Marco Polo

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G.B. Paravia & c., 1926 - 275 pages
 

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Popular passages

Page 4 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d' ogni parte. 1' vedea lei , ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 1 bollor levava , E gonfiar tutta e riseder...
Page 251 - E come per lo natural costume Le pole insieme al cominciar del giorno Si muovono a scaldar le fredde piume ; Poi altre vanno via senza ritorno, Altre rivolgon...
Page 129 - ... albori tutto quanto che di niuno tempo perdono foglie, ma sempre son verdi. E sappiate, che quando è detto al Gran Cane d' uno bello albore, egli lo fa pigliare con tutte le barbe, e con molta terra, e fallo piantare in quel monte, e sia grande quanto vuole, ch'egli lo fa portare a: leofanti.
Page 275 - ... non fu mai uomo né cristiano né saracino né tartere né pagano, che mai cercasse tanto del mondo , quanto fece messer Marco figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della città di Vinegia.
Page 103 - Satana sarà sciolto e uscirà dalla sua prigione a sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra Gog e Magog, per radunarle a battaglia; il loro numero è come la rena del mare.

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