206 - Pur a quel ben ferire ond' ella è ghiotta, Di quel si pasce, e più oltre non chiede. Ben puoi veder che la mala condotta È la cagion che il mondo ha fatto reo, E non natura che in voi sia corrotta. Soleva Roma, che il buon mondo feo, Duo soli aver, che 1' una e 1" altra strada Facean vedere, e del mondo e di Deo.
Page 281 - Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte, quando dicesti: ' Secol si rinova; torna giustizia e primo tempo umano, e progenie scende da ciel nova
Page 139 - Non è il mondan romore altro che un fiato Di vento, che or vien quinci ed or vien quindi, E muta nome, perchè muta lato. 103. Che voce avrai tu più, se. vecchia scindi Da te la carne, che se fossi morto Innanzi che lasciassi il pappo e il dindi, 106. Pria che passin mill...
Page 296 - Tant'è a Dio più cara e più diletta La vedovella mia che tanto amai, Quanto in bene operare è più soletta; Che la Barbagia di Sardigna assai Nelle femmine sue è più pudica.
Page 150 - Che ritraesse l' ombre ei tratti, ch' ivi Mirar farieno ogn' ingegno sottile ? Morti li morti, ei vivi parean vivi. Non vide me' di me chi vide il vero, Quant' io calcai fin che chinato givi.
Page 128 - Di che l' animo vostro in alto galla, Poi siete quasi entomata in difetto, Sì come verme, in cui formazion falla ? Come, per sostentar solaio o tetto, Per mensola talvolta una figura Si vede giunger le ginocchia al petto, La qual fa del non ver vera rancura Nascere in chi la vede ; così fatti Vid' io color, quando posi ben cura.
Page 355 - Avere in sé, mi feria per la fronte Non di più colpo che soave vento; Per cui le fronde, tremolando pronte, Tutte quante piegavano alla parte U...
Page 255 - Tempo vegg'io, non molto dopo ancoi, che tragge un altro Carlo fuor di Francia, per far conoscer meglio e sé e
Page 398 - Per la mia morte : qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio ? Ben ti dovevi per lo primo strale, Delle cose fallaci levar suso Diretr' a me, che non era
Page 384 - Prima ch' io fuor di puerizia fosse, Volsimi alla sinistra col rispitto Col quale il fantolin corre alla mamma. Quando ha paura o quando egli è afflitto, Per dicere a Virgilio: Men che dramma Di sangue m' è rimasa che non tremi ; Conosco i segni dell