Opere volgari di Giovanni Boccaccio: Rima. L'urbanoPer il Magheri, 1834 |
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Acquettini affanno alcun allumi alquanto altra Ameto Amor animo Anton Maria Salvini ANTONIO PUCCI Apollo Appresso assai atque avea bella bellezza Blandizio e i fratelli Boccaccio canto canzone Certaldo ciascun ciel colla componimento contento costei credo Crescimbeni d'ogni Dante Dante Alighieri Decamerone desio dice dimora dipoi disio doglia dolce dolente dolore donna Egloghe fama favella Fiammetta figliuolo Franco Sacchetti fugge giorno giovane GIOVANNI BOCCACCI gran grazioso imperadore ingegno insieme l'imperadore lagrime lasciata lieto loco Lucrezia madre Manni maraviglia Mazzuchelli meco medesimo Mediceo mente messer Minturno mirando misero mortal morte mostra nave nimica occhi onore ostiere ottava rima padre pensier Petrarca piangendo picciola pietosa poco poeta poetica possa potuto preghi pubblicato quivi quod ragionando Riccardiano salute secolo secolo xv seguire signore sinestra soldano sonetto sospiri Speculo spero Teseide testo a penna udendo Urbano vago vede veggio verso vide viri viso
Popular passages
Page 95 - Or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'eterno riposo mirando cose da noi non intese. Deh, s'a grado ti fui nel mondo errante, tirami drieto a te, dove gioioso veggia colei che pria d'amor m'accese.
Page 85 - Vetro son fatti i fiumi, ed i ruscelli gli serra di fuor ora la freddura; vestiti son i monti e la pianura di bianca neve e nudi gli arbuscelli, l'erbette morte, e non cantan gli uccelli per la stagion contraria a lor natura; borea soffia, ed ogni creatura sta chiusa per lo freddo ne
Page 52 - Intorn'ad una fonte, in un pratello di verdi erbette pieno e di bei fiori, sedean tre angiolette, i loro amori forse narrando, ed a ciascuna '1 bello viso adombrava un verde ramicello ch'i capei d'or cingea, al qual di fuori e dentro insieme i dua vaghi colori avvolgeva un suave venticello.
Page 95 - Dio a quell'eletta, nel suo partir di questo mondo rio; or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'etterno riposo, mirando cose da noi non intese.
Page 48 - Baia, e il loco: boschi selvaggi le tua piagge sieno, e le tua fonti diventin veneno, né vi si bagni alcun molto né poco: in pianto si converta ogni tuo gioco, e suspetto diventi el tuo bel seno a...
Page 167 - Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, Tornan de' nostri visi le postille Debili sì, che perla in bianca fronte Non vien men tosto alle nostre pupille; Tali vid...
Page 76 - Or, oltra quel che io, lasso, stimava, truovo mi sdegni, e non so per quai merti: per che piange nel cor l'alma dogliosa.
Page 103 - L'alta mia fantasia pronta e sicura Passò il tartareo e poi '1 celeste regno, E '1 nobil mio volume feci degno Di temporale e spirital lettura. Fiorenza gloriosa ebbi per madre, Anzi matrigna a me pietoso figlio, Colpa di lingue scellerate e ladre. Ravenna fummi albergo...
Page 76 - Dante, se tu nell'amorosa spera, com' io credo, dimori riguardando la bella Bice, la qual già cantando altra volta ti trasse là dov'era: se per cambiar fallace vita a vera amor non se n'oblia, io ti domando per lei, di grazia, ciò che, contemplando, a far ti fia assai cosa leggiera. Io so che, infra l'altre anime liete del terzo ciel, la mia Fiammetta vede l'affanno mio dopo la sua partita: pregala, se...
Page 62 - ... angioletta. Io, che seguendo lei vedeva farsi da tutte parti incontro a rimirarla gente, vedea come miracol nuovo. Ogni spirito mio in me destarsi sentiva, e con amor di commendarla sazio non vedea mai il ben ch'io provo.