Antologia: giornale di scienze, lettere e arti ..., Volume 21

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Gian Pietro Vieusseux
G.P. Vieusseux., 1826
 

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Popular passages

Page 36 - Quando altro frutto non ci venga da questa navigazione, a me pare che ella ci sia profittevolissima in quanto che per un tempo essa ci tiene liberi dalla noia, ci fa cara la vita, ci fa pregevoli molte cose che altrimenti non avremmo in considerazione.
Page 120 - E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 27 - Se alcun libro morale potesse giovare, io penso che gioverebbero massimamente i poetici: dico poetici, prendendo questo vocabolo largamente; cioè libri destinati a muovere la immaginazione; e intendo non meno di prose che di versi. Ora io fo poca stima di quella poesia che letta e meditata, non lascia al lettore nell'animo un tal sentimento nobile, che per mezz'ora, gl'impedisca di ammettere un pensier vile, e di fare un'azione indegna.
Page 32 - Io non ignoro che l'ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta, si è, che non bisogna filosofare.
Page 41 - A me pare che la noia sia della natura dell'aria: la quale riempie tutti gli spazi interposti alle altre cose materiali, e tutti i vani contenuti in ciascuna di loro; e donde un corpo si parte, e altro non gli sottentra, quivi ella succede immediatamente.
Page 25 - Leopardi. Esse però non abbisognano delle mie lodi: e per i molti e grandi lor pregi saranno facilmente dal buon giudizio dei pochi raccomandate all'attenzione del pubblico. Procurate dunque al vostro giornale quest'onore che per lui sieno conosciute; e di mano in mano andatene pubblicando alcune».
Page 140 - Si fa ancora innanzi al pensiero un'altra considerazione che a me sembra di molto peso. Il Buti racconta che dopo otto giorni fu aperta la carcere di quei cinque infelici, e vi si trovarono tutti morti. Se Ugolino si fosse fieramente pasciuto della carne de...
Page 32 - Lasciamoli da parte per ora: e tornando al fatto mio, dico, che se ne' miei scritti io ricordo alcune verità dure e triste, o per isfogo dell'animo, o per consolarmene col riso, e non per altro; io non lascio tuttavia negli stessi libri di deplorare, sconsigliare e riprendere lo studio di quel misero e freddo vero, la cognizione del quale è fonte o di noncuranza e infingardaggine, o di bassezza d'animo, iniquità e disonestà di azioni, e perversità di costumi : laddove, per lo contrario, lodo...
Page 132 - Nerli, e quel del Vecchio Esser contenti alla pelle scoverta, E le sue donne al fuso, ed al pennecchio. O fortunate ! e ciascuna era certa Della sua sepoltura, ed ancor nulla Era per Francia nel letto deserta. L' una vegghiava a studio della culla, E consolando usava l' idioma, Che pria li padri e le madri trastulla : L' altra traendo alla rocca la chioma, Favoleggiava con la sua famiglia De' Troiani, e di Fiesole, e di Roma.
Page 149 - M'avete dato la vita a farmi vedere parte del Commentario ch'avete scritto degli Artefici del disegno, che certo l'ho letto con grandissimo piacere, e mi par degno d'esser letto da ognuno, per la memoria che vi si fa di molti uomini eccellenti, e per la cognizione che se ne cava di molte cose, e de' varj tempi, per quel ch'io ho veduto fin qui , e per quello che voi promettete nella sua Tavola.

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