Storia della poesia persiana ...

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Unione tipografico-editrice, 1894
 

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Page 96 - Zàl si restava in quella di gran prence divina maestà, con lei, qual luna, adorno di splender. Sospeso al petto un pugnale egli avea, sul capo un serto di bei rubini, e la gentil donzella dal rimirarlo non quietava ancora, ma furtiva in quel volto avidamente stavasi a riguardar; quello ammirava braccio gagliardo e la cervice eretta di lui la maestà, l'alta statura, onde al colpir di sua tremenda clava sfasciavasi qual polve attrita e pesta , una rupe montana. Ella più assai mirava allo splender...
Page 97 - Nel cospetto d'ognun, mi sii compagna. Io pure, io pur, gli rispondea la bella, Dinanzi a Dio la tua promessa accolgo E la tua fede. Su la lingua mia In testimonio sta il Fattor del mondo Che altri di me non fia signore e donno Fuor che Zal valoroso, inclito eroe, Quale ha corona e regal seggio e gloria E maestà! — Così crescea l'amore Ad ogni istante. Lungi il senno è...
Page 97 - Ma pregiata cosa è sol l'anima mia, ch'io la persona appresi a dispregiar, sì che non «almi di rivestir la mia funerea benda. Or qui, per Dio signor, giudice nostro, a te prometto che il tuo patto mai per me infranto non fia. Dinanzi a Dio, andrò pregando, adorerò compunto qual...
Page 97 - Che l' anima accendean, si che più assai II suo cor ne avvampò. Fùr caldi baci E amplessi e sorsi di fumoso vino, Se pur togli che il nobile leone L'agile preda in poter suo non trasse.
Page 97 - Fin che dal loco suo l'alba levossi E strepito venia dai padiglioni Di timpani sonanti. ' Un mesto addio Disse alla donna sua, vaga qual luna, Zal giovinetto. Fortemente al seno La strinse, qual si serra alla sua trama D'un bel panno l'ordito. Ambo di lagrime Empir le ciglia e al sol che già montava, Sciolser la lingua a favellar: Del mondo Luce divina, anche per poco, a noi Per contrastar, tu non dovei fiammando Salir pel cielo, onde esti due tapini, Alla prova d'amor, per la tua vista Non dovesser...
Page 470 - Cosi presso a poco è dell'amore. Dire che i trovatori non avessero profondo il sentimento dell'amore, sarebbe cosa assurda e smentita dai fatti stessi della loro vita. E pure anche nell'esprimere l'amore essi rimangono sempre come dentro un formulario...
Page 97 - L'inclito re, da pensier di castigo Contro a me, di vendetta e di corruccio, Puro facciano il cor. La mia preghiera L'Eterno ascolterà, perché tu alfine, Nel cospetto d'ognun, mi sii compagna. Io pure, io pur, gli rispondea la bella, Dinanzi a Dio la tua promessa accolgo E la tua fede. Su la lingua mia In testimonio sta il Fattor del mondo Che altri di me non fia signore e donno Fuor che Zal valoroso, inclito eroe, Quale ha corona e regal seggio e gloria...
Page 470 - E pure anche nell' esprimere l'amore essi rimangono sempre come dentro un formulario, lo guardano solamente nei suoi caratteri essenziali e generali, e si direbbe che esso, invece di un sentimento che li muove a scrivere, fosse un pretesto alla loro poesia. La personificazione dell' amore è continua, e par quasi necessaria; e così personificato, questo sbiadito amore parla e si muove sempre secondo certe regole date: ferisce colla lancia, ferisce col dardo, è il dispensatore d'ogni virtù, e via...
Page 227 - Contro il suoi duramente, indi sospinse II dromedario sopra lei che volto Avea di luna, e dentro al sangue suo Le mani e il petto le sommerse e quello Li'uto ancora, e disse: O stolta donna, O sonatrice di liuti, questa Iattura in me perché cercar fu d'uopo? Che se fiacco, nel trarre i dardi miei, Stato si fosse il dilatar del petto E delle braccia, dal fallito colpo Onta avuta si avria l'alta mia stirpe!
Page 227 - Quale ei serbava per feroci belve Del deserto; ma allor, tosto che in fuga Si volgean le gazzelle, ei, di gagliardi Prence animoso, con quel duro strale A doppia punta via schiantò dal capo Rapidamente ambe' le corna al maschio146 Sì che di lui meravigliò la bella.

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