Opere volgari di Giovanni Boccaccio: Filocolo

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Per il Magheri, 1829
 

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Page 81 - Biancifiore rispose: - lo non so, se non che di te poss'io dire che in me sia avvenuto il simigliante. Credo che la virtù de' santi versi, che noi divotamente leggiamo, abbia accese le nostre menti di nuovo fuoco, e adoperato in noi quello già veggiamo che in altrui adoperarono -. )} Teseida.
Page 79 - ... insieme con quella cerbia senza niuna rissa nutricava per alcuno spazio . Ma stando alquanto, vedea scendere giù dal cielo uno spirito di graziosa luce risplendiente, il quale apriva colle proprie mani il lioncello nel petto , e quindi traeva una cosa ardente , la quale la cerbia diside resamente mangiava.
Page 8 - Macchinismo vuoto, che s'intramette dappertutto e guasta il linguaggio naturale del sentimento, introducendo ne' fatti e nelle passioni un'espressione artificiale e metaforica. Volendo dire « giovani innamorati » si dice: « i quali avete la vela della barca della vaga mente dirizzata a...
Page 5 - Febo co' suoi cavalli al sedecimo grado del celestiale Montone pervenuto, e nel quale il glorioso partimento del figliuolo di Giove dagli spogliati regni di Fiutone si celebrava, io, della presente opera componitore, mi trovai in un grazioso e bel tempio in Partenope, nominato da colui che per deificarsi sostenne che fosse fatto di lui sacrificio sopra la grata, e quivi con canto pieno di dolce melodia ascoltava 1' uficio che in tale giorno si canta, celebrato da' sacerdoti successori di colui che...
Page 81 - ... cresciuta, o Biancofiore, da poco in qua, che tu mi piaci tanto ? Tu non mi solevi tanto piacere ; ma ora gli occhi miei non possono saziarsi di riguardarti . Biancofiore rispose: io non so, se non che di te posso dire , che a me sia avvenuto il simigliante. Credo che la virtù de...
Page 232 - Allora Florio, volendo rispondere a costei, si ricordò della sua Biancofiore, la quale della dimandata palidezza era cagione, e senza rispondere a quella, gittò un grandissimo sospiro, dicendo: « Oimè, che ho io fatto? ». E quasi ripentuto di ciò che fatto aveva, alquanto da queste si tirò indietro, cominciando forte a pensare con gli occhi in terra a quello che fatto aveva, ea dire tra se medesimo: «Ahi!
Page 76 - Racheo a mettere il suo officio in esecuzione con intera sollecitudine. E loro, in breve tempo, insegnato a conoscer le lettere, fece leggere il santo libro d'Ovvidio, nel quale il sommo poeta mostra, come i santi fuochi di Venere si debbano ne
Page 301 - ... amoroso disio cercava : e in questi diletti stetti non lungo tempo, che la fortuna mi volse in veleno la passata dolcezza , che quando pii credeva avere più la sua benivolenza , e avere acquistato con diverse maniere il suo amore , io colli miei occhi vidi questa me per un altro avere abbandonato ; e conobbi manifestamente che lungamente e con false parole m...
Page 70 - Giulia: e nel giocondo giorno, eletto per festa de' cavalieri , essendo Febo nelle braccia di Castore e di Polluce insieme , non essendo ancora la tenebrosa notte partita , sentirono in una medesima ora quelle doglie , che partorendo per l' altre donno si sogliono sentire.
Page 5 - Oimé, che è questo? e forte dubitava non altro accidente noioso fosse. Ma dopo alquanto spazio, rassicurato un poco, presi ardire, e intentivamente cominciai a rimirare ne' begli occhi dell'adorna giovane, ne' quali io vidi, dopo lungo guardare, Amore in abito tanto pietoso, che me, cui lungamente a mia istanza avea risparmiato, fece tornare desideroso d'essergli per così bella donna subietto.

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