Le mie prigioni: memorie di Silvio Pellico da SaluzzoNella Libraria di Baumgärtner, 1833 - 351 pages |
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alcuno allora alquanto amico avea avesse avrei Bibbia Brünn buon caffè CAPO cara carceri ch'ella ch'io Cibai colla commissario compagni condannati condini consolazioni coraggio corridojo cortile Cristianesimo cuore custode d'avere d'essere d'Oroboni diceva dimandato dissi dolce dolore erano facea fanciulli fece felice finestra Francesca da Rimini fratello gioja giorno grazia il vecchio gridò guardie indi infelice istante lagrime lasciarmi lettera letto Lubiana Luigi XVII lungo m'era madre Marco Fortini Maroncelli mattina mente mese misero morsicature morte niuna notte nuovo Oroboni padre parea pareami parecchi parlare parole passeggio passi pativa pensando pensieri persona piangeva pienza poco porta potea poteva povero pranzo pregare preso prigione pure religione rispose roncelli ruminava s'io sapea sarei Schiller scrivere secondini sembra sentiva sera signore Silvio Pellico solitudine soprintendente Spielberg stanza stava stra sventura talvolta tavolino tornava tremen Tremerello uomini uomo v'era vedere veniva venne Vienna virtù volte Zanze zione
Popular passages
Page 1 - Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condotto a Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece un lungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Ma di ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dalla sua bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lascio la politica ov' ella sta, e parlo d
Page 229 - Mi disse (gentile pensiero, sorprendente in un uomo rozzo) : — Ho segnato con precisione il luogo della sepoltura, affinchè, se qualche parente od amico potesse un giorno ottenere di prendere quelle ossa e portarle al suo paese, si sappia dove giacciono. — Quante volte Oroboni m...
Page 169 - Maroncelli nel lasciarmi vedeami infermo, e compiangeva in me un uomo ch'ei probabilmente non vedrebbe mai più: io compiangeva in lui un fiore splendido di salute, rapito forse per sempre alla luce vitale del sole.
Page 169 - Ma se sarà ragionevole, non le porremo altro che una catena a' piedi. Il fabbro la sta apparecchiando. Ei passeggiava lentamente su e giù, agitando quel villano mazzo di grosse chiavi, ed io con occhio irato mirava la sua gigantesca, magra, vecchia persona; e, ad onta de' lineamenti non volgari del suo volto, tutto in lui mi sembrava l'espressione odiosissima d'un brutale rigore!
Page 1 - ... io avessi in tasca, e m' augurò rispettosamente la buona notte. — Fermatevi, caro voi, gli dissi ; oggi non ho pranzato ; fatemi portare qualche cosa. — Subito, la locanda è qui vicina; e sentirà, signore, che buon vino ! — Vino, non ne bevo. A questa risposta, il signor Angiolino mi guardò spaventato, e sperando ch' io scherzassi. I custodi di carceri che tengono bettola, inorridiscono d' un prigioniero astemio. — Non ne bevo, davvero. — M' incresce per lei; patirà al doppio la...
Page 228 - OB.OBOHI, dopo aver molto dolorato nell' inverno e nella primavera, si trovò assai peggio la state. Sputò sangue, e andò in idropisia. Lascio pensare qual fosse la nostra afflizione , quand...
Page 169 - Acerbissima cosa, dopo aver già detto addio a tanti oggetti , quando non si è più che in due amici, egualmente sventurati, ah sì ! acerbissima cosa è il dividersi ! Maroncelli nel lasciarmi, vedeami infermo, e compiangeva in me un uomo...
Page 169 - Questo è per bere , disse con voce burbera ; e domattina porterò la pagnotta. — Grazie , buon uomo. — Non sono buono , riprese. — Peggio per voi , gli dissi sdegnato. — E questa catena , soggiunsi , è forse per me? — Si signore , se mai ella non fosse quieta , se infuriasse , se dicesse inscienze. Ma se sarà ragionevole , non le porremo altro che una catena a
Page 253 - V'era in un bicchiere sopra la finestra una rosa. — Ti prego di portarmi quella rosa — mi disse. Gliela portai. Ed ei l'offerse al vecchio chirurgo, dicendogli: — Non ho altro a presentarle in testimonianza della mia gratitudine. Quegli prese la rosa, e pianse.
Page 170 - M'avvidi, pigliandola, ch'ei tremava, e attribuendo quel tremito alla sua vecchiezza, un misto di pietà e di reverenza temperò il mio orgoglio. — Quanti anni avete ? — gli dissi con voce amorevole. — Settantaquattro, signore: ho già veduto molte sventure e mie...