Viaggio dantesco

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F. Le Monnier, 1855 - 173 pages
 

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Page 126 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro, e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 92 - Mi trasse a sé del luogo dov' io stava. Allor mi volsi come 1" uom, cui tarda Di veder quel che gli convien fuggire, E cui paura subita sgagliarda, Che, per veder, non indugia il partire : E vidi dietro a noi un Diavol nero Correndo su per lo scoglio venire. Ahi quanto egli era nell' aspetto fiero ! E quanto mi parea nell' atto acerbo, Con 1' ale aperte, e sovra i pie leggiero ! L' omero suo, eh' era acuto e superbo, Carcava un peccator con ambo 1' anche, Ed ei tenea de
Page 50 - Tra brutti porci, più degni di galle che d'altro cibo fatto in uman uso, dirizza prima il suo povero calle. Botoli trova poi, venendo giuso, ringhiosi più che non chiede lor possa, e da lor disdegnosa torce il muso. Vassi caggendo; e quant'ella più 'ngrossa, tanto più trova di can farsi lupi la maladetta e sventurata fossa.
Page 124 - Sì tosto come il vento a noi li piega, Mossi la voce : O anime affannate, Venite a noi parlar, s
Page 125 - 1 poeta mi disse : Che pense ? Quando risposi, cominciai : Oh lasso ! Quanti dolci pensier, quanto disio Menò costoro al doloroso passo ! Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo, e pio. Ma dimmi : al tempo de...
Page 82 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, ii luogo mio, il luogo mio, che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca, Del sangue e della puzza, onde il perverso, Che cadde di quassù, laggiù si placa.
Page 125 - Amor, che a nullo amato amar perdona, Mi prese del costui piacer sì forte, Che, come vedi, ancor non mi abbandona.
Page 124 - O animai grazioso e benigno, Che visitando vai per l' aer perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno; Se fosse amico il Re dell' universo, Noi pregheremmo lui per la tua pace , Poi c' hai pietà del nostro mal perverso.
Page 125 - Poichè hai pietà del nostro mal perverso. Di quel che udire e che parlar ti piace Noi udiremo e parleremo a vui, Mentrechè il vento, come fa, si tace. Siede la terra, dove nata fui, Sulla marina dove il Po discende Per aver pace co
Page 125 - Menò costoro al doloroso passo ! Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca , i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi : al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette Amore Che conosceste i dubbiosi desiri?

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