La Divine comédie de Dante, Volume 2

Front Cover
M. Lévy frères, 1865 - 1427 pages
 

Other editions - View all

Common terms and phrases

Popular passages

Page 80 - E l' un l' altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell' anima gentil fu così presta, Sol per lo dolce suon della sua terra, Di fare al cittadin suo quivi festa; Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi, e I'un l'altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra.
Page 302 - Facesti, come quei, che va di notte, Che porta il lume dietro, e se non giova Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti : Secol si rinnuova, . Torna' giustizia, e primo tempo umano, E progenie discende dal Ciel nuova.
Page 428 - E se il sommo piacer si ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio?
Page 378 - Fuor sei dell' erte vie, fuor sei dell" arte. Vedi là il sol che in fronte ti riluce ; Vedi l'erbetta, i fiori e gli arbuscelli, Che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti gli occhi belli Che, lagrimando, a te venir mi fenno, Seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più, né mio cenno: Libero, dritto e sano è tuo arbitrio, E fallo fora non fare a suo senno ; Per eh' io te sopra te corono e mitrio.
Page 218 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia Non dico tutti; ma posto ch...
Page 382 - U' la prim' ombra gitta il santo monte : Non però dal lor esser dritto sparte Tanto, che gli augelletti per le cime Lasciasser d...
Page 70 - Deh, quando tu sarai tornato al mondo, E riposato della lunga via, Seguitò il terzo spirito al secondo, Ricorditi di me, che son la Pia: Siena .mi fe', disfecemi Maremma: Salsi colui che innanellata pria, Disposando m
Page 420 - Fu' io a lui men cara e men gradita. E volse i passi suoi per via non vera, Imagini di ben seguendo false Che nulla promission rendono intera : Nè l' impetrare spirazion mi valse, Con le quali ed in sogno ed altrimenti Lo rivocai ; sì poco a lui ne calse. Tanto giù cadde che tutti argomenti Alla salute sua eran già corti , Fuor che mostrarli le perdute genti. Per questo visitai l' uscio de' morti , Ed a colui che l' ha quassù condotto Li prieghi miei piangendo furon porti.
Page 270 - Dall' altra parte in fuor troppo s' approda. Maledetta sie tu, antica lupa, Che più che tutte l' altre bestie hai preda, Per la tua fame senza fine cupa ! O ciel, nel cui girar par che si creda Le condizion di quaggiù trasmutarsi, Quando verrà per cui questa disceda ? Noi andavam con passi lenti e scarsi, Ed io attento all' ombre ch' io sentia Pietosamente piangere e lagnarsi : E per ventura udi...
Page 40 - Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.

Bibliographic information