Dante's Göttliche Komödie |
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alcun allora altra amore angeli anime antichi assai avea beati Beatrice bella buon canto cerchio ch'è ch'io Chè chiama ciascun cielo colla color colui cominciò convien corpo credo Cristo Dante dice dietro dire disse divina dolce Donna Duca eran esso eterno face fare fece figlio fondo forma fuoco gente giro grado gran grazia grido guarda Guido Inferno Intendi intorno l'altro l'anima l'uno lascia legge luce lume Luna lungo luogo Maestro maggior male mano Maria mente mezzo mondo monte morte mosse natura nome nuovo occhi padre pare parlare parole passi pensando poco Poeta porta presso punto quei quivi raggio ragione salire santo sarà segno segue senso senti sommo spiriti stelle terra testa tornar tosto trova umana uomo vale veder Vedi veggio venire vero verso vidi Virgilio virtù viso vista vivo voglia volere volte vuol
Popular passages
Page 162 - Bolle l' inverno la tenace pece A rimpalmar li legni lor non sani, Che navicar non ponno, e in quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda, e chi da poppa; Altri fa remi, ed altri volge sarte ; Chi terzeruolo ed artimon rintoppa : 15 Tal, non per fuoco, ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che inviscava la ripa da ogni parte. Io vedea lei, ma non vedeva in essa Ma' che le bolle che il bollor levava, 20 E gonf1ar...
Page 54 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l' aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d...
Page 71 - Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che 1' uno spirto questo disse, L' altro piangeva sì, che di pietade Io venni meno sì com' io morisse ; E caddi, come corpo morto cade.
Page 353 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Page 588 - O fortunate ! e ciascuna era certa Della sua sepoltura, ed ancor nulla Era per Francia nel letto deserta. L' una vegghiava a studio della culla, E consolando usava l' idioma, Che pria li padri e le madri trastulla : L' altra traendo alla rocca la chioma, Favoleggiava con la sua famiglia De' Troiani, e di Fiesole, e di Roma.
Page 41 - Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita.
Page 587 - Ond' ella toglie ancora e Terza e Nona, Si stava in pace sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, Non donne contigiate, non cintura, Che fosse a veder più, che la persona. Non faceva nascendo ancor paura La figlia al padre, che '1 tempo e la dote Non fuggiau quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vote: Non v' era giunto ancor Sardanapalo A mostrar ciò, che 'n camera si puote.
Page 697 - Quando è nel verde e ne' fioretti opimo, Sì, soprastando, al lume intorno intorno Vidi specchiarsi in più di mille soglie, Quanto di noi lassù fatto ha ritorno. E se l' infimo grado in sé raccoglie Si grande lume, quant' è la larghezza Di questa rosa nell'estreme foglie? La vista mia nell' ampio e nell' altezza Non si smarriva, ma tutto prendeva II quanto e il quale di quella allegrezza.
Page 480 - Surge ai mortali per diverse foci La lucerna del mondo; ma da quella, Che quattro cerchi giunge con tre croci, Con miglior corso e con migliore stella Esce congiunta, e la mondana cera Più a suo modo tempera e suggella.
Page 128 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.