Tito Lucrezio Caro: Della natura delle cose libri seiE. Sonzogno, 1877 - 317 pages |
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Acate acciò Aceste adunque alcun allor Anchise anco avanti avea avean avrian campo cavalli ch'a ch'io Chè ciel Cloanto corpo cotal guisa d'ogni d'uopo dardo dolce Enea ENEIDE entro Epicuro eran eterno Evandro fato fere ferro fiamme fiero figlio fiume foco forza fuggir gente Giove Giunone gran Greci grida guerra indarno Indi insieme intanto intorno l'alma l'altro l'animo l'armi l'aura l'onde l'un Latini Lazio legni lieto lito Lucrezio lume lunge madre mare medesmo membra Memmo Messapo mestier Mezenzio mezzo mondo monti mortali morte mostra natura nembo nemici Nettuno notte nubi nulla numi occhi omai padre Palinuro Pallante percosse periglio petto piè ponno poscia pria Priamo puote Quinci ragione re Latino ruina Rutuli sangue sassi scudo selve semi senso sian simolacri somma sovente stelle Tarconte terra Teucri tosto Troja Trojani Turno unqua varie vede veder veggio vento Virgilio volte vôto
Popular passages
Page 17 - La pâle est aux jasmins en blancheur comparable; La noire à faire peur, une brune adorable; La maigre a de la taille et de la liberté ; La grasse est, dans son port, pleine de majesté...
Page 17 - L'amour pour l'ordinaire est peu fait à ces lois, Et l'on voit les amants vanter toujours leur choix: Jamais leur passion n'y voit rien de blâmable, Et dans l'objet aimé tout leur devient aimable; Ils comptent les défauts pour des perfections, Et savent y donner de favorables noms. La pâle est aux jasmins en blancheur comparable; La noire à faire peur...
Page 126 - Ella talor le gravi luci alzando La mira appena, che di nuovo a forza Morte le chiude; e la ferita intanto •Sangue e fiato spargendo anela, e stride. Tre volte sopra il cubito risorse: Tre volte cadde, ed a la terza giacque; E gli occhi volti al ciel, quasi cercando Veder la luce...
Page 165 - È guardiano e passeggiero a questa riva imposto Caron demonio spaventoso e sozzo, a cui lunga dal mento, incolta ed irta pende canuta barba. Ha gli occhi accesi come di bragia. Ha con un groppo al collo appeso un lordo ammanto, e con un palo, che gli fa remo, e con la vela regge l'affumicato legno, onde tragitta su l'altra riva ognor la gente morta. Vecchio è d'aspetto e d'anni; ma di forze, come dio, vigoroso e verde è sempre. A questa riva d...
Page 57 - Dal mezzo in su fendean coi petti il mare, e s'ergean con le teste orribilmente, cinte di creste sanguinose ed irte. Il resto con gran giri e con grand'archi traean divincolando, e con le code l'acque sferzando sì che lungo tratto si facean suono e spuma e nebbia intorno.
Page 310 - Quel che tu ne consigli, che bisogno D' altro non ha che di comune assenso. Ognun vede , ognun sa quel che conviene In sì dura fortuna; e nullo ardisce Pur d' aprir bocca. Libertate almeno 555 Di parlar ne si dia. Scemi una volta Tanta sua tracotanza e tanto orgoglio Chi co...
Page 221 - Alfìn si mise; e siccom'era al fiume Da sinistra inchinato, egli a rincontro Lo spinse da la destra, lo divelse, Col calce de la mazza a leva il pose, 365 E gli die volta.
Page 179 - F ha per lungo suo contagio infette , Che scevre anco dal corpo , in nuova guisa Le tien contaminate , impure e sozze. Perciò di purga han d'uopo, e per purgarle Son de l'antiche colpe in...
Page 17 - ... a de la taille et de la liberté ; La grasse est, dans son port, pleine de majesté; La malpropre sur soi , de peu d'attraits chargée...
Page 168 - Giunti che furo, il gran Cerbero udirò abbaiar con tre gole, e '1 buio regno intonar tutto; indi in un antro immenso sei vider pria giacer disteso avanti, poi sorger, digrignar, rabido farsi, con tre colli arruffarsi, e mille serpi squassarsi intorno. Allor la saggia maga, tratta di mèle e d'incantate biade una tal soporifera mistura, la gittò dentro a le bramose canne.