La divina commedia studiata nella sua genesi e interpretata.Traduzione di Stefano Jacini: pt. 1. La genesi letteraria

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G. Laterza & figli, 1927
 

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Page 239 - Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e messi in un vasel, ch'ad ogni vento per mare andasse al voler vostro e mio...
Page 239 - ... che fortuna od altro tempo rio non ci potesse dare impedimento, anzi, vivendo sempre in un talento, di stare insieme crescesse '1 disio.
Page 306 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 267 - Che più mi triema il cor qualora io penso di lei in parte ov'altri li occhi induca, per tema non traluca lo mio penser di fuor sì che si scopra...
Page 254 - Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei.
Page 178 - Et scio huiusmodi hominem sive in corpore, sive extra corpus nescio, Deus scit: quoniam raptus est in paradisum: et audivit arcana verba, quae non licet homini loqui.
Page 302 - ... de l'Eneida dico, la qual mamma fummi e fummi nutrice poetando: sanz'essa non fermai peso di dramma. E per esser vivuto di là quando visse Virgilio, assentirei un sole più che non deggio al mio uscir di bando...
Page 267 - E' m' ha percosso in terra, e stammi sopra Con quella spada ond'elli ancise Dido, Amore, a cui io grido Merzè chiamando, e umilmente il priego; Ed el d'ogni merzè par messo al niego. Egli alza ad ora ad or la mano, e sfida La debole mia vita, esto perverso, Che disteso a riverso Mi tiene in terra d'ogni guizzo stanco: Allor mi surgon ne la mente strida; E '1 sangue, ch' è per le vene disperso, Fuggendo corre verso Lo cor, che'l chiama; ond'io rimango bianco.
Page 264 - Sire, nel mondo si vede maraviglia ne l'atto che procede d'un'anima che 'nfin qua su risplende". Lo cielo, che non have altro difetto che d'aver lei, al suo segnor la chiede, 20 e ciascun santo ne grida merzede.
Page 98 - E perché tu di me novella porti, sappi ch'i' son Bertram dal Bornio, quelli che diedi al re giovane i ma

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