Versi e prose, Volume 1 |
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Common terms and phrases
Alamanni albergo alcun allor alma alto altra altrui amaro amico Amor antico Arno avea aver bella buon canto caro cerca ch'io Chè chiama chiaro ciel Cintia colli crede Creonte crudel cura d'ogni danno desir dice doglia dolce dolor donna dono duol duro eterno fallir fede fido figlio fior Flora fortuna forza fugge gentil giorno Giove gran guarda intorno l'alma l'altro lascia lasso leggiadro lieto luce Luna lunge mente mille mondo monte mortal morte nome nulla nuovo occhi oggi ognor omai onor pace padre parlar passi patria pena pensar pensier piangendo Pianta piena pietà poco porta possa pregio prende quei ragion regno santo sdegno seguir sente servo Signor SONETTO sperar spesso talor tema terra terren torni tosche tosto tristo troppo trova vaga vede veder veggio venir venti vero versi vide virtù vista vive voglia volto
Popular passages
Page xxvi - Dal barbarico stuol m' è tolto, ahi lasso ! E con gli occhi dolenti e '1 viso basso Sospiro e inchino il mio natio terreno, Di dolor, di timor, di rabbia pieno, Di speranza e di gioia ignudo e casso. Poi ritorno a calcar 1'Alpi nevose, E '1 buon gallo sentier, ch'io trovo amico Più de' figli d' altrui, che tu de
Page 273 - Di tal, ch' è dentro di miseria pieno. Non è vita più queta e più soave Che 'l sentir seco la sua mente pia Libera e scarca d...
Page 198 - Poi, come più e più verso noi venne l'uccel divino, più chiaro appariva: per che l'occhio da presso noi sostenne...
Page xiv - Questi ed ognaltro che la patria tenta Di libera far serva, si arrossisca; Né dove il nome d' Andrea Doria senta, Di levar gli occhi in viso d
Page xiii - Francesco mi ralteneva i servizi, e non mi atteneva la promessa di restituire Savona alla patria, perché non possono queste occasioni aver forza di far mutare uno dall'antica fede. Ma ben puote aver forza , che io sapevo che il re non mai avrebbe volsuto liberar Genova dalla sua signoria, né che ella mancassi di un suo governatore , né della fortezza. Le quali cose avendo io ottenute felicemente con ritirarmi dalla sua fede , posso ancora a chi bene anderà considerando dimostrare il mio fatto...
Page xxvii - Benvenuto orefice s.ano e salvo, ed appena eh' egli stesso lo crede ; che quando gli fu aperta la prigione gli parea sognare, né mai più oramai si pensava di uscire ; e vi prometto che qui in Roma non era chi credesse che noi lo avessimo ad ottenere : può veramente riconoscere la vita dal cardinal di Ferrara e dagli amici suoi.
Page 285 - Non saprei dar de' miei pensier le chiavi All' ambizion, che mi portasse in alto Alla fucina delle colpe gravi. Non saprei il core aver di freddo smalto Contro a pietà, talor nocendo a tale Ch' io più di tutti nella mente esalto. Non di loda onorar chiara immortale Cesare e Siila, condannando a torto Bruto e la schiera che più d
Page 264 - L' arco dell' ira lor, che schianta il nervo. Sempre ha vendetta in sommo della bocca Femmina irata, che per poco oltraggio Odio, rabbia e venen dal cor le fiocca. Né pensi alcun per buon consiglio saggio Già mai placarla, che men crudo è l' aspe, Quanto più cuoce il Sol, passato il maggio; Quasi empia tigre intorno ali' onde caspe Che non s' acqueta' fin che '1 sangue scorga, O il fil troncato che la Parca innaspe.
Page 251 - Or per altro sentier nel del s" ascende Non chi si pente, ma si monda e scarca Chi la mano al pastor con 1' oro stende. Con piu ricco nocchier nuove onde varca, Con le sarte di seta, e d' or la vela, Lunge da Galilea la santa barca. D...
Page 279 - Né pensate, signor, che quanto io dico Oltre un dolce parlar s' estenda molto. Ben si chiama signor, fratello, amico Altrui portando fronde, erbette e fiori, Ognor dagli orti, ovver dal campo aprico. E di dolci baciar gli accesi amori Pascon sovente, che in men pregio gli hanno Che non ha il porco i più soavi odori. O Flora o Cintia, in che doglioso affanno 1 Durane».