I dialoghi di Torquato Tasso, Volume 1

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F. Le Monnier, 1858
 

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Popular passages

Page 203 - n più deserto lido, Tanto più bella il mio pensier l'adombra.
Page 339 - 1 vindemiatore suoi premer da l'uve mature il vino e che gli arbori si veggono in alcun luogo spogliati de' frutti, quando io, ch'in abito di sconosciuto peregrino tra Novara e Vercelli cavalcava *, veggendo che già l'aria cominciava ad annerare e che tutto intorno era cinto di nuvoli e quasi pregno di pioggia, cominciai a pungere più forte il cavallo. Ed ecco intanto mi percosse...
Page 387 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 378 - Ea verba locutus Optatos dedit amplexus, placidumque petivit 405 Coniugis infusus gremio per membra soporem. Inde ubi prima quies medio iam noctis abactae Curriculo expulerat somnum, cum femina primum, Cui tolerare colo vitam tenuique Minerva Impositum, cinerem et sopitos suscitat ignes...
Page 281 - Solo e pensoso i più deserti campi • Vo misurando a passi tardi e lenti ; E gli occhi porto per fuggir intenti Dove yestigio uman 1' arena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi Dal manifesto accorger delle genti: Perchè negli atti d' allegrezza spenti ( Di fuor si legge com...
Page 173 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti e alti guai Risonavan per l' aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d...
Page 269 - ... sensi non fortemente legati dal sonno, ma così leggiermente che il mio stato era mezzo fra la vigilia e la quiete, si fece a l'orecchio quel gentile spirto che suole favellarmi ne le mie imaginazioni, e mi chiamò per quel nome che è comune a tutti quelli i quali son nati ne la mia stirpe.
Page 216 - Dentro dal ciel de la divina pace si gira un corpo ne la cui virtute l'esser di tutto suo contento giace.
Page 279 - In tante parti e si bella la veggio, che, se l' error durasse, altro non chieggio. Io l'ho più volte - or chi fia che me 'l creda ? ne l'acqua chiara e sopra l'erba verde veduta viva, e nel troncon d'un faggio e 'n bianca nube, si fatta che Leda avria ben detto che sua figlia perde come stella che...

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