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G. Silvestri, 1824 - 480 pages
 

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Popular passages

Page 55 - Per me si va nella città dolente; per me si va nell' eterno dolore; per me si va tra la perduta gente.
Page 79 - 1 suo grembo ; Ed ella si sedea Umile in tanta gloria, Coverta già dell'amoroso nembo. Qual fior cadea sul lembo, Qual su le trecce bionde, Ch'oro forbito e perle Eran quel dì a vederle; Qual si posava in terra, e qual su l'onde; Qual con un vago errore Girando, parea dir: Qui regna Amore.
Page 38 - Stringer dal pardo, e aprirle '1 fianco o '1 petto, Di selva in selva dal crudel s'invola, E di paura trema e di sospetto; Ad ogni sterpo che passando tocca, Esser si crede all'empia fera in bocca.
Page 24 - Febo co' suoi cavalli al sedecimo grado del celestiale Montone pervenuto, e nel quale il glorioso partimento del figliuolo di Giove dagli spogliati regni di Fiutone si celebrava, io, della presente opera componitore, mi trovai in un grazioso e bel tempio in Partenope, nominato da colui che per deificarsi sostenne che fosse fatto di lui sacrificio sopra la grata, e quivi con canto pieno di dolce melodia ascoltava l' uficio che in tale giorno si canta, celebrato da' sacerdoti successori di colui che...
Page 23 - ... padre, teneramente la nutricò, e lei nomò del nome di colei che in sé contenne la redenzione del misero perdimento che addivenne per l'ardito gusto della prima madre.
Page 103 - menzione, voi disdegnoso di tale annuncio, ** torciate il muso, o d'ira pieno e di mal " talento indurato la laceriate per pezzi .,, In questo solo periodo voi v'imbattete subito in quattro di tali versetti; e sono: Se volentieri ' La ricevete , Molto di bene Vi apporterà. E poco dopo voi ne...
Page 61 - Quando svenate vi languiranno innanzi agli occhi le spose? Quando, ovunque volgiate stupido il guardo, voi scorgerete imperversare la crudeltà, signoreggiare il furore, regnar la morte? Ah ! non diranno già expedit que...
Page 84 - Così carco d'oblio il divin portamento e '1 volto e le parole e '1 dolce riso m'aveano, e sì diviso da l'imagine vera, 60 ch'i' dicea sospirando: " Qui come venn'io, o quando? " credendo esser in ciel, non là dov'era. Da indi in qua mi piace quest'erba sì, ch'altrove non ho pace.
Page 104 - Un numero tanto studiato e tanto uniforme da per tutto è fastidioso e sazievole quanto mai si può dire, e però da evitarsi con grandissima cura. Molto maggior biasimo merita poi la leggerezza di coloro, che si studiano di empire tutti i loro scritti di riboboli e di modi fiorentini, non adoperati dagli scrittori, se non quando e dove e
Page 87 - Ovrato hae, sì forte esso longiando; voi non solamente non ne provereste alcun diletto, ma quasi ributtati sareste da questa spezie di gergo. Troppo ancora erano rozzi, non può negarsi, gli scrittori del secol suo, e, generalmente...

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