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F. Le Monnier, 1863 - 374 pages
 

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Page 91 - Dall' altra parte in fuor troppo s' approda. Maledetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l' altre bestie hai preda, Per la tua fame senza fine cupa ! O ciel, nel cui girar par che si creda Le condizion di quaggiù trasmutarsi, Quando verrà per cui questa disceda ? Noi andavam con passi lenti e scarsi, Ed io attento all' ombre ch' io sentia Pietosamente piangere e lagnarsi : E per ventura udi...
Page 199 - Non sai che quella mano a te sì cara, Che or ti scorre sul crine, ora sul vel, È la man che a Custoza ed a Novara Nel sangue si macchiò del tuo fratel? Che quel labbro, che in ispide parole Ti giura amor fra i baci e fra i tos; ir, Insulto questo cielo e questo sole, Le memorie d'Italia e l'avvenir?
Page 293 - E or dell' uno, or dell' altro al freddo volto, Sulla convulsa man, sul seno affranto, Sovra il crine per gli omeri disciolto, Sente Ella i baci sconsolati e il pianto : Ode i singulti di chi al ciel rivolto Salvarla implora, oppur morirle accanto, E di chi prega almen forza d' offrire In tremendo olocausto il suo martire. Ed ecco, ahimè ! rapidamente giunge II sacerdote, e dei solenni accenti Tra il mesto suon la benedice, ed unge Del sant' olio i piè freddi ei (abbri spenti.
Page 291 - Una voce dal cor eh' esce e non suona. ii subito terror gli animi assale La miseranda vista e paurosa: Corronle appresso i suoi; s'ode un ferale Iterar -di lamenti « Oh figlia , oh sposa ! » Tutto è scompiglio attorno al nuziale Talamo per la misera affannosa : La medie' arte d' ogni aita è spoglia, Speranza in fuga, e morte in sulla soglia.
Page 293 - Del sant' olio i piè freddi ei (abbri spenti. E mentre Ella più ognor si ricongiunge A Dio con la preghiera dei morenti, Ascolta la sua nata, che nei grami Vagiti par la veggia ea sé la chiami. Al rimembrar la figlia, ali...
Page 292 - Resti il guardo ed il labbro, e pianga il ccrSquallida ai piedi del funereo letto Sta la misera madre inginocchiata , La madre sua che amò con tanto affetto E teme aver non abbastanza amata; Sta genuflesso il genitor diletto Che, istupidito dal dolor, \a guata ; E del braccio il suo fido le circonda, Prono su Lei, la testa moribonda.
Page 200 - Odi d'armi fragor, sì che cangiato Sembra in campo di guerra il tristo asil. E quella mesta sotterranea sede Più non ricetta il cittadin che muor; Lo stranier lo contende, o se il concede, La pietra sepolcral costa rossor. ' Vedi segno d'offesa invereconda Le splendid'opre dell'ausonia man, Questa d'italo serto ultima fronda, Ambita sempre, invidiata invan.
Page 191 - Uberti che solo colà dove sofferto Fu per ciascuno di tór via Fiorenza Colui che la difese a viso aperto Sodalizio della Misericordia di Firenze che fedele al suo principio popolano alimenta da cinque secoli la sacra fiamma della carità e sollecito delle private sventure magnanimo nelle pubbliche col pudore della virtù che si cela imita l'esempio del Cristo che passò sulla terra beneficando. (Piazza del Duomo, alle statue di Arnolib e Brunellesco) Questi stupendi simulacri Di Arnolfo e di Brunellesco...
Page 200 - Ahi! sconsigliata, tu sorridi accanto Allo stranier, che violarlo ardì. Entra i funerei chiostri, e sugli avelli Che ai cari estinti consacrò il dolor, Ove di morte par...
Page 291 - Un sopor per le membra, ei lumi uando destossi, ahi! non più il dolce riso, Non più la voce in angelica nota; Non gli occhi, che prendean dal Paradiso Lume, colore e una movenza ignota; Ma cinereo pallor le vela il viso, Vitrea, travolta la pupilla e immota: E l'anelante suo petto sprigiona Una voce dal cor eh

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