Le cento novelle anticheCarlo Gualteruzzi Tosi, 1825 - 150 pages |
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acciocchè Alessandro Allora ambasciadori andò appo assai avea nome Azzolino baroni battaglia bella bisanti Bolgaro Bologna Borghini buona CARLO GUALTERUZZI cavalieri Cento Novelle antiche ch'avea ch'elli ch'io chè cittade colui conta d'uno conta una Novella cortesia costuma cotale danaio dicea dicendo dinanzi dire dissero domandò donna dono donzello dugento ernioni facea favella fece feceli femina figliuolo frate gente giammai giovane Giovanni Boccaccio giullare gran grandissimo greco Gualteruzzi intra l'altro l'angelo l'uno Lancialotto legge liere lire sterline luogo maestro mandò mangiare maravigliosa Marco Matteo Villani Meliadus mercatante messer messere moglie mperadore Federigo neente niuno nobile nodrito Novella XCVI padre palafreno parlare perciocchè piacere pogues portò vino postutto pregio prese Presto Giovanni Prete Gianni ragione reame rendere ricco Rinieri Roboam Saladino saltar l'ombra sanza savio signore sinestra torneamento trovaro trovò uomo di corte vale venne veruna vescovo vide villania vizj Vocabolario della Crusca zatori
Popular passages
Page xi - mperadore Federigo fue nobilissimo signore, e la gente ch'avea bontade !, venia a lui da tutte parti, perché l'uomo donava volentieri, e mostrava belli sembianti a chi avesse alcuna speziale bontà. A lui venieno sonatori, trovatori e belli favellatori, uomini d'arti, giostratori, schermitori, d'ogni maniera gente.
Page 4 - Tornando con le pecore sue, uno fiume, eh" avea passato, era molto cresciuto per una grande pioggia, che venuta era. Stando alla riva, vide uno pescatore povero con un suo burchiello a dismisura picciolino, sì che non vi capea se non il villano ed una pecora per volta. Allora il villano cominciò a passare con una berbice e cominciò a vogare : lo fiume era largo. Voga, e passa. E lo favolatore restò di favolare. Azzolino disse:
Page x - ... facciamo qui memoria d'alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di belli risposi e di belle valentie, di belli donari e di belli amori, secondo che, per lo tempo passato, hanno fatto già molti.
Page 21 - Narcis affogato, con grandissimo pianto lo trassero della fonte e, così ritto, l'appoggiare alle sponde. Onde, dinanzi allo dio d'Amore andò la novella. Onde lo dio d'Amore ne fece nobilissimo mandorlo, molto verde e molto bene stante : e fu ed è il primo albero, che prima fa frutto e rinnovella amore.
Page 41 - E tanta ve ne venne per amore, che le robe e l'argento fallìo: e convenne che disvestisse de' cavalieri di sua terra e donasse a' cavalieri di corte. Tali rifiutaro e tali consentiro.
Page 58 - Il Soldano avendo bisogno di moneta, fo consigliato che cogliesse cagione a un ricco giudeo, ch'era in sua terra, e poi li togliesse il mobole suo, ch'era grande oltra numero.
Page 42 - Nel riposare la sera, e cavalieri si incominciaro a vantare. Chi di bella giostra; chi di bello castello; chi di bello astore; chi di bella ventura. E '1 cavaliere non si potè tenere , che non si vantasse ch'avea così bella dama. Or avvenne che ritornò per prender gioja di lei, com'era usato. E la dama l'accommiatò. Il cavaliere sbigottì tutto , e partissi da lei e dalla compagnia de' cavalieri, et andonne in 88 una foresta , e richiusesi in uno romitaggio sì celatamente , che ninno il seppe.
Page 43 - Or chi avesse veduto il cruccio de' cavalieri e delle dame e donzelle, che si lamentavano sovente della perdita di così nobile cavaliere, assai n'avrebbe avuto pietade. Un giorno avvenne, che i donzelli del Po smarriro una caccia e capitaro al romitaggio detto.
Page 72 - Ma udite opere ree, che ne seguiro poscia, de' pensieri rei che 'i nemico diè loro! Quelli tornò col mulo e disse al compagno: — Io ho mangiato alla villa e tu dèi aver fame: mangia questi duo pani così belli, e poi caricheremo. — Quelli rispose: — Io non ho gran talento di mangiare, ora, e però carichiamo prima. — Allora presero a caricare.
Page 44 - Allora trovò una molto bella canzonetta; e la mattina per tempo salio in sue lo pergamo, e cominciò...