Dell'inno il nome di Maria di Alessandro Manzoni

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Tip.Ed. Eredi Sansoldi, 1887 - 42 pages
 

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Popular passages

Page 31 - E come fantolin, che ver la mamma Tende le braccia poi che il lalte prese, Per l'animo che in fin di fuor s'infiamma; Ciascun di quei candori in su si stese Con la sua cima, sì che l'alto affetto Ch' egli aveano a Maria, mi fu palese.
Page 24 - A' miei portai l'amor che qui raffina. O, dissi lui, per li vostri paesi «*» Giammai non fui; ma dove si dimora Per tutta Europa, ch'ei non sien palesi ? La fama che la vostra casa onora, •*« Grida i signori, e grida la contrada, Sì che ne sa chi non vi fu ancora.
Page 26 - Te, quando sorge, e quando cade il die, E quando il sole a mezzo corso il parte, Saluta il bronzo che le turbe pie Invita ad onorarte.
Page 30 - La sua spregiata lacrima depone, E a Te beata, della sua immortale Alma gli affanni espone ; A Te che i preghi ascolti e le querele, Non come suole il mondo, n£ degl'imi E de' grandi il dolor col suo crudele Discernimento estimi.
Page 17 - Salia non vista alla magion felice d'una pregnante annosa. Qui la parola pregnante senza dubbio è soggetto, e il soggetto rimane : e la frase significa una gravida da molti anni. Eppure il poeta voleva dire il contrario, una donna vecchia che pure era gravida, voleva fare soggetto l'annosa.
Page 23 - Che non conosca de' tuoi miti altari Le benedette soglie? O Vergine, o Signora, o Tuttasanta, Che bei nomi ti serba ogni loquela!
Page 32 - Per l' animo che in fin di fuor s' infiamma; Ciascun di quei candori in su si stese Con la sua cima, sì che l'alto affetto 1a5 Ch' egli aveano a Maria, mi fu palese. Indi rimaser lì nel mio cospetto, Regina coeli cantando sì dolce, Che mai da me non si partì il diletto. Oh quanta è l' ubertà che si soffolce i3o In quell' arche ricchissime, che foro A seminar quaggiù buone bobolce! Quivi si vive e gode del tesoro Che s' acquistò piangendo nell' esilio Di Babilonia, ove si lasciò l
Page 14 - Salia, chi salia ? d'un fabbro naza^en, neppure a questo punto; la sposa, oh finalmente è una donna. La collocazione di queste parole è viziosa, perchè l' immagine non è formata come nasce naturalmente. A una pendice un giorno una donna saliva tacita: questo è l...
Page 40 - Tu se' guida ai passi erranti, Tu se' stella ai naviganti, Tu se' grazia ai peccator. Se la vita è un triste calle Tutto ingombro di ruine, Questa rosa in fra le spine 11 cammino allegrerà.
Page 41 - Ecco e' è nato un Parvolo Ci fu largito un figlio. Tu conosci i nostri guai , Per noi dunque il flgliuol prega; Se ad ogni uom Egli si piega Per la Madre che farà ? Non ti chieggo della terra Le delizie passeggere, Né lo scettro del potere, Né la febbre degli onor. Prega Lui che alle nostre alme Verso il Ciel dia polso e lena, E la polvere terrena Ci dia forza a disprezzar.

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