Orlando furioso: conservato nella sua epica integrità e recato dall' abate Gioachino Avesani, Volume 1A.F. Stella e figli, 1829 |
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Acciò Agramante ajuto Alcina alcun anco appresso aprica Aquilante Ariodante arme Astolfo avea avean Bajardo battaglia bella Bireno bosco Bradamante buon caccia canto cavalier cavallo ch'a ch'abbia ch'al ch'avea ch'era ch'in ch'io Ch'un Chè ciel Circasso colla condutto costei costui crudel Damasco destrier dicea dietro disío donna donzella duca ebbon facea fece fere Ferraù fiero foco fratel fretta Frisa fuggir gente Ginevra giorno giostra gran grida Grifon guerrier idaspe incrudisce indi innanzi l'arme l'avea l'elmo l'uno e l'altro lancia lascia levò lito loco Marfisa Medoro monte morir morte mostra nocchier Norandino occhi Orlando paladin passa periglio petto piglia poco ponno porta potea prese Proteo quivi resta Rinaldo ritrovar Rodomonte Ruggier Saracin saría sasso Scozia scudo seco Selandia selva signor solea spada Spagna tenea terra tosto trova usberghi vede veder veggio venía venne vide volse vuol Zerbin
Popular passages
Page 11 - Fugge tra selve spaventose e scure, per lochi inabitati, ermi e selvaggi. Il mover de le frondi e di verzure, che di cerri sentia, d'olmi e di faggi, fatto le avea con subite paure trovar di qua di là strani viaggi; ch'ad ogni ombra veduta o in monte o in valle, temea Rinaldo aver sempre alle spalle.
Page 9 - Amone: con preghi invita, et al fin toglie in groppa, e per l'orme d'Angelica galoppa. 22 Oh gran bontà de' cavallieri antiqui! Eran rivali, eran di fé diversi, e si sentian degli aspri colpi iniqui per tutta la persona anco dolersi; e pur per selve oscure e calli obliqui insieme van senza sospetto aversi. Da quattro sproni il destrier punto arriva ove una strada in due si dipartiva.
Page 207 - ... e corre al mar, graffiandosi le gote, presaga e certa ormai di sua fortuna. Si straccia i crini, e il petto si percuote, e va guardando (che splendea la luna) se veder cosa, fuor che '1 lito, puote; né, fuor che '1 lito, vede cosa alcuna.
Page 4 - ... 1 poco ingegno ad or ad or mi lima, me ne sarà però tanto concesso, che mi basti a finir quanto ho promesso. Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splender del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l'umil servo vostro. Quel ch'io vi debbo, posso di parole pagare in parte, e d'opera d'inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono; che quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m'apparecchio, ricordar...
Page 450 - Che viti o salci par che poti e tronchi : Tutto di sangue il fier Pagano asperso, Lasciando capi fessi e bracci monchi, E spalle e gambe ed altre membra sparte, Ovunque il passo volga, al fin si parte.
Page 501 - 1 secondo a lato al primo uccida ; Che mentre in fretta a questo ea quel domanda, Chi tirato abbia l'arco, e forte grida, Lo strale arriva, e gli passa la gola, E gli taglia pel mezzo la parola.
Page 160 - Mi nuoce, ahimè! ch'io son giovane, e sono tenuta bella, o sia vero o bugia. Già non ringrazio il ciel di questo dono; che di qui nasce ogni ruina mia...
Page 130 - Chi va lontan da la sua patria, vede cose, da quel che già credea, lontane; che narrandole poi, non se gli crede, e stimato bugiardo ne rimane: che '1 sciocco vulgo non gli vuol dar fede, se non le vede e tocca chiare e piane.
Page 333 - Avea piacevol viso, abito onesto, un umil volger d'occhi, un andar grave, un parlar sì benigno e sì modesto, che parea Gabriel che dicesse: Ave. Era brutta e deforme in tutto il resto: ma nascondea queste fattezze prave con lungo abito e largo; e sotto quello, attosicato avea sempre il coltello.
Page 133 - ... finger san pittori industri; con bionda chioma lunga et annodata: oro non è che più risplenda e lustri. Spargeasi per la guancia delicata misto color di rose e di ligustri; di terso avorio era la fronte lieta, che lo spazio finia con giusta meta.