La divina comedia: cenni critici |
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adunque alcun allegorico amore anime anzi argomenti aver avviso Beatrice bella bene buon cantica canto capo cercare certo chè chiama chiaro Chiesa chiosa cielo colle coloro Comedia commentatori continua Convito cotal Cristo Dante dato debbe dice dire divina donna dotto dottrine ebbe ecco esso eziandio facendo fare fede filosofia finalmente Firenze fondo Ghibellini gran grazia Guelfi guida illustratore Infer intendere interpretazione l'Allighieri l'altra lasciò legge lettore luce lume luna luogo lupa male mano medesimo mente mistico mondo monte morte note nuovo occhi opera papa Parad Paradiso pare parole passo patria Picci pietra poco poema poeta Ponta poscia possa posto potuto principio professore proprio punto Purg Purgatorio ragione sacro salute santo sarà seguendo selva senso sente significare signor simbolo somma speranza terra torna tosto troppo trovar umana Vedi Veltro venir vero verso viene Virgilio virtù viva vuole
Popular passages
Page 84 - Poiché fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Page 155 - Surge a' mortali per diverse foci La lucerna del mondo : ma da quella, Che quattro cerchi giugne con tre croci , Con miglior corso, e con migliore stella Esce congiunta, e la mondana cera Più a suo modo tempera e suggella. Fatto avea di là mane , e di qua sera Tal foce quasi, e tutto era là bianco Quello emisperio , e 1...
Page 130 - Questo si vuole, e questo già si cerca, E tosto verrà fatto a chi ciò pensa Là dove Cristo tutto dì si merca.
Page 177 - Ed egli a me : Se tu segui tua stella, Non puoi fallire a glorioso porto, Se ben m'accorsi nella vita bella. E s'io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il cielo a te così benigno, Dato t'avrei all'opera conforto.
Page 201 - Li ruscelletti, che de' verdi colli Del Casentin discendon giuso in Arno, Facendo i lor canali e freddi e molli, Sempre mi stanno innanzi, e non indarno ; Che 1' imagine lor via più m' asciuga, Che il male, ond' io nel volto mi discarno. La rigida giustizia, che mi fruga, Tragge cagion del luogo, ov' io peccai, A metter più gli miei sospiri in fuga.
Page 31 - ... io, che cercava di consolare me, trovai non solamente alle mie lagrime rimedio, ma vocaboli d'autori e di scienze e di libri: li quali considerando, giudicava bene che la filosofia, che era donna di questi autori, di queste scienze e di questi libri, fosse somma cosa.
Page 71 - ... al tuo sentir si sterna, ove dinanzi dissi ' U' ben s' impingua ', e là u' dissi ' Non surse il secondo '; e qui è uopo che ben si distingua. La provedenza, che governa il mondo con quel consiglio nel quale ogni aspetto creato è vinto pria che vada al fondo, però ch' andasse ver lo suo -diletto la sposa di colui ch...
Page 49 - ... si posino le cittadi, e in questa posa le vicinanze s'amino, in questo amore le case prendano ogni loro bisogno, il quale preso, l'uomo viva felicemente; ch'è quello per che l'uomo è nato.
Page 130 - E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle...
Page 357 - Quae quidem veritas ultimae quaestionis non sic stricte recipienda est, ut Romanus Princeps in aliquo Romano Pontifici non subiaceat ; quum mortalis ista felicitas quodammodo ad immortalem felicitatem ordinetur. Illa igitur reverentia Caesar utatur ad Petrum, qua primogenitus filius debet uti ad patrem ; ut luce paternae gratiae illustratus, virtuosius orbem terrae irradiet, cui ab Ill o solo praefectus est qui est omnium spiritualium et temporalium gubernator.