Opere volgari di Giovanni Boccaccio: Rima. L'urbano

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Per il Magheri, 1834
 

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Page 95 - Or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'eterno riposo mirando cose da noi non intese. Deh, s'a grado ti fui nel mondo errante, tirami drieto a te, dove gioioso veggia colei che pria d'amor m'accese.
Page 85 - Vetro son fatti i fiumi, ed i ruscelli gli serra di fuor ora la freddura; vestiti son i monti e la pianura di bianca neve e nudi gli arbuscelli, l'erbette morte, e non cantan gli uccelli per la stagion contraria a lor natura; borea soffia, ed ogni creatura sta chiusa per lo freddo ne
Page 52 - Intorn'ad una fonte, in un pratello di verdi erbette pieno e di bei fiori, sedean tre angiolette, i loro amori forse narrando, ed a ciascuna '1 bello viso adombrava un verde ramicello ch'i capei d'or cingea, al qual di fuori e dentro insieme i dua vaghi colori avvolgeva un suave venticello.
Page 95 - Dio a quell'eletta, nel suo partir di questo mondo rio; or se' colà, dove spesso il desio ti tirò già per veder Lauretta; or sei dove la mia bella Fiammetta siede con lei nel cospetto di Dio. Or con Sennuccio e con Cino e con Dante vivi, sicuro d'etterno riposo, mirando cose da noi non intese.
Page 48 - Baia, e il loco: boschi selvaggi le tua piagge sieno, e le tua fonti diventin veneno, né vi si bagni alcun molto né poco: in pianto si converta ogni tuo gioco, e suspetto diventi el tuo bel seno a...
Page 167 - Quali per vetri trasparenti e tersi, O ver per acque nitide e tranquille, Non sì profonde che i fondi sien persi, Tornan de' nostri visi le postille Debili sì, che perla in bianca fronte Non vien men tosto alle nostre pupille; Tali vid...
Page 76 - Or, oltra quel che io, lasso, stimava, truovo mi sdegni, e non so per quai merti: per che piange nel cor l'alma dogliosa.
Page 103 - L'alta mia fantasia pronta e sicura Passò il tartareo e poi '1 celeste regno, E '1 nobil mio volume feci degno Di temporale e spirital lettura. Fiorenza gloriosa ebbi per madre, Anzi matrigna a me pietoso figlio, Colpa di lingue scellerate e ladre. Ravenna fummi albergo...
Page 76 - Dante, se tu nell'amorosa spera, com' io credo, dimori riguardando la bella Bice, la qual già cantando altra volta ti trasse là dov'era: se per cambiar fallace vita a vera amor non se n'oblia, io ti domando per lei, di grazia, ciò che, contemplando, a far ti fia assai cosa leggiera. Io so che, infra l'altre anime liete del terzo ciel, la mia Fiammetta vede l'affanno mio dopo la sua partita: pregala, se...
Page 62 - ... angioletta. Io, che seguendo lei vedeva farsi da tutte parti incontro a rimirarla gente, vedea come miracol nuovo. Ogni spirito mio in me destarsi sentiva, e con amor di commendarla sazio non vedea mai il ben ch'io provo.

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