Tutte le opere di Salomone Gessner, Volume 1Dalla Societa' vescovi, 1817 |
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abbracciò Abele acciocchè Adamo affanni alcun allato amore Angeli anima appresso avea bella bontade braccia cadavere Caino canto capanna cara Sposa care delizie cari Genitori caro figliuolo caro fratello celeste chè ciamo Cielo colla colui consolazione costumi creatura cuore Dafni delizie diletto dipinta diss dolce dolore Eterno eziandio favella felicità fiori fralle frascato fratello fuggire GESSNER gioja gittata grida Iddio inferno intorno l'anima lagri lagrime lascia laudi Leuconoe Madre maledetta maledire maledizione maraviglie mattino Meala mente mortale morte Natura notte occhi Oh Dio Ohimè olocausti orribile orrore Padre Paradiso peccato peccatore perciocchè piacere piaceri piacevole piagnere piante picciolo Poeta polvere porge poscia possa pure quæ rapita riposo SALOMONE GESSNER sangue Santa Scrittura sciagurato Sciti sclamò Scrittore sento sguardi Signore soavi sonno sovra spaventevole spavento stezza stra tenero terra tetra Tirsa tomba tosto triste veduto veggo verso virtù virtuosa viva vizj
Popular passages
Page 25 - O Musa, tu, che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona, Ma su nel cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona, Tu spira al petto mio celesti ardori, Tu rischiara il mio canto, e tu perdona S'intesso fregi al ver, s'adorno in parte D'altri diletti, che de
Page xxxiii - Non ritrova un' alma forte Che temer nell'ore estreme: La viltà di chi lo teme Fa terribile il morir. Non è ver che sia la morte II peggior di tutti i mali; È un sollievo de' mortali Che son stanchi di soffrir.
Page lxi - Cosi ali' egro fanciul porgiamo aspersi Di soave licor gli orli del vaso : Succhi amari , ingannato, intanto ei beve; E dall
Page 181 - ... ad animum, ut summus furor atque amentia conse. 67 quatur. Nolite enim putare, quem ad modum in fabulis saepenumero videtis, eos, qui aliquid impie scelerateque commiserunt, agitari et perterreri Furiarum taedis ardentibus : sua quemque fraus et suus terror maxime vexat, suum quemque scelus agitat amentiaque adficit, suae malae cogitationes conscientiaeque animi terrent : hae sunt impiis assiduae domesticaeque Furiae, quae dies noctesque parentium 68 poenas a consceleratissimis filiis repetunt.
Page 31 - Ipsa quoque immunis rastroque intacta, nee ullis Saucia vomeribus, per se dabat omnia tellus ; Contentique cibis nullo cogente creatis, Arbuteos foetus montanaque fraga legebant, Cornaque et in duris haerentia mora rubetis, 105 Et quae deciderant patula Jovis arbore glandes. Ver erat aeternum, placidique tepentibus auris Mulcebant zephyri natos sine semine flores.
Page 180 - Orrida maestà nel fero aspetto terrore accresce, e più superbo il rende: rosseggian gli occhi, e di veneno infetto come infausta cometa il guardo splende...
Page 241 - ... non potes avelli. simul hinc, simul ibimus», inquit, «te sequar et coniunx exulis exul ero. et mihi facta via est, et me capit ultima tellus : accedam profugae sarcina parva rati. te iubet e patria discedere Caesaris ira, 85 me pietas. pietas haec mihi Caesar erit.
Page 238 - Inferno : a che diam retta omai di leggi ai diseguali patti, onde i poveri in fondo e il ricco in vetta ? ». Son filosofi ai detti e ladri ai fatti; quindi or dal remo i mascalzon disciolti, dottori e in un carnefici son fatti. Sotto al vessillo del Niun-Dio raccolti, rubano, ammazzan, ardono; e ciò tutto; in nome ea gloria degli errori tolti. Ecco, o Voltar micròscopo, il bel frutto che dal tuo predicar n'uscìa finora; ai ribaldi trionfo, ai buoni lutto...
Page 184 - Dixitque Cain ad Dominum: Major est iniquitas mea, quam ut veniam merear. Ecce ejicis me hodie a facie terrae, et a facie tua abscondar, et ero vagus et profugus in terra : omnis igitur, qui invenerit me, occidet me.
Page 26 - Non resti indietro, perch' io possa alquanto Dei cortesi suoi don parlar con lui. Voi, famoso Signor, cui solo adora II gallico lerren; sotto il cui regno Quanto è verace onor s' ha fatto nido; Deh porgete al mio dir si larga aita, Ch'io possa raccontar del pio villano L...