Saggi danteschiR. Giusti, 1905 - 292 pages |
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altre angeli anime assai aver avesse avrebbe Bartoli beati Beatrice bella bisogno bolgia Bonifazio Cacciaguida caso Castelvetro Catone celeste Celestino cerchio chè Cianfa cielo cielo della Luna coloro Commedia contradizione corpo credere Cristo D'Ovidio Dante dell'Inferno desiderio dice dinanzi dire divina domanda Empireo esso fantasia fiamma figura fioco Flegiàs forma fossero FRANCESCO CIPOLLA gilio giudizio giustizia GRAF guarda Guido Guido da Montefeltro immagine Inferno insieme invece l'anima l'uno ladri lascia legge lettore libertà Limbo lode luce Luna luogo Manfredi maraviglia mente mette mondo morale mostra nuovo Ovidio Paradiso pare parea parla parole personaggi Piccarda Pier della Vigna poema poesia poeta poetica poteva Purg Purgatorio radiso ragione rappresentazione regno Rifeo Saggi danteschi salva salvazione santa sapere sarebbe SCARANO SCHERILLO scopo sentire Sordello spiriti Stazio Studii cit suicidio tale teologico terra tormenti tratti umana vede virtù visione vivi vuol zione
Popular passages
Page 230 - Dicerolti molto breve. Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che invidiosi son d' ogni altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa, misericordia e giustizia gli sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa." Ed io, che riguardai, vidi una insegna, che girando correva tanto ratta, che d...
Page 229 - Maestro, che è quel eh' i' odo ? E che gent' è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me: Questo misero modo Tengon l' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli, che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i Ciel per non esser men belli; Né lo profondo inferno gli riceve, Ch' alcuna gloria i rei avrebber d
Page 273 - Tanto giù cadde, che tutti argomenti Alla salute sua eran già corti, Fuor che mostrargli le perdute genti. Per questo visitai l'uscio de' morti, Ed a colui che l'ha quassù condotto Li prieghi miei piangendo furon pòrti.
Page 231 - Dio spiacenti ed a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, Erano ignudi e stimolati molto Da mosconi e da vespe eh' eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, Che mischiato di lagrime, a' lor piedi Da fastidiosi vermi era ricolto.
Page 54 - Come la carne gloriosa e santa Fia rivestita, la nostra persona Più grata fia, per esser tutta quanta. 45 Perchè s' accrescerà ciò che ne dona Di gratuito lume il sommo Bene; Lume ch' a Lui veder ne condiziona : Onde la vision crescer conviene, Crescer l' ardor che di quella s' accende, 50 Crescer lo raggio che da esso viene.
Page 229 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l' aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d...
Page 284 - La concreata e perpetua sete Del deiforme regno cen portava Veloci, quasi come il ciel vedete. Beatrice in suso, ed io in lei guardava; E forse in...
Page 59 - Anche soggiunse: II fiume, e li topazi! Ch'entrano ed escono, e il rider dell'erbe Son di lor vero ombriferi prefazii: Non che da sè sien queste cose acerbe: Ma è difetto dalla parte tua, Che non hai viste ancor tanto superbe.
Page 206 - Né l' un, né l'altro già parea quel ch'era; Come procede innanzi dall'ardore Per lo papiro suso un color bruno, Che non è nero ancora, e '1 bianco muore. Gli altri duo riguardavano, e ciascuno Gridava: O me!, * Agnel, come ti muti! Vedi, che già non se
Page 278 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...