Le mie prigioni: memorie di Silvio Pellico da Saluzzo

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Nella Libraria di Baumgärtner, 1833 - 351 pages
 

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Page 1 - Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov' ella sta, e parlo d
Page 229 - Mi disse (gentile pensiero, sorprendente in un uomo rozzo) : — Ho segnato con precisione il luogo della sepoltura, affinchè, se qualche parente od amico potesse un giorno ottenere di prendere quelle ossa e portarle al suo paese, si sappia dove giacciono. — Quante volte Oroboni m...
Page 169 - Maroncelli nel lasciarmi vedeami infermo, e compiangeva in me un uomo ch'ei probabilmente non vedrebbe mai più: io compiangeva in lui un fiore splendido di salute, rapito forse per sempre alla luce vitale del sole.
Page 169 - Ma se sarà ragionevole, non le porremo altro che una catena a' piedi. Il fabbro la sta apparecchiando. Ei passeggiava lentamente su e giù, agitando quel villano mazzo di grosse chiavi, ed io con occhio irato mirava la sua gigantesca, magra, vecchia persona; e, ad onta de' lineamenti non volgari del suo volto, tutto in lui mi sembrava l'espressione odiosissima d'un brutale rigore!
Page 1 - ... io avessi in tasca, e m' augurò rispettosamente la buona notte. — Fermatevi, caro voi, gli dissi ; oggi non ho pranzato ; fatemi portare qualche cosa. — Subito, la locanda è qui vicina; e sentirà, signore, che buon vino ! — Vino, non ne bevo. A questa risposta, il signor Angiolino mi guardò spaventato, e sperando ch' io scherzassi. I custodi di carceri che tengono bettola, inorridiscono d' un prigioniero astemio. — Non ne bevo, davvero. — M' incresce per lei; patirà al doppio la...
Page 228 - OB.OBOHI, dopo aver molto dolorato nell' inverno e nella primavera, si trovò assai peggio la state. Sputò sangue, e andò in idropisia. Lascio pensare qual fosse la nostra afflizione , quand...
Page 169 - Acerbissima cosa, dopo aver già detto addio a tanti oggetti , quando non si è più che in due amici, egualmente sventurati, ah sì ! acerbissima cosa è il dividersi ! Maroncelli nel lasciarmi, vedeami infermo, e compiangeva in me un uomo...
Page 169 - Questo è per bere , disse con voce burbera ; e domattina porterò la pagnotta. — Grazie , buon uomo. — Non sono buono , riprese. — Peggio per voi , gli dissi sdegnato. — E questa catena , soggiunsi , è forse per me? — Si signore , se mai ella non fosse quieta , se infuriasse , se dicesse inscienze. Ma se sarà ragionevole , non le porremo altro che una catena a
Page 253 - V'era in un bicchiere sopra la finestra una rosa. — Ti prego di portarmi quella rosa — mi disse. Gliela portai. Ed ei l'offerse al vecchio chirurgo, dicendogli: — Non ho altro a presentarle in testimonianza della mia gratitudine. Quegli prese la rosa, e pianse.
Page 170 - M'avvidi, pigliandola, ch'ei tremava, e attribuendo quel tremito alla sua vecchiezza, un misto di pietà e di reverenza temperò il mio orgoglio. — Quanti anni avete ? — gli dissi con voce amorevole. — Settantaquattro, signore: ho già veduto molte sventure e mie...

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