Pensieri sopra la Divina commedia di Dante Alighieri

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A. Detken, 1863 - 160 pages
 

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Page 70 - O Donna , in cui la mia speranza vige, E che soffristi per la mia salute In inferno lasciar le tue vestige; Di tante cose, quante io ho vedute, Dal tuo podere e dalla tua bontate Riconosco la grazia e la virtute. Tu m' hai di servo tratto a libertate Per tutte quelle vie, per tutt' i modi Che di ciò fare avean la potestate.
Page 29 - Questo sarà luce nuova, sole nuovo, il quale surgerà ove l'usato tramonterà, e darà luce a coloro che sono in tenebre e in oscurità per lo usato sole che a loro non luce.
Page 16 - Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote: E ciò non fa d
Page 8 - Se mai continga che il poema sacro Al quale ha posto mano e cielo e terra, Sì che m'ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà che fuor mi serra Del bello ovile ov...
Page 141 - Machiavelli ne' suoi discorsi politici lasciò per precetto, che se certe città, ch' esso nomina, non saranno tolte di mezzo, la peste della servitù a...
Page 105 - Il discorso del generoso annalista d'Italia sia qui referito, poiché, dallo stile rimesso in fuori, diresti d'intendere le ultime parole di Dante morente. — « Ma perciocché si sarebbe potuto dire, siccome in fatti si disse, che al Pontefice sconveniva il mischiarsi in guerre, per invadere gli stati altrui, e poco ben sonare il far servire la religione a fini politici, mentre non appariva, che i romani Pontefici avessero diritto alcuno temporale sopra Milano e sopra le altre città di Lombardia,...
Page 103 - Udita la professione di Fede, San Pietro cantando gli circonda tre volte la fronte di divino splendore. Or non rappresenta egli il rito dell'imposizione delle mani e la consacrazione al ministero Apostolico ? Non però Dante voleva dirlo palesemente, almen per allora; e perché non raffigurava mai le sembianze né le forme* de...
Page 105 - ... contro di loro la Croce. Insomma abusossi il Re Roberto, per quanto potè, della smoderata sua autorità nella Corte Pontificia, facendo far quanti passi a lui piacquero a Papa Giovanni, con porgere ora motivo a noi di deplorare i tempi d'allora.
Page 22 - Cesari in Roma, e fra le repubbliche e le tirannidi, tutte confuse in un solo reame. Di questo ei ti pare certissimo come di legge preordinata dalla Provvidenza e connessa al sistema dell' Universo '. E se fosse avvenuto, gl' Italiani si sarebbero comunicati a vicenda le leggi, la storia patria, i pensieri e gli affetti con una lingua scritta insieme e parlata, più universale di qualunque dialetto...
Page 22 - Impero. La lingua ch' ei nomina cortigiana, e della quale si disputa tuttavia, la sua fantasia vedevala nascere ed ampliarsi per la perpetua residenza de' Cesari in lloma, e fra le repubbliche e le tirannidi, tutte confuse in un solo reame. Di questo ei ti pare certissimo come di legge preordinata dalla Provvidenza e connessa al sistema dell...

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