La commedia

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F. Le Monnier, 1857 - 856 pages
 

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Page 35 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai: Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Page 236 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento. Per lor maledizion sì non si perde, Che non possa tornar l' eterno amore, Mentre che la speranza ha fior del verde.
Page 114 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Page 290 - Che a' primi effetti di lassù tu hai , Laudato aia il tuo nome e il tuo valore * Da ogni creatura, com'è degno Di render grazie al tuo dolce vapore. Vegna ver noi la pace del tuo regno, * Che noi ad essa non potem da noi, S'ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler gli angeli tuoi 10 Fan sacrificio a te, cantando Osanna, Cosi facciano gli uomini de
Page 46 - Ella provvede, giudica, e persegue Suo regno, come il loro gli altri Dei. Le sue permutazion non hanno triegue : Necessità la fa esser veloce ; Sì spesso vien chi vicenda consegue. Quest' è colei, eh' è tanto posta in croce Pur da color, che le dovrian dar lode, Dandole biasmo a torto e mala voce. Ma ella s' è beata, e ciò non ode : Con 1' altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Page 394 - Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro, e sé non giova, Ma dopo sé fa le persone dotte, Quando dicesti: « Secol si rinnuova; «Torna giustizia, e primo tempo umano, » E progenie discende dal ciel nuova.
Page 437 - E se il sommo piacer si ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio? Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso, Diretro a me che non era più tale.
Page 91 - Ma quello ingrato popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico : Ed è ragion , che tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 5 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m' ha fatto onore. Vedi la bestia, per cui io mi volsi: Aiutami da lei, famoso saggio, Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi.
Page 499 - 1 condanna ? Ov' è la colpa sua sed ei non crede ? Or tu chi se' che vuoi sedere a scranna Per giudicar da lungi mille miglia Con la veduta corta d...

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