Dante a Verona: Commedia in cinque attiLibreria di Francesco Sanvito, 1862 - 213 pages |
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Addio alcuno allora amico amore anima avanti avete basta bello bene bisogna breve BUFFONE buon CANGRANDE capo certa ch'io chè chiede cielo colpo consigli corte costui credo Dante Alighieri debbo destra dice dire dite donna DONZELLO ecco entra fare fede finirla foglio fondo forte ghibellini GIANNI giorno GIOVANNA giudice gran grida guarda guelfi Herder imperiale Impero Ivardo l'Imperatore LAPO lascia lega legge magnificenza magnifico mano MANTOVANO matto mente messer Messer Podestà messi mezzo MORICONE morte nome nulla nuovo pace padre pare parlare parole passo patria pensa pensiero PFEFFEL piano PIER DI LUPA poco PODESTA poeta popolo porta posso potere prende principe principessa pure resta ridendo saluta sangue sapete sarà Scala SCENA scrivere seguito sera siamo siete signore Siniscalco sinistra spada terra torna tosto tradimento traditori trova UFFIZIALE UGUCCIONE uomo vede venire vero Verona verso Vicario viene viva voglio volge vuol
Popular passages
Page 35 - Tanto gentile e tanto one'sta pare La donna mia, quand'ella altrui saluta, Ch'ogni lingua divien tremando muta, E gli occhi non ardiscon di guardare. Ella sen va, sentendosi laudare, Benignamente d'umiltà vestuta; E par che sia una cosa venuta Di cielo in terra a miracol mostrare. Mostrasi sì piacente a chi la mira, Che dà per gli occhi una dolcezza al core, Che intender non la può chi non la prova. E par che della sua labbia si muova Uno spirto soave e pien d'amore , Che va dicendo all
Page 125 - O insensata cura de' mortali, Quanto son difettivi sillogismi, Quei che ti fanno in basso batter l
Page 98 - Tu lascerai ogne cosa diletta / più caramente; e questo è quello strale / che l'arco de lo essilio pria saetta. / Tu proverai sì come sa di sale / lo pane altrui, e come è duro calle / lo scendere e '1 salir per l'altrui scale.
Page 97 - E se il mondo sapesse il cuor eh' egli ebbe Mendicando sua vita a frusto a frusto, Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Page 172 - Non vo' però che a' tuoi vicini invidie, Poscia che s'infutura la tua vita Via più là che il punir di lor perfidie.
Page viii - Posto questa principio, io colla fedele riproduzione dei caratteri buoni o viziosi della età storica presa a rappresentare, mi assunsi di mostrare i buoni o viziosi caratteri dell'età nostra , e quasi fare del passato uno specchio in cui i presenti, credendo contemplare l'immagine altrui, contemplassero la lor propria...
Page 127 - ... virtute in non curar d'argento né d'affanni. Le sue magnificenze conosciute saranno ancora, sì che' suoi nemici non ne potran tener le lingue mute.
Page viii - ... istruttivo punto di paragone, tra i tempi e gli uomini che riproduce, ei tempi e gli uomini in cui vive e per cui scrive. La pagina del XIV secolo e della vita di Dante, ch'io presi ad argomento della presente commedia, parvemi offerire un rilevantissimo punto per cosi fatto paragone in ciò. che l'età di Dante fu senza dubbio età di transizione fra una civiltà ed un'altra, siccome e l'età nostra.
Page 34 - Gli uomini le cose dubbie ovvero oscure, che lor appartengono, naturalmente interpretano secondo le loro nature e quindi uscite passioni e costumi. Questa degnità è un gran canone della nostra mitologia, per lo quale le favole, truovate da' primi uomini selvaggi e crudi tutte severe, convenevolmente alla fondazione delle nazioni che venivano dalla feroce libertà bestiale, poi, col lungo volger degli anni e cangiar de...
Page 99 - Chi pone la quercia non avrà corona delle sue foglie; ma chi semina il vero coglie fiore di gloria e prepara frutto di' civiltà!... (Vivamente) Non vo' più .darmi pensiero alcuno di politiche faccende: il mio poema e non altro. Scriviamo , o Beatrice, scriviamo!