Il duomo di OrvietoTip. dei successori Le Monnier, 1866 - 542 pages |
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affresco alcuni Allogazione Angeli Anno Domini ARCHIVIO DELLA FABBRICA ARCHIVIO DETTO auri bassorilievo braccia Camarlingo Camerarii Camerarius Capomaestro Cappella nuova Cesare Nebbia colla Condotta coro d'Orvieto debeat decto Deliberazione destra dicta Cappella dicte Ecclesie dicte Fabrice dicti Operis dicto Mag dicto opere dictus Cam dictus Mag diebus dipinto disegno DOCUMENTO Dominus eidem ejus expensis facciata facta Francesco Mochi fuit Gentile da Fabriano Giovanni ipse l'altra lavoro Lorenzo Maitani Luca Signorelli maestro Magistro Maitani majoris mano medesimo mensis mosaico Niccola nomine Domini amen Opera del Duomo Operis et fabrice opus Orcagna Orvieto Petro piedritti Pietro Pietro Perugino pingere Pinturicchio pittura possit predicta promisit prout quadro quibus quod dictus quolibet Raffaello da Montelupo rationem Riformanze ad annum riquadri salario sancte Marie Santa scolpita scompartimento scultore sembiante Senis septem Siena Signorelli sinistra solvit Soprastanti statua Superstites supradicto tempore Ugolino Urbevetane Urbevetere Urbeveteri Urbisveteris Vasari vedesi videlicet
Popular passages
Page 155 - Corse, e correndo gli parv' esser tardo. O ignota ricchezza, o ben ferace ! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro, Dietro allo sposo ; sì la sposa piace. Indi sen va quel padre e quel maestro Con la sua donna, e con quella famiglia Che già legava l' umile capestro ; Né gli gravò viltà di cor le ciglia, Per esser fi' di Pietro Bernardone, Né per parer dispetto a maraviglia.
Page 92 - Libano" cantando gridò tre volte, e tutti gli altri appresso. Quali i beati al novissimo bando surgeran presti ognun di sua caverna, la rivestita voce alleluiando, cotali, in su la divina basterna, si levar cento ad vocem tanti senis, ministri e messaggier di vita eterna.
Page 157 - Diffuso era per gli occhi e per le gene Di benigna letizia in atto pio , Quale a tenero padre si conviene. Ed , ella ov
Page 175 - Alle qua' poi se tu vorrai salire, Anima fia a ciò di me più degna: Con lei ti lascerò nel mio partire...
Page 182 - E videmi, e conobbemi, e chiamava, Tenendo gli occhi con fatica fisi A me, che tutto chin con loro andava. O, dissi lui, non se' tu Oderisi, L'onor d'Agubbio, e l'onor di quell'arte Che alluminare è chiamata in Parisi?
Page 184 - Sì che l' animo ad essa volger face. E se rivolto in ver di lei si piega, Quel piegare è amor, quello è natura, Che per piacer di nuovo in voi si lega. Poi come 'l fuoco muovesi in altura, Per la sua forma, ch...
Page 177 - Là dove più ch' a mezzo muore il lembo. Oro ed argento fino, e cocco e biacca, Indico legno lucido e sereno, Fresco smeraldo in i' ora che si fiacca, 75 Dall' erba e dalli fior dentro a quel seno Posti, ciascun saria di color vinto, Come dal suo maggiore è vinto il meno. Non avea pur natura ivi dipinto, Ma di soavità di mille odori 80 Vi faceva un incognito indistinto. Salve, Regina, in sul verde e in su' fiori Quindi seder, cantando, anime vidi, Che per la valle non parean di fuori.
Page 117 - Stavvi Minos orribilmente, e ringhia : esamina le colpe nell'entrata, giudica e manda secondo che avvinghia. Dico, che quando l'anima mal nata gli vien dinanzi, tutta si confessa ; e quel conoscitor delle peccata vede qual loco d' inferno è da essa : cignesi con la coda tante volte quantunque gradi vuoi che giù sia messa.
Page 184 - 1 foco movesi in altura per la sua forma ch'è nata a salire là dove più in sua matera dura, così l'animo preso entra in disire, ch'è moto spiritale, e mai non posa fin che la cosa amata il fa gioire.
Page 190 - Vulcano, e die lor non potere esser mai spenti: e portandosi questi uno per mano sul carro che tiravan dui serpenti, cercò le selve, i campi, il monte, il piano, le valli, i fiumi, li stagni, i torrenti, la terra e '1 mare: e poi che tutto il mondo cercò di sopra, andò al tartareo fondo.